Banca Valsabbina, in assemblea 3mila deleghe e polemiche minori delle attese

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L'assemblea di Banca Valsabbina al Palabanco di Brescia, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it
L'assemblea di Banca Valsabbina al Palabanco di Brescia (2017), foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it

Un migliaio di soci (con deleghe per 3.066 soci), questa mattina, si sono presentati l’assemblea di Banca Valsabbina. Al Palabanco di Brescia gli azionisti erano chiamati a rinnovare tre consiglieri del Consiglio di amministrazione e ad approvare il bilancio. Un appuntamento che si annunciava bollente, viste le polemiche della vigilia e la decisione del presidente dell’assemblea di non ammettere negli spazi di discussione la candidata del comitato ribelle Francesca Uggeri perché socia da meno di 90 giorni.

Nel dibattito non sono mancate scaramucce tra i sostenitori del Comitato Soci guidato da Aurelio Bizioli e Giorgio Paris e i vertici dell’istituto presieduto da Renato Barbieri. Ma complessivamente i toni del dibattito sono stati sereni, più sereni delle attese. E la cosa più scottante sono state forse le centinaia di multe per divieto di sosta date dalla Polizia locale di Brescia ai soci che hanno posteggiato fuori dalle strisce o sulla rotatoria che porta alla vicina tangenziale.

L'assemblea di Banca Valsabbina al Palabanco di Brescia, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it
L’assemblea di Banca Valsabbina al Palabanco di Brescia, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it

Quanto al merito del confronto, il bilancio di Banca Valsabbina è stato approvato a larghissima maggioranza (meno di una manciata tra astenuti e contrari). Con il placet dello stesso Comitato che – per bocca di Bizioli – ha parlato comunque di “un rendiconto fatto esclusivamente per annunciare risultati positivi alla stampa di cui l’attuale Cda si prende tutte le responsabilità”, sottolineando di votare a favore per “senso di responsabilità”.

Tra le altre polemiche la questione del mancato rispetto delle quote rosa nel Cda della banca e la questione della cooptazione dell’ex direttore Barbieri alla presidenza senza il passaggio in assemblea.

Il voto decisivo per la Valsabbina, quello sui nomi, è iniziato alle 13.26 e finito diverse ore dopo. Lo spoglio non è ancora terminato. Ma i valori in campo fanno intendere che si profili una vittoria netta dei vertici uscenti rispetto al comitato in termini di preferenze.

AGGIORNAMENTO ORE 20

Confermate le previsioni. La lista del Cda uscente è stata confermata con le seguenti preferenze:

Barbieri 1961
Gnutti 1919
Pelizzari 1940

Queste, invece, le preferenze del Comitato Soci:

Bizioli 877
Campana 810
Uggeri 896

 

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2 Commenti

  1. Ha vinto il passato ma l’unanimità non c’è più.
    Il rapporto fra lista di maggioranza e lista “alternativa” è di due a uno.
    Nei prossimi anni qualcosa cambierà sicuramente.
    Coraggio, perché il coraggio chi non ce l’ha può darselo: il Manzoni aveva confuso il coraggio con l’intelligenza.

  2. La banca delle gnocche, bello andare nella banca che un tempo era fatta da montanari e trovare allo sportello personale femminile gentile e leggiadro (pensa così il contadino Luigi Marcone, 73 anni e non vederli, intervenuto al Palabancodibrescia per l’assemblea di ieri)
    Questo l’aspetto più significativo delle tante questioni addotte a favore della gestione bancaria da soci che avrebbero dovuto giustificare l’arroccarsi su nominativi presenti da anni in Consiglio di Amministrazione, che avrebbero potuto spiegare perché una donna in centoventi anni di storia non è mai stata inserita nella compagine amministrativa, che avrebbero voluto – forse – spiegare perché Barbieri ancora due anni fa diceva che era giusto il corso azionario a 18 euro mentre il mercato a quel prezzo non consentiva la vendita di un’azione che fosse una e una montagna di soci ha buttato letteralmente alle ortiche il suo capitale.
    Beati quelli che dicono che il personale è professionale, se si sono visti consigliati o indotti a comprare azioni a un prezzo esorbitante e a doverlo immobilizzare, oppure a mandare in fumo vite di risparmi.
    Beato il personale della banca, che lavora gratis per difendere questo stato di cose (forse l’unico modo c si crede possibile per perpetuare la difesa di un posto di lavoro ritenuto a rischio?) e beato il direttore, che racconta questo in assemblea come se fosse una cosa bella.
    Ma siamo soltanto agli inizi. Ci si è misurati e si è visto che un migliaio di voti in più avrebbe consentito l’ingresso in CdA di facce nuove.
    L’anno venturo nuovo tentativo.
    A proposito: chiedere che lo Statuto elimini l’obbligo di cancellare dalla scheda i nominativi suggeriti dal CdA se si vogliono votare soci diversi.

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