Fra i migranti ospitati a Brescia dall’inizio dell’anno, sei su dieci non avrebbero diritto di essere qui. Il 60% delle persone straniere ospitate nelle strutture disseminate sul territorio non avrebbe i requisiti per chiedere lo status di rifugiato, ma si tratterebbe “solo” di migranti economici. A dirlo sono i dati della Commissione territoriale di Brescia (che nei primi sei mesi dellanno ha analizzato 1.331 richieste di asilo) riportati dal Corriere di Brescia.
I dati dicono che da gennaio a giugno 2017 sono stati riconosciuti come rifugiati 153 migranti (11%), mentre per altre 91 persone (7%) è stato certificato che fuggivano da altre forme di violenza (protezione sussidiaria). E’ stata poi riconosciuta la protezione umanitaria a persone deboli, minorenni e donne in 298 casi (22%), ma tutti gli altri (compresi 45 irreperibili) sono di fatto migranti economici. I dati bresciani sono comunque in linea con quelli nazionali.
E nonostante la Prefettura di Brescia sia costantemente alla ricerca di nuovi spazi in cui alloggiare gli immigrati (si starebbe pensando anche di reperire cascine abbandonate), alla Caserma Serini di Montichiari tutto tace, anche se il suo status di centro per rimpatri era già stato definito a maggio.
E naturalmente questi sei non sono sulle spalle del vescovato e delle piu’ di 200 parrocchie che continuano, a pancia piena e con i soldi dell8 per mille tolti dalle tasche dei cittadini, a predicare l’accoglienza e l’apertura. E’ proprio vero che chi inganna la gente e’ il primo ad essere chiuso, egoista, saccente ed ipocrita. E la chiesa e’ da sempre maestra.