“L’inaudita gravità del fatto”, commesso “vigliaccamente” ai danni di “una ragazzina debole e indifesa, aggredita per motivi sicuramente spregevoli”. Con queste parole – riportate dal Giornale di Brescia – i giudici della Corte d’assise d’appello di Brescia hanno depositato la sentenza che conferma la condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio. La sentenza verrà presto impugnata dai legali difensori dell’uomo che hanno già fatto sapere di voler ricorrere in Cassazione.
Secondo i giudici bresciani, presieduti da Enrico Fischetti, il movente dell’omicidio della ragazzina bergamasca – scomparsa dalla palestra di Brembate il 26 novembre 2010 e ritrovata cadavere in un campo tre mesi dopo – è da ascriversi alle avances sessuali che Bossetti le avrebbe fatto e che lei avrebbe rifiutato. Nella sentenza viene considerata “granitica” la prova del Dna che inchioda Bossetti che invece la difesa ha sempre cercato in tutti i modi di confutare.