Sanità: illustrato il modello d’inclusione dell’Associazione Special Olympics

Rolfi: “Da settembre un Tavolo di lavoro per studiare sperimentazione nell'area servizi”

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Promuovere sempre di più lo sport come mezzo di inclusione sociale per i disabili intellettivi anche gravi e valutare anche la possibilità di individuare un riferimento regionale per la formazione di allenatori e istruttori dello sport unificato (l’attività motoria e sportiva fatta insieme da persone con disabilità e persone non disabili), stipulando accordi per la gestione di attrezzature e campi per gli allenamenti.

Queste le richieste avanzate dall’Associazione Special Olympics, che ha illustrato alla Commissione consiliare Sanità, presieduta da Fabio Rolfi (Lega Nord), le proprie attività.

Special Olympics è un programma educativo, che propone ed organizza allenamenti ed eventi solo per persone con disabilità intellettiva e per ogni livello. Presente in più di 170 Paesi, ha coinvolto 4.427.447 atleti e 1.364.144 i volontari, organizzando oltre 81mila grandi eventi nel mondo. In Lombardia è attivo dal 1982, con 50 team che coinvolgono 1600 atleti.

“Interessante audizione con l’intento di costruire un rapporto tra il movimento Special Olympics, nell’ottica di valorizzare la funzione di integrazione sociale e di formazione dello sport rivolta soprattutto ai disabili intellettivi – ha dichiarato il Presidente Rolfi -L’Associazione, che ha ormai raggiunto dimensioni significative, dimostra come lo sport favorisca l’inclusione, superando le barriere non solo fisiche ma culturali, sviluppando capacità cognitive che altrimenti rimarrebbero inespresse. Tutto ciò comporta, oltre a un miglioramento nella qualità della vita dei disabili e delle loro famiglie, un abbattimento dei costi per il sistema socio sanitario dal punto di vista assistenziale. Nella logica della presa in carico e dell’integrazione dei servizi, perni della riforma della sanità lombarda, una esperienza come questa non può rimanere ai margini. A settembre, ho intenzione di stimolare un Tavolo di lavoro, assieme agli assessorati Welfare e Sport, per studiare le modalità più opportune per fare emergere questa modalità di integrazione, integrandola nella rete dei servizi, anche in via sperimentale”.

All’audizione erano presenti il Presidente nazionale, Maurizio Romiti, il Direttore regionale, Claudio Minervino, Giuliangelio Velati della direzione provinciale e Martina Maestrelli dell’ASD Bresciana ”Non Solo Sport” che ha anche illustrato il progetto, avviato con il Comune di Brescia, di una struttura residenziale “Dopo di noi”.

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