Il gruppo consiliare di Forza Italia torna ad attaccare il direttore di Brescia Musei Massimo Minini con parole pesanti. La misura e? colma: serve un audit indipendente su Brescia Musei, scrivono i consiglieri Mattia Margaroli, Giorgio Maione, Adriano Paroli, Margherita Peroni e Paola Vilardi citando un articolo di Bresciaoggi su presunte liti fra Minini e Del Bono (in relazione all’allestimento di Anish Kapoor per la pinacoteca) e sottolineando la necessità di fugare “il dubbio che non vi sia disinvoltura nella gestione dell’ente” (dubbio pesante quello evocato, su cui certo non mancherà la reazione di Minini e Del Bono). Pubblichiamo il testo integrale.
IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO
Leggiamo sulla stampa che si e? svolta una riunione tesa tra il Sindaco e Massimo Minini a proposito dell’operazione Kapoor. Dato che non si tratta di un episodio ma di una situazione ricorrente chiederemo al Sindaco di ordinare un audit indipendente sui bilanci di Brescia Musei. Bisogna fugare il dubbio che non vi sia disinvoltura nella gestione, Con i fondi pubblici non si scherza ed il rischio di una procedura della Corte dei conti potrebbe concretizzarsi. Oltretutto il comportamento del presidente Minini rischia di compromettere l’immagine anche degli autorevoli membri della Fondazione.
L’audit contabile e? una pratica ricorrente nei bilanci aziendali. Ancora piu? importante quando si tratta di risorse pubbliche. L’obiettivo e? quello di dichiarare conformita? procedurale e la veridicita? dei dati risultanti dalle scritture. Naturalmente l’audit deve essere svolto da societa? indipendenti. Quanto alle affermazioni dei capigruppo di maggioranza contro l’opposizione ci limitiamo a considerare che se a Brescia vi fossero le Olimpiadi degli insulti il PD vincerebbe sicuramente la medaglia d’oro.
Certo che leggere il comunicato dei Consiglieri comunali di FI viene da sorridere; anzi, da ridere. Audit indipendente, Corte dei Conti: loro si che se ne intendono!
Però la loro preoccupazione maggiore è di non “compromettere l’immagine anche degli autorevoli membri della Fondazione”. Sono preoccupati per l’immagine delle signore Bazoli Gitti e Gnutti Beretta. Quei nomi no, non s’hanno manco da sfiorare!