“Hanno voluto controllarmi la bici. I giudici se la sono tenuta un’ora e mezzo mentre io sono andato a cambiarmi. Avevo le mie cose da fare e brigare. Vai te a sapere cosa hanno fatto. Loro sostengono che dentro c’è un motorino, ma non hanno trovato nulla. Le ruote non giravano”. Con queste parole – in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport – ha replicato alle accuse l’imprenditore rovatese che avrebbe preso parte a una gara amatoriale di Bedizzole con una bici al cui interno era nascosto un motorino elettrico.
L’imprenditore, rispondendo alle domande, spiega di aver comprato la bici – a un “prezzaccio” – da un privato conosciuto al mare, di cui non ricorda nome e telefono. Inoltre sottolinea di non aver ammesso nulla, ma semplicemente di essersi allontanato perché “Dovevo andare a un matrimonio, facevo tardi” e comunque “loro (i giudici, ndr) hanno cercato i pulsanti ma non hanno trovato nulla”.
Nello stesso pezzo, però, la Gazzetta riporta anche la rabbia di Alfio Bettoni, 48 anni, presidente della squadra di Costa Volpino per cui correva il cicloamatore rovatese. Bettoni afferma di aver sentito il 53enne e si dichiara scettico sulla sua versione dei fatti. Per la versione completa rimandiamo all’articolo originale sul quotidiano sportivo.