Ordinanze antiprofughi ritirate, la Cgil: bene, ma motivazioni ridicole

Dietro front dei Comuni di Pontevico, Capriano del Colle, Piancogno e Marone sulle ordinanze antiprofughi che avevano suscitato polemiche e ricorsi legali

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Immigrati
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Dietro front dei Comuni di Pontevico, Capriano del Colle, Piancogno e Marone sulle ordinanze antiprofughi che avevano suscitato polemiche e ricorsi legali.

A fronte dei ricorsi promossi dall’ Asgi, Cgil, Fondazione Guido Piccini Onlus e dalla Cooperativa RHUA  e, in alcuni casi, dalle Prefetture, i sindaci – che nei mesi scorsi avevano adottato un modello standard di ordinanza “al solo fine di cercare di creare ostacoli all’attività di accoglienza” – hanno fatto una precipitosa marcia indietro e, nella quasi totalità, hanno deciso di ritirare le ordinanze.

I Comuni che hanno revocato precedenti ordinanze anti-profughi sono appunto Pontevico, Capriano del Colle, Piancogno e Marone, che in agosto avevano emesso ordinanze anti-profughi fotocopia e “che ora – sottolinea il sindacato in una nota – le hanno ritirate con spiegazioni a volte ridicole”.

“Si va infatti da chi non ritiene di dare spiegazioni alla marcia indietro al sindaco – evidenzia ancora il comunicato della Cgil – che ha scoperto solo recentemente norme di legge in base alle quali risulta illegittima l’ordinanza – norme che avrebbe dovuto conoscere prima in qualità di amministratore – fino a coloro che motivano il provvedimento con la ‘riduzione del numero di sbarchi’, diminuzione che si era già verificata ben prima della adozione delle ordinanze. Va rilevato, inoltre, che non si comprende quale effetto potesse avere tale riduzione in Comuni che non sono logisticamente interessati né da riduzioni, né da incrementi di sbarchi ( come possono esserlo le Amministrazioni sede di porto) e che, comunque, non hanno alcun potere di emettere provvedimenti in relazione a fenomeni di rilevanza nazionale. Alcuni sindaci richiamano, infine, il dovere di leale collaborazione tra le istituzioni, quando, si fa notare, erano proprio tali ordinanze ad essere d’intralcio al lavoro con il quale le prefetture cercano di realizzare una equa distribuzione dell’accoglienza tra le varie realtà locali”.

Asgi, Cgil, Fondazione Guido Piccini Onlus e Cooperativa RHUA, “pur prendendo atto con soddisfazione di questa totale retromarcia, non possono non ricordare che le predette ordinanze erano state adottate qualificando il fenomeno migratorio come ‘un pericolo per la sicurezza e la salute pubblica’”. “Positiva questa marcia indietro, avvenuta dopo i nostri ricorsi – afferma Damiano Galletti, segretario generale della Camera del Lavoro -. L’augurio è che tali amministrazioni  intraprendano ora un percorso di gestione dell’accoglienza con lucidità, concretezza, e soprattutto nel rispetto della legalità,  così clamorosamente violata in questa vicenda”.

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1 COMMENT

  1. Come sempre la cgil deve crearsi il pane per il proprio futuro, quindi interviene in favore di quelli che poi li manterranno. A scapito dei lavoratori, dei servizi sociali sempre meno garantiti ai cittadini, delle tutele a disoccupati e lavoratori, ormai anni luce distanti da un’organizzazione opportunista e distruttiva del tessuto sociale ed economico di un paese.

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