Allevatori sul piede di guerra per la questioni degli organismi territoriali commissariati in Lombardia. Ieri, infatti, avrebbe dovuto tenersi laudizione nella VIII Commissione Agricoltura di Regione Lombardia, presieduta dal Consigliere bresciano Alberto Cavalli, dei quattro Commissari che stanno gestendo le APA (l’acronimo sta per Associazione provinciale allevatori) lombarde. Ma Commissari, unitamente al Presidente di Aral, anchesso convocato, hanno comunicato con solo qualche ora di anticipo che – a causa di improrogabili impegni – non avrebbero potuto presentarsi.
La settimana scorsa la Commissione Agricoltura aveva sentito gli ex Presidenti delle APA commissariate e quindi ludienza con i Commissari avrebbe consentito ai Consiglieri regionali componenti la Commissione di avere un quadro completo di quanto sta succedendo allinterno del sistema delle strutture territoriali di AIA in Lombardia.
Di fronte a questo ennesimo sfregio – attacca il Presidente di Confagricoltura Lombardia Antonio Boselli – non è possibile restare indifferenti. Possiamo capire e anzi siamo daccordo sul fatto che il sistema che governa le APA abbia la necessità di una profonda revisione in linea con i tempi e con un adeguato aggiornamento, che invochiamo da tempo, della legge 30/91. Ma qui si stanno usando metodi non conciliabili con i più elementari principi democratici. Fino ad ora non si è tenuto in alcun conto del parere degli Allevatori associati, e le richieste di assemblee e di incontri sono state sistematicamente ignorate. Adesso ci si sottrae anche al confronto con le rappresentanze Istituzionali a cui gli allevatori avevano fornito le ragioni del loro malcontento sulle procedure adottate. Siamo di fronte ad una vera e propria liquidazione coatta.
In serata è poi giunta la notizia del licenziamento del direttore dellAssociazione Interprovinciale Lombardia Ovest, Giuseppe Invernizzi. Altro provvedimento assunto dai Commissari, commenta Boselli, senza alcun confronto con i Soci. Vista la sospensione dello stesso qualche settimana fa appare sempre più un atto di ritorsione per aver chiesto chiarimenti su alcune scelte gestionali fatte dai Commissari.