La riforma sanitaria lombarda complica la vita alle ASST e soprattutto ai cittadini. A dirlo, con una nota, è il deputato bresciano del Movimento 5 Stelle Girgis Sorial, che punta l’indice contro la qualità del servizio offerto dalle ex Asl.
IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO
In seguito alla riforma sanitaria di Regione Lombardia, le ASST locali si trovano in una situazione difficile e i servizi erogati finiscono spesso per risentirne. Con perdite di tempo e scarsa qualità delle prestazioni fornite, a pagare sono i cittadini, esposti a informazioni errate, innumerevoli disagi e talvolta anche impossibilitati a ottenere il servizio di cui necessitano.
Mi sono recato presso lASST di Brescia e ho sperimentato da utente i problemi che riguardano lerogazione dei servizi. Si va da incredibili perdite di tempo a risorse non più disponibili, da postazioni di lavoro lasciate scoperte fino ad informazioni errate da parte dei medici di base, che costringono i cittadini a recarsi nel capoluogo nonostante alcuni servizi possano essere erogati solo dagli uffici territoriali di provenienza dellutente.
Il problema nasce dalla riforma sanitaria di Regione Lombardia, che ha costituito due realtà diverse come ATS e ASST, contribuendo a creare confusione a proposito delle competenze. In questa fase di transizione, lASST si trova a non poter garantire la qualità del servizio erogato e chi paga, ovviamente, è il cittadino, che si trova esposto ad enormi perdite di tempo, numerosi disagi e non sempre riesce ad ottenere il servizio di cui necessita e che gli spetta. Auspichiamo che questo periodo di transizione possa concludersi al più presto, con la collaborazione delle strutture coinvolte e con una particolare attenzione da parte di Regione Lombardia perché questo avvenga.
Una dichiarazione generica ed in politichese, ma l’On.le Sorial non spiega nulla del nocciolo della riforma targata “Maroni” la cui principale finalità è quella di depotenziare ulteriormente il sistema sanitario pubblico a favore di quello privato con meccanismi “politici” di controllo a monte e di gestione a valle del business della sanità. Riduzioni ed accorpamenti di strutture, funzioni ed attività con logioche imprenditoriali e non di assistenza ai malati, Direttori Generali plenipotenziari di fatto nominati in commissioni facilmente pilotabili e competenze di controllo minime rispetto a quanto necessiterebbe soprattutto per le verifiche sugli accreditamenti privati e la qualità del servizio, sono alcuni degli aspetti più rilevanti di quanto i cittadini scopriranno via via a loro spese nell’applicazione delle nuove norme.