Mutui casa, mercato in ripresa: calano tassi e sofferenze

Secondo i dati diffusi da Abi i tassi per privati e imprese sono in calo significativo su base mensile e annua. Tendenza positiva per le sofferenze

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Come sottolineato recentemente dal presidente di Confartigianato Eugenio Massetti, il mercato dell’edilizia sta dando timidi segni di ripresa dopo anni di stagnazione, che hanno colpito duramente il sistema economico italiano e bresciano. Segnali di incoraggiamento si leggono anche nei dati dell’Associazione bancaria italiana (Abi), pubblicati recentemente anche da diversi quotidiani locali, che indicano una ripresa del mercato dei mutui e un contestuale calo delle sofferenze e dei tassi di interesse (situazione che premia ovviamente chi in passato ha scelto i tassi variabili).

Nel mese di aprile i mutui degli italiani sono cresciuti del 2,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016, valori che portano l’incremento allo 0,8 per cento su base annua. Non molto, ma il valore più importante da tenere in considerazione è quello tendenziale, segno di una crescente fiducia nel futuro degli italiani e di una maggiore disponibilità al prestito degli istituti di credito, che peraltro non sono le uniche realtà coinvolte in questa dinamica.

Molti infatti, accedono ai prestiti per la casa anche attraverso gli istituti previdenziali. E’ il caso, ad esempio, dei Mutui Inpdap (ex Inps) che riguardano gli ex dipendenti pubblici. L’Istituto Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica, infatti, offre ai propri soci l’accesso al credito per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa con una durata variabile (dai 10 ai 30 anni) e un tetto massimo finanziabile (incluse pertinenze) di circa 300mila euro.

Nel caso dell’ex Inpdap i tassi fissi sono al 2,95 per cento, mentre il variabile si applica l’Euribor a 6 mesi, computato su 360 giorni e maggiorato di 200 punti base. Per quanto riguarda invece il mercato bancario, secondo i dati di Abi, i tassi di interesse medi a maggio 2017 sono scesi al 2,79 per cento, toccando il minimo dal 2007 (quando erano al 6,18 per cento), con un valore medio del 2,12 per cento per l’acquisto di case (5,72 per cento nel 2007) e di 1,56 per cento per i prestiti alle imprese.

Numeri incoraggianti, sostenuti anche dalla tendenza in calo delle sofferenze nette: ad aprile ammontavano a 77,2 miliardi di euro, una decina in meno rispetto agli 86,8 miliardi di dicembre 2016 e degli 89 miliardi di picco toccati a novembre 2015.

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