La moda in Lombardia vale ben 35 miliardi di euro. E numerose province lombarde province (oltre a Brescia: Bergamo, Mantova, Varese, Como, Monza e Lecco) segnano crescite nellexport anche in doppia cifra nell’ultimo anno. In questo quadro, a fronte di una crisi generalizzata del settore abbigliamento e della piccola distribuzione, sono molti i bresciani che hanno deciso di mettersi in proprio e lanciare un marchio. Ad esempio nel settore dei gioielli.
Nel settore orafo a dominare sono sempre il distretto veneto di Vicenza e quello piemontese di Valenza, con marchi come Salvini (con il noto bracciale tennis): preziosi realizzati utilizzando materiali preziosi come l’oro, l’argento e i diamanti. Ma la tradizione artigiana della Leonessa – che certo non può fare concorrenza a Valenza e Vicenza o ai grandi brand – si è concretizzata in altri materiali, più consoni alle peculiarità di un territorio a vocazione produttiva e industriale. Insomma: non gioielli in oro, ma realizzazioni uniche e originali, con materie e processi produttivi spesso innovativi.
Una certa notorietà negli ultimi anni l’hanno raggiunta ad esempio i prodotti della L4k3, una piccola startup originaria di Piancamuno che ha sviluppato negli anni una importante rete distributiva (non solo on line) sfruttando il legame del territorio e una caratteristica che la rende preziosa. I braccialetti di L4k3 (il prodotto più noto, anche se ormai il brand si trova anche su orologi, borse e scarpe), infatti, sono realizzati con le corde prodotte nei retifici di Montisola. Piccole aziende che sono sopravvissute alla crisi del settore e alla concorrenza internazionale proprio grazie alla partnership con il mondo della moda.
Ma c’è chi si è spinto ben oltre. Nobilitando una materia in apparenza povera come la plastica e utilizzandola come base di creazioni uniche e irripetibili, oltre che decisamente originali nelle forme e nei contenuti.
Si tratta del progetto Formespazioroma, ideato dal bresciano Luigi Cigola e dalla romana Sonia Stuppia, che nelle campagne laziali hanno preso casa e creato il loro laboratorio artistico. Cigola, da sempre, ha lavorato sui materiali: legno, metallo, vetro e infine plastica, dedicandosi alla produzione di oggetti e bijoux. Nel 2006, dopo anni di sperimentazione della tecnica della vetrofusione, Cigola ha trovato un materiale in grado di emulare gli effetti di luce del vetro di Murano e – unito alla sua passione per le forme e le filosofie orientali – ne ha fatto il proprio marchio di “fabbrica”. Un marchio che oggi circola con successo crescente per l’Italia (in fiere e mercatini, ma non solo…) e per il mondo.