Brescia, il neopresidente Cellino: una pazzia, ma cresceremo

Il presidente in pectore delle rondinelle Calcio Massimo Cellino promette di far tornare la società di via Bazoli ai fasti dell'epoca di Corioni

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“Lavorerò 24 ore al giorno per il Brescia”. E ancora: “Vengo per ridare dignità al calcio bresciano e al Brescia”. Il presidente in pectore delle rondinelle Calcio Massimo Cellino, intervistato dal Giornale di Brescia, promette di far tornare la società di via Bazoli ai fasti dell’epoca di Corioni, riportandola al centro del sistema calcistico italiano dopo una stagione in cui si è sfiorata la retrocessione. Cellino, alla Gazzetta dello sport, ha invece definito la sua scelta “una pazzia, magari”, sottolinerando però che “la piazza mi è sempre stata a cuore, si può fare calcio seriamente. I tifosi sono simpatici, anche se forse un po’ pochi”.

Tra le questioni aperte quella del nuovo stadio, suo cruccio anche ai tempi di Cagliari: “Lo voglio io, come lo volevo Corioni”, ha detto alla rosea, “Ci accomunava il profondo amore per il calcio. Ma Gino era un passionale, io sono più razionale. Non voglio farmi condizionare da quello che mi circonda, guardo avanti pensando che nel calcio si possa ancora vincere e guadagnare con le mosse giuste”.

Sul fronte bresciano, invece, l’ormai ex patron Marco Bonometti si dice soddisfatto dell’accordo con l’ex presidente del Cagliari e del Leeds (la firma finale dovrebbe arrivare il 9). “Il mio obiettivo era quello di fare il facilitatore, di traghettare la società verso mani sicure e credo che la scelta sia stata giusta”, ha detto il proprietario di Omr sempre al giornale di Brescia, “Abbiamo salvato la squadra e adesso spazio ad altri che dovranno andare avanti”. Bonometti, quindi, sottolinea di aver sostenuto il Brescia come “gesto di altruismo per la mia città” e di non aver incassato un euro dalla cessione. Infine lo sfogo: “Aveva ragione Gino Corioni. Gli imprenditori bresciani non sono interessati al Brescia calcio”.

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