E’ salva una coppia di pensionati bresciani, che nei giorni scorsi ha rischiato di finire per strada a causa delle garanzie concesse all’impresa dei figli. Il 23 marzo, infatti – su richiesta degli avvocati degli studi Pagano e Riccio-Griffo – il Tribunale di Brescia ha bloccato la vendita all’asta della loro abitazione richiamandosi alla cosiddetta legge salva-suicidi (la 3/2012).
Nella sentenza – la prima di questo tipo che riguarda cittadini bresciani il collegio giudicante afferma che non possono essere iniziate o proseguite azioni cautelari o esecutive né acquistati diritti di prelazione sul patrimonio oggetto di liquidazione da parte dei creditori – tradotto: la casa, la pensione e la macchina non si toccano – perché i due coniugi si trovano in uno stato di sovra-indebitamento.
I due (che risiedono nel Comune di Brescia) avrebbero, infatti, dovuto pagare circa 400mila euro di debiti contratti dai figli. Una cifra spropositata rispetto al fatto che la coppia percepisce oggi una modesta pensione con cui conduce una vita a livello di sussistenza e possiede come unico bene di valore una casa di residenza, la cui messa in vendita non basterebbe comunque a coprire il debito.
Da qui la causa promossa con l’aiuto degli avvocati Monica Pagano, Matteo Marini e Danilo Griffo (Studi Pagano & Partners e Riccio-Griffo & Partners), che hanno deciso di richiamare la salva-suicidi. La normativa, infatti, permette alle persone fisiche, ai professionisti e ai garanti di far fronte a situazioni debitorie apparentemente ingestibili arrivando anche alla cancellazione totale della situazione debitoria. Così è avvenuto nel Bresciano: grazie alla Giustizia, due pensionati bresciani hanno ancora un tetto sopra la testa.