Depositi bancari, i bresciani si confermano benestanti

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I bresciani si confermano mediamente benestanti. Il deposito bancario degli abitanti della Provincia, fra il 2013 e il 2016, è infatti cresciuto di circa 4.500 euro, passando da 16.800 euro a quasi 21.300. Il dato arriva dalla recente indagine del Sole 24 Ore sulla capacità dei territori di fronteggiare la crisi economica, e fa il paio con quelli diffusi nei giorni scorsi da altri studi (Ubi in particolare) e dall’annuale report di Banca d’Italia. Anche se resta difficile paragonare indagini effettuate con criteri diversi e a volte, in apparenza, addirittura dissonanti fra loro.

Allargando il campo agli impieghi e alle altre attività finanziarie, nel 2016 la ricchezza finanziaria complessiva delle famiglie di Brescia e provincia è arrivata a 186,4 miliardi di euro, con una leggera crescita rispetto all’anno precedente. Un valore che diviso per il numero degli abitanti farebbe salire la cifra fino a 147.700 euro pro capite. Non poco, anche rispetto alla media delle realtà territoriali più ricche della Penisola.

Secondo Bankitalia, ancora, le somme depositate in banca nel Bresciano hanno superato i 26,8 miliardi di euro, un dato in crescita rispetto all’anno precedente, mentre gli impieghi proseguono nel trend al ribasso rispetto al passato, attestandosi poco sopra i 44,2 miliardi di euro. In questo contesto, il Comune più ricco si conferma Desenzano el Garda che nell’ultimo anno ha aumentato depositi e impieghi in maniera molto significativa, passando 550,1 a 609,4 milioni di euro. A seguire Chiari, con 567,4 milioni di euro, che scavalca Montichiari. Il Comune bassaiolo dal secondo posto del 2015 scivola infatti sul terzo gradino del podio incalzato anche da Lumezzane (quarto), anche se resta al primo posto nella graduatoria dei prestiti con 1.054,1 milioni di euro. Mentre Rovato, in Franciacorta, perde due posizioni nella classifica degli impieghi e rimane seconda in quella dei prestiti.

La certezza è comunque che i depositi bancari rimangono al primo posto nelle scelte dei risparmiatori bresciani: certo i tassi di interesse sono prossimi allo zero, ma non sono pochi a cercare on line una Guida Conti Deposito oppure soluzioni come il Conto Corrente a Zero Spese BNL nella convinzione che – superata la storica “fase del materasso” – il vecchio forziere bancario sia ancora la soluzione migliore per il proprio denaro in attesa di tempi finanziari più sereni. Seguono, nelle preferenze dei risparmiatori bresciani, i fondi pensione, ma anche azioni e partecipazioni, che hanno comunque un valore significativo rispetto al totale.

Vi è comunque un altro dato da tener presente, anche questo diffuso nei giorni scorsi, nell’analizzare i numeri – certamente impressionanti – di cui sopra. Nella media del pollo di Trilussa, la differenza tra chi ha molto e chi poco si sta allargando in maniera sensbile anche nel nostro Paese. In Italia, infatti, sono 307mila le famiglie milionarie, pari all’1,2 per cento del totale. In dodici mesi i nuclei a sei zeri sono aumentati del sette per cento. Ma a spiccare è soprattutto un altro numero: l’1 per cento delle famiglie possiede il 20,9 per cento della ricchezza finanziaria italiana. Un quinto del totale.

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