Niente bonus bebè agli stranieri, Cgil e Asgi all’attacco dell’Inps

Associazione studi giuridici sull'Immigrazione, Avvocati per Niente onlus e Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’Uomo hanno chiesto al Tribunale di Milano di verificare il carattere discriminatorio delle circolari

0
Bonus bebè
Bonus bebè
Associazione studi giuridici sull’Immigrazione, Avvocati per Niente onlus e Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’Uomo hanno chiesto al Tribunale di Milano di verificare il carattere discriminatorio delle circolari n. 39,61 e 78 con le quali l’INPS ha limitato l’accesso al premio alla nascita – previsto dall’art. 1 comma 353 della legge di bilancio 2017 – alle sole donne straniere titolari di protezione internazionale o di permesso di lungosoggiorno.

L’INPS non aveva risposto alla  lettera inviata lo scorso 1° marzo  con cui ASGI aveva già fatto presente all’Istituto l’illegittimità di tale limitazione, così l’8 giugno 2017 è stato depositato un ricorso in Tribunale.

Infatti la legge stabilisce che qualsiasi donna che si trovi al settimo mese di gravidanza dopo il 1 gennaio 2017, ha diritto a ricevere un contributo di 800 €, senza alcuna limitazione né in relazione al reddito né in relazione alla cittadinanza o al titolo di soggiorno.

L’INPS invece, con le sue circolari, ha limitato l’accesso ad alcune categorie di straniere. Due i profili discriminatori evidenziati dalle associazioni ricorrenti.

In primo luogo l’INPS non può impedire l’accesso alla prestazione ad alcune categorie di stranieri a cui la legge destinava il diritto al contributo, escludendo dalla platea dei destinatari le donne titolari di permesso unico lavoro, di permesso per motivi umanitari e le titolari di carta blu che rappresentano almeno il 45% delle donne straniere.

In secondo luogo, se anche fosse disposta con legge (cosa che appunto non è avvenuta), l’esclusione degli stranieri privi dei requisiti introdotti dall’INPS sarebbe illegittima perché in contrasto con la normativa nazionale e comunitaria che prevede la parità di trattamento nell’accesso alle prestazioni sociali per i titolari di permesso unico lavoro ( art. 12 direttiva 2011/98), i titolari di carta blu (art. 14 direttiva 2009/50) e i titolari di permesso umanitario (art. 34 comma 5 d.lgs 251/2007).

Le associazioni hanno pertanto richiesto al giudice di accertare il carattere discriminatorio della condotta tenuta dall’INPS ordinando all’istituto di revocare o modificare le circolari limitative del diritto, garantendo a tutte le donne straniere regolarmente soggiornanti l’accesso al beneficio come previsto dalla Legge di Bilancio 2017.

Tra le prime reazioni è da segnalare quella del leghista Fabio Rolfi, che su Facebook ha commentato provocatoriamente: “Tanto per cambiare, la cgil porta in tribunale l’Inps per garantire il bonus bebè a tutte le immigrate. Del resto sono loro ad avere un problema di natalità…”.

 

La newsletter di BsNews prevede l'invio di notizie su Brescia e provincia, sulle attività del sito e sui partner. Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy, che trovi in fondo alla home page.

Lascia una risposta (la prima volta la redazione deve accettarla)

Per favore lascia il tuo commento
Per favore inserisci qui il tuo nome