Samadhi e la felicità come obiettivo della politica | di Sandro Belli

La felicità interiore può essere causa e/o effetto di una buona gestione della politica? Sandro Belli ne parla partendo dalla storia di Samadhi

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Sandro Belli, imprenditore e opinionista di BsNews.it
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di Sandro Belli – Giovani ricercatori bresciani avevano interpellato il saggio Samadhi sul tema della Bellezza e sulla sua relazione con la figura femminile. Trascorsi pochi giorni, sorpresi dalla profondità delle parole del vecchio, tornarono da lui per esplorare se la sua saggezza avrebbe saputo indicare la via della Felicità. La sua modesta casa, nel Parco dei Cerbiatti a Benares era sempre aperta. Ancora una volta il ricercatore più coraggioso chiese senza esitazione: “L’uomo può raggiungere la felicità?” Domanda diretta forse un po’ ingenua. Samadhi, alzandosi in piedi, lentamente e prendendo fiato rispose: “Voi uomini dell’occidente nel corso della storia avete sviluppato l’amore per la morte più che l’amore per la vita. Tristi o violente le vostre più grandiose manifestazioni:
guerre fra popoli, sopraffazioni sui diversi e sulla natura; il gigantismo soffocante del potere preferito all’armonia della condivisione.
Persino nell’affermazione più nobile del vostro animo, che è la dedizione religiosa, avete preferito il Dio Castigatore al Dio Creatore. Avete predicato più il peso del peccato originale che la gioia della creatività e della vita. Tutto ciò rende a voi più difficile avvicinarsi alla luminosità del vivere e alla ricerca dell’armonia fra le varie forme di vita”.
Poi, prese in mano il Libro del Tibetano e lesse: “la felicità è partecipare alla vita con la mente e i sensi. È eros diffuso contro solitudine e assuefazione.
La pigrizia occidentale consiste nell’imbottirsi di attività compulsive che non lasciano il tempo per occuparsi delle cose principali” (S. Rimpoche)”.
Samadhi terminato il suo dire, come sempre si sedette e si ritirò nel suo vigilante silenzio.
I ricercatori un po’ scossi da queste sferzanti parole, se ne andarono pensosi.
Dopo breve tempo iniziarono a discutere sulla felicità, sul fatto che questa possa essere un obiettivo, non solo della morale e della psicologia, ma della politica.
Un ricercatore agli altri: “Sapete che in Bhutan il Ministero della Felicità misura a fine di ogni anno l’indice della felicità del popolo per ricavarne idee e prospettive per l’anno successivo?”
 
La felicità interiore può essere causa e/o effetto di una buona gestione della politica?
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11 Commenti

  1. Caro Demon, il dito indica la luna e lei invece di guardare l’astro. Cerchi di restare nel merito: la politica deve occuparsi o no della felicità? Penso che stavolta l’amico Sandro Belli non sia stato troppo pindarico, dobbiamo tutti sollecitare le istituzioni e la politica perché faccia qualcosa di concreto per rendere migliore la vita di tutti, anche dal punto di vista morale!!!

  2. Proprio perché liberale dall’età di 14 anni, credo che la felicità personale vada rispettata e valorizzata. Quello che in Bhutan insegnano è che la felicità personale può contribuire notevolmente alla serenità sociale. Separare eccessivamente individui e comunità crea indifferenza e freddezza negativa fra persona e persona.

  3. Bellezza, Felicità e Utopia : tre temi non solo dei ” filosofi lungo l’Oglio ” Anche Samadhi ne sa trattare, con alle spalle la cultura più antica, quella del mondo indiano. Prossimamente, dopo Felicità e Bellezza, lo sentiremo sull’Utopia.

    • Intanto, italiani e bresciani guardano filosofeggiando alla fine del mese. E a molti, come diceva Woody Allen, viene prima di tutto un pensiero:” i soldi non sono tutto nella vita, ci sono anche le carte di credito e gli assegni”. Proprio così, perchè azzerati i flussi monetari in entrata a fronte dei flussi monetari in uscita già verso la terza settimana, mettersi a parlare di felicità con vernice culturale indiana per risolvere i problemi sociali può suggerire solo dell’ironia. E poi bellezzza, felicità, utopia ? C’è prima dell’altro dei cui parlare, anzi tutt’altro in questo deserto senza regole e senza pietà per chi sta peggio e dove si è costretti a barcamenarsi tra precarietà e disillusioni quotidiane volute e determinate da pochi centri di potere mondiale.
      Nestlè, altro che Namastè…

  4. Ma anche a Brescia e non solo a New York si pensa e si scrive…..e un po’ di pensiero filosofico, a volte ‘fuori dal coro’ fa bene anche fuori dalle riviste specializzate, come anche nelle piazze e in riva all’ Oglio.
    Namaste

  5. L’uomo può raggiungere la felicità? Siamo alla filosofia in effetti, ma la politica in Italia deve fare un po’ più di filosofia…

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