Legge contro l’apologia di fascismo, Beccalossi attacca Fiano

L'assessore regionale ed esponente di Fratelli d'Italia: speriamo che Fiano non proponga di abbattere la stazione di Milano

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Viviana Beccalossi
Viviana Beccalossi

La legge Fiano, che prevede un forte inasprimento delle pene per l’apologia di fascismo, fa discutere e divide la politica. Da una parte i sostenitori, dall’altra i contrari nel nome della libertà d’espressione, i nostalgici del Duce e altri: un fronte variegato che pare comprendere anche l’esponente di Fratelli d’Italia, e attuale assessore regionale, Viviana Beccalossi.

“Scendo dal treno che da Brescia mi ha portata a Milano. Mi incammino verso il Palazzo della Regione e voltandomi alle spalle guardo, come sempre mi accade, ammirata, la Stazione Centrale. E penso… speriamo che il senatore Fiano non proponga di abbatterla”. Così, infatti, ha scritto su Facebook (rilanciandolo con una nota ai media) la Beccalossi, inserendosi nel dibattito che riguarda la discussione della legge.

Un riferimento, forse, anche alla provocazione lanciata da Fiano a Radio 24, ai cui microfoni l’esponente del Pd ha detto che va cancellata anche scritta “Mussolini dux” sull’obelisco del Foro Italico a Roma (a Brescia, dunque, a rischio ci sarebbero l’arengario e altri luoghi, mentre il Bigio rimane chiuso in magazzin).

La legge Fiano prevede l’introduzione dell’articolo 293-bis del codice penale che punisce “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco”. Tra i gesti da punire con la reclusione da sei mesi a due anni (pene inasprite di un terzo se commessi attraverso internet) anche il saluto romano e la diffusione di gadget nostalgici.

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