Goletta dei laghi di Legambiente: situazione critica per le acque del Garda

Nel complesso su 19 punti monitorati sono risultati 3 inquinati e 10 fortemente inquinati

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Una veduta del Lago di Garda
Una veduta del Lago di Garda

Si è conclusa con la quinta tappa del lago di Garda la prima parte dell’edizione 2017 della Goletta dei laghi di Legambiente, che ha visto l’equipaggio impegnato in un tour sui principali bacini del nord Italia. Questa mattina sono stati resi noti i risultati delle analisi microbiologiche dei campioni prelevati nel Benaco: i dati dimostrano che in particolare sulla sponda bresciana del lago permangono criticità storicamente rilevate dalle analisi di Goletta dei laghi. La conferenza è stata anche l’occasione per presentare il dossier regionale Goletta dei Laghi 2017 sullo stato di salute dei principali bacini del nord Italia, per fare il punto sui monitoraggi effettuati da Legambiente e sullo stato delle procedure di infrazione delle direttive europee sulla depurazione.

“L’obiettivo della Goletta dei laghi – spiega Simone Nuglio, responsabile della campagna Goletta dei laghi di Legambiente – non è solo denunciare situazioni critiche per la qualità dell’acqua, ma anche stimolare un dialogo tra le diverse amministrazioni e le autorità di controllo in un’ottica di sistema. Il lago rappresenta già di per sé uno straordinario tavolo di confronto, che deve superare le mere competenze locali. La balneabilità delle acque e la gestione del territorio in nome della tutela degli ecosistemi lacustri e della biodiversità, devono essere considerati strumenti importanti per promuovere la qualità del territorio varesotto dando più forza anche a un turismo sostenibile”.

I dati 

Nel complesso su 19 punti monitorati sono risultati 3 inquinati e 10 fortemente inquinati.

In particolare i campioni prelevati in Trentino si attestano anche in questa edizione entro i limiti dei legge. Sulla sponda lombarda del lago di Garda risultano fortemente inquinati i campioni prelevati nel torrente al confine tra Toscolano Maderno e Boiaco (Rio Lefà), un punto monitorato per la prima volta su segnalazione del circolo locale; a Salò presso la foce del canale adiacente la spiaggia Le Rive; a Padenghe sul Garda alla foce del torrente nei pressi del porto; a Desenzano del Garda allo scarico presso lo sfioratore in zona Maratona, allo scarico presso la Spiaggia d’Oro e allo scarico a sud della Lega Navale, tre punti inseriti quest’anno nel monitoraggio su segnalazione dei cittadini. Risultano inquinati secondo le analisi di Goletta i campioni prelevati a Toscolano Maderno alla foce del torrente Toscolano e a Salò presso la foce del torrente Barbarano, registrando un peggioramento rispetto alla passata edizione. Rientrano nei limiti di legge i prelievi effettuati a Toscolano Maderno       presso la Spiaggia Riva Granda, a Padenghe sul Garda presso la foce del torrente Rio Maguzzano e a Desenzano del Garda alla foce del canale presso via Francesco Agello (SPBS11) incrocio via Giulio Cesare, rilevando un miglioramento rispetto ai monitoraggi effettuati l’anno scorso.

Sulla sponda veneta risultano fortemente inquinati i campioni prelevati a Garda alla foce del torrente Gusa, a Lazise presso la foce del torrente Marra, a Castelnuovo del Garda presso la foce del Rio Dugale dei Ronchi, a Valeggio sul Mincio nel canale di sbocco del depuratore, confermando il trend negativo delle passate edizioni e a Bardolino alla foce del torrente San Severo, con un peggioramento rispetto al 2016. Inquinato risulta, invece, il campione di Pai alla foce del canale presso via Pai di Sotto (SR249) all’incrocio con via Alessandro Manzoni, un dato negativo rispetto alle edizioni precedenti di Goletta dei Laghi. Rientrano nei limiti di legge i prelievi effettuati a Peschiera del Garda alla foce del torrente Rio Sermana, registrando un miglioramento rispetto al 2016, e a Valeggio sul Mincio nel fiume in località Salionze, riconfermando il dato positivo delle passate edizioni (vd. tabella riepilogativa di seguito).

“I dati relativi al lago di Garda dimostrano come non sia più possibile perdere ulteriore tempo nel trovare una soluzione per sistemare le situazioni critiche ricorrenti come a Desenzano, Salò e Padenghe del Garda. Una condizione inaccettabile se si considerata la grande affluenza di turisti e di bagnanti – commenta Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – Auspichiamo che si attivi un percorso condiviso tra le regioni Veneto e Lombardia, affinché si trovino le risorse per un nuovo collettamento delle acque reflue. La Lombardia sconta il fatto che in troppe province Ato e enti gestori hanno avuto un processo lungo di aggregazione e ancora molto rimane da fare. La salute dei cittadini e del lago non può più aspettare”.

La conferenza stampa di presentazione dei risultati del monitoraggio del lago di Garda è stata occasione anche per lanciare le Proposte per il lago che Legambiente consegna a Comuni rivieraschi e alle Regioni Lombardia e Veneto che nei prossimi giorni, attraverso i propri rappresentanti e insieme agli enti gestori che operano sul Benaco, incontreranno il Commissario nazionale per la Depurazione, Enrico Rolle. Il documento prevede: la promozione della redazione del progetto definitivo ed esecutivo, nonché la sua realizzazione, del nuovo impianto di collettamento del Garda, ampliato anche alle parti di territorio direttamente connesse se pur non scolanti nelle acque del lago; l’introduzione, per tutte le dinamiche che coinvolgono il Garda, del concetto di “limite”, in particolare per l’edificabilità, le presenze turistiche e la viabilità; la promozione di uno studio approfondito sulla fascia perilacuale che ne preveda la rinaturalizzazione; la valutazione dello stato di salute dei corsi d’acqua che scendono a lago, promuovendo periodici prelievi delle loro acque per verificare la presenza di inquinanti, organici e non; l’istituzione di un Osservatorio Interregionale per il Garda, che riunisca tutti gli attori del territorio, da quelli istituzionali alle associazioni accreditate, con compiti di tutela dell’ecosistema e di promozione di attività scientifica e di ricerca per la formulazione di proposte idonee alla definizione di politiche di valorizzazione del territorio gardesano.

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