Tre tipi di democrazia | di Sandro Belli

Quante analisi e quanti insulti ed elogi sul tema della Democrazia. Un tema attuale che in varie forme muove e sconvolge la tematica politica.

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Sandro Belli, imprenditore e opinionista di BsNews.it
Sandro Belli, imprenditore e opinionista di BsNews.it

di Sandro Belli – Quante analisi e quanti insulti ed elogi sul tema della Democrazia. Un tema attuale che in varie forme muove e sconvolge la tematica politica. Il cuore del problema sempre più spesso pare il seguente: la Democrazia rappresentativa, che per secoli ha retto gli Stati in forme diverse, può oggi essere sufficiente? Gli eletti dal popolo sono veri rappresentanti della volontà popolare, o invece, come già diceva il celebre costituzionalista Costantino Mortati, sono divenuti “rappresentanti dei partiti”? Lo scollamento fra politica e cittadini permane inavvicinabile?

L’analisi che ne fa A. Giacalone in una seria lettera al GdB dell’ 11 agosto è molto significativa: “…all’illusione che i partiti fossero genuino riflesso della volontà popolare, si è sostituita la consapevolezza che sono realtà umane, fatalmente animate da logiche di sopravvenienza e controllo del potere…” Alla libera volontà popolare si è sostituita la partitocrazia.

Cosa non nuova. Già Enrico Berlinguer molti anni fa diceva. “…i partiti sono divenuti macchine di potere e di clientela… non sono più organizzatori del popolo.”

Troppi intellettuali, politici, professoroni ripetono che la Democrazia rappresentativa non funziona, ma non indicano alcuna diversa soluzione è neppure alcuna modifica migliorativa. L’ alternativa alla Democrazia Rappresentativa, qualcuno dice, è la Democrazia diretta. A me pare che questo tipo di regime fosse adatto all’antica Atene nella sua realtà di piccola ed elitaria organizzazione sociale. Adatta anche ai Referendum della piccola e tranquilla Svizzera federale o a qualche regime settario o hippies, o infine qualche mix fra dittatura e populismo.

Non v’è dubbio che in parte le due forme di Democrazia sopra descritte abbiano un contenuto positivo, ma – alla prova dei fatti – la storia ci ha dimostrato che, singolarmente, non sono del tutto idonee a gestire uno Stato moderno. Che fare?

Personalmente credo che si debbano, in sintesi e per semplificazione, iniziare a definire tre tipi di Democrazia :

– Democrazia rappresentativa. Come detto sopra, utile ma non sufficiente. Facilmente corruttibile e degenerabile (partitocrazia) e sopratutto lontana dalla autentica volontà popolare; valida quando riesce ad esprimere validi rappresentanti da inserire nelle istituzioni pubbliche. (una riforma dei partiti come quella elaborata da Richetti potrebbe migliorare notevolmente la situazione).

– Democrazia diretta. Da usarsi in casi eccezionali sia in forma di Referendum propositivo, sia di Referendum consultivo, sia se è in grado di usare meccanismi costituzionali che non soffocano (come fatto in 50 anni) le leggi di iniziativa popolare. La Democrazia diretta è, pur nei suoi inevitabili limiti di impiego, uno strumento di espressione popolare.

– Democrazia civica. (la proposta di Una Nuova Via) che pur utilizzando in parte gli istituti e gli strumenti delle altre due, introduce un ‘ quarto potere’ (il potere civico) che non è altro che far spazio al cittadino, alla sua competenza e specificità, alla indispensabilità del suo contributo, non introducendo consultazioni generali su ogni argomento, ma ascoltando quella parte di cittadinanza che si interessa al tema, interpellando cioè obbligatoriamente i veri competenti e i fruitori di specifici servizi o attività.

Se si volesse tradurre tutto ciò in strutture istituzionali, lascerei ai partiti l’essere protagonisti della Camera dei Deputati (Camera dei partiti), utilizzando quindi il sistema democratico- rappresentativo. Creerei un Senato Civico, con cittadini competenti in varie tematiche, utilizzando le eccellenze della Nazione; un Senato con poteri di controllo e sopratutto di difesa del Cittadino (utilizzando un sistema civico). Inoltre istituzionalizzerei un meccanismo snello per i due tipi di Referendum democratico (da riinserire, distinti, in una Riforma Costituzionale) da utilizzarsi in casi di grande rilevanza, e introdurrei i moderni sistemi telematici di consultazione per conoscere il sentimento popolare… una democrazia completa, moderna, articolata ma vivace… una Democrazia civica, che tien buono ciò che i tre tipi di democrazia possono apportare.

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5 Commenti

  1. Osservazione accolta, con un ma…da cittadino bresciano penso che Brescia debba esser parte di un contesto grande, di un dibattito molto allargato anche ultra provinciale.
    Oltre a ciò, partire da concetti generali e cercare di riassumerli e condividerli ( se possibile) mi pare l’unico metodo per creare una convinzione politica vera, non improvvisata, che basandosi su di un pensiero politico coordinato, possa poi, gradualmente, tema per tema, scendere alla concretezza di ogni singolo aspetto. In altre parola, se si condividesse la proposta di una ” democrazia civica ” ,si potrebbe, coerentemente derivarne la soluzione al tema “Quale sindaco per Brescia ? Quale maggioranza proporre ?”. Se, come dico nell’articolo, la democrazia rappresentativa va rispettata, ma “non basta” si deve aggiungere una parte ” civica” importante, non solo sotto forma di candidati e persone, ma come metodi e criteri,allora mi pare consequenziale scegliere un sindaco politico ed un vice civico oppure viceversa. Introdurre poi, tutti quegli elementi civici di gestione e di controllo che elenco in vari articoli, ai quali, per non annoiare, rimando

    • Allora, semplifichiamo così: indirizzo e controllo in mano alla democrazia rappresentativa (ai politici “tradizionali”) e gestione affidata alla democrazia civica (agli “esperti”). Un po’ come in Cosa Nostra: i boss si occupano di indirizzo e controllo e i picciotti eseguono…

  2. Aggiungo. Non ho conoscenza e contatti con Cosa Nostra. Visto che lei ne ha conoscenza e, a quanto pare, ha familiarità con la struttura organizzativa, la cosa preoccupa. Io preferisco rifarmi a Sturzo ( celebre la sua visinone del Senato a protezione del cittadino ) a Luigi Einaudi, a Sartori ec..

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