Rivolete il Bigio in piazza Vittoria: Sì o No? | SONDAGGIO

Il Bigio deve tornare in piazza Vittoria nella sua posizione originaria? Diteci la vostra opinione votando il sondaggio di BsNews.it

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GIF - BIGIO SONDAGGIO
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Il Bigio divide Brescia da decenni. O meglio: dopo la caduta del Fascismo la Leonessa d’Italia era stata unita dalla decisione di rimuoverlo dal piedistallo di piazza Vittoria. Ma a oltre 70 anni di distanza la città appare divisa su una eventuale ricollocazione del colosso del Dazzi nella sua posizione originaria. Da una parte c’è chi dice no, nel nome dell’antifascismo. Dall’altra chi dice sì: un fronte più eterogeneo, formato da un certo numero di nostalgici dell'”Era fascista”, ma anche da una schiera di cittadini (anche di sinistra) che rivorrebbero il Bigio al suo posto per questioni estetiche e architettoniche.

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Rivolete il Bigio in piazza Vittoria?

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11 Commenti

  1. Quante polemiche inutili. A me, per esempio, dà fastidio la statua di Garibaldi perchè rappresenta una storia che tanti problemi ci ha creato. E allora cosa facciamo? La togliamo? E poi continuiamo per sessant’anni a polemizzare su chi la vuole e chi no?

  2. E’ la stessa cosa, il problema del Bigio nasce da quando qualcuno ha deciso di toglierlo… Quindi, secondo il suo ragionamento, se in un edificio si trovano parti antiche, che non ci sono da tanto tempo, è meglio non togliere le parti moderne e lasciare nell’oblio quelle antiche…

  3. Quel qualcuno che decise di togliere la statua chiamata “era fascista” volgarmente conosciuta come “bigio”, lo fece alla fine di una dittatura e di una guerra. Guerra che il fascismo aveva provocato

  4. E’ stata una scelta. E come tale opinabile. Come, opinabile, è stata la scelta di mettere la statua di Garibaldi. E, come tale, discutibile, anche alla luce della storia. Come si continua a tentare di fare per il Bigio…

  5. Lo chiami come Le pare, la sostanza non cambia. L’era fascista è morta e sepolta, come dice Lei. Quindi non dovrebbero esserci problemi a rimettere quella statua. Anche perchè mi sembra che sia Lei che pensi che quest’epoca non sia “definitivamente sepolta il 25 aprile 1945”, come invece scrive…

  6. Lettera aperta al primo cittadino Emilio Del Bono e al Consiglio comunale della mia città Brescia. Vorrei presentare la mia idea, che riguarda il posizionamento sul basamento di piazza della Vittoria di una grande statua marmorea e/o altro materiale, che svetti in piazza, un’effige della Vittoria Alata che possa essere realizzata grazie ad un concorso di idee da parte di laboratori universitari e/o artigiani, per la realizzazione, simbolo che racconta attraverso la sua figura millenaria la storia dell’antica Brixia. Una statua rappresentante la Vittoria, reperto ritrovato proprio in suolo bresciano, quale miglior simbolo può rappresentare e personificare una piazza dedicata alla Vittoria?! Il mio pensiero vola su Primo Levi, come se la sua testimonianza andasse su molte donne e uomini ancora una volta, atta a coinvolgere tutte le generazioni, vertendo sul senso da dare a questi nostri 70 anni di tregua e implica la consapevolezza che la nostra riconquista dell’umano, l’insediamento della vera pace, dipenda dalla profondità con cui avremo esplorato gli abissi di ieri e dalle conseguenze che ne avremo tratto. Decine di opere editoriali sono venute alla luce in questo periodo per rievocare eventi storici; alcune, in modo particolare quelle di Giampaolo Pansa, cercando di capire le ragioni dei perdenti ed il dramma vissuto nei giorni della «Liberazione» ma molte, ancora troppe, celebrano una guerra civile, volendo ignorare le ragioni, i contenuti ideali, presenti anche nella parte perdente, pur sapendo che, per logica e per natura, quelle ragioni e quei contenuti sono insiti in tutti gli atti umani, in ogni momento della storia dell’umanità? Facendo riferimento alla Spagna franchista, possiamo considerare che vent’anni dopo la fine della guerra civile eresse e consacrò al culto degli spagnoli, il monumento della «Valle dei Caduti», dove fraternamente sono raccolti, dimenticati gli anni del furore, i caduti dell’una e dell’altra parte, esempio che potremmo portare sul suolo bresciano riportando in questa piazza un percorso e simbolo di riappacificazione. Concludo con ciò che Cesare Pavese, pubblicò nel 1949: «Ho visto i nostri morti, ma ho visto anche i morti sconosciuti, quelli del nemico, quelli repubblichini sono questi che mi hanno svegliato qualcosa… Il nemico, anche vinto, è qualcuno, e dopo averne sparso il sangue bisogna placarlo, dare una voce a questo sangue, giustificare chi l’ha sparso. Ogni caduto somiglia a chi resta e gliene chiede ragione. Al posto di un nostro nemico potremmo essere noi e non ci sarebbe differenza. Per questo ogni guerra è una guerra civile. E dico, se vogliamo ritornare a sperare e vivere, pietà, pietà anche per il nemico ucciso». Non so come verrà colta l’idea che sto proponendo, mi pare di essere un bambino che gioca nel tempo della propria città, e di essermi divertito e stupito di ritrovare una piazza ornata da un monumento bello e insolito. Il monumento potrebbe essere realizzato e progettato in due ipotesi: la prima dal laboratorio Rise dell’Università Statale di Brescia, il quale ha messo a punto uno strumento (realizzazione in 3D) in grado di riprodurre la Vittoria Alata anche in grandi dimensioni (altezza 750 cm), seguendo il progetto di quel lontano artista Arturo Dazzi scultore e pittore. La seconda andare in quel di Virle, al laboratorio impregnato di arte storia di polvere secolare dove il marmo è vivo da 5 secoli. Chiedere ai maestri Angelo e Ivan Confortini di compiere due miracoli cioè poter creare la copia dalla Vittoria Alata (altezza 750 cm) e, un generoso preventivo. Lo chiede tutto il Consiglio comunale generazione della Spending review! Mica lo chiede Berardo Maggi, vescovo e signore di Brescia!
    // Celso Vassalini
    Cittadino Europeo

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