Collegi elettorali, Bergamo ne scippa uno a Brescia: è polemica

La leonessa è passata alla Camera da otto collegi a sette, mentre la vicina Bergamo (pur essendo più piccola) ne ha guadagnato uno, arrivando a otto

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Brescia contro Bergamo
Brescia contro Bergamo

Il decreto legislativo che è stato varato giovedì sera dal Consiglio dei ministri ridisegna i confini geografici in vista delle prossime elezioni politiche. E dalla suddivisione dei collegi elettorali per le prossime elezioni politiche emerge un dato chiaro: la provincia di Brescia è passata alla Camera da otto collegi a sette, mentre la vicina Bergamo (pur essendo significativamente più piccola) ne ha guadagnato uno, arrivando a otto. Un sorpasso frutto del ridisegno di alcuni collegi e in particolare dell’uninominale 13 (che comprende il bergamasco Romano e i bresciani Orzinuovi e Verolanuiva), le cui candidature verranno decise a Bergamo nonostante il grosso degli abitanti siano bresciani.

Insomma: i cugini orobici hanno “scippato” un posto alla leonessa. Una decisione – per fortuna pare non ancora definitiva – che dimostra ancora una volta la debolezza politica di Brescia. Le polemiche si sono già accese: aperte dall’esponente del Pd Claudio Bragaglio (ex consigliere regionale e oggi presidente della direzione regionale del partito), ma sostenute da tutti i deputati bresciani che si vedono così automaticamente ridotte le possibilità di rielezione (trattandosi di un collegio uninominale, sondaggi alla mano, i più penalizzati sono quelli di centrodestra).

“Per quanto riguarda le province di Brescia e di Bergamo, che fanno parte della Circoscrizione Lombardia 3 – scrive Bragaglio – viene proposto l’accorpamento di un’ampia zona sud ovest di Brescia (Orzinuovi- Verolanuova) a Bergamo per poter ottenere il collegio uninominale U13 incentrato su Romano Lombardo. Da questa operazione, unitamente al fatto che un’altra parte della bassa bresciana viene staccata per favorire Cremona e Mantova, si ottiene una inaccettabile penalizzazione dei seggi attribuiti a Brescia. Al punto che Bergamo, pur non raggiungendo demograficamente, il settimo seggio si vede attribuito anche l’ottavo. Mentre Brescia, pur superando demograficamente l’ottavo seggio si ritrova ad averne assegnati solo sette. Se noi consideriamo anche solo i dati delle due Province (Bergamo: 1,1 mln, Brescia: 1,26 mln) – continua l’esponente del Pd – risulta evidente il grave errore compiuto nella assegnazione.

“Se di errore si tratta, come mi pare evidente – incalza il presidente della direzione regionale del Partito democratico – esso è rimediabile anche con un semplice intervento correttivo riguardante singoli Comuni. Se, viceversa, ci si trova di fronte a scelte consapevoli e deliberate, come alcuni esponenti politici e di Governo del PD hanno rilevato in queste ore e riguardanti altre situazioni in Italia, si tratta allora di ritenere semplicemente ingiusta ed inaccettabile una tale operazione di microchirurgia strumentale. E tale, mi auguro – chiosa – da indurre gli esponenti bresciani, al di là delle loro stesse appartenenze politiche, ad operare a tutti i livelli in modo conseguente”.

 

 

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6 Commenti

  1. Mi risulta che non sia affatto un caso isolato questo del “riconfezionamento” dei collegi in base alla nuova legge elettorale, cioè di quella porcheria imposta al Paese solo per impedire alla prima formazione politica nazionale, cioè i pentastellati, un’affermazione che sarebbe stata ben più netta e clamorosa di quella che sarà nella primavera 2018. Un bilancino spietato, studiato palmo a palmo sul territorio, con venature antidemocratiche e coalizioni casuali e contro natura (politica), ci porterà comunque l’esatto contrario di ciò che falsamente viene sbandierato dal duo consociativo e spartitorio PD-Forza Italia, cioè la governabilità. Un bresciano in meno in Parlamento ? Ben altri sono i problemi della rappresentanza democratica, della sovranità del popolo, del consenso effettivamente derivante dal voto espresso dai cittadini.

  2. Stradivarius, al Rosatellum potrei aggiungere alle tue anche le mie valutazioni. Bene l’introduzione d’un principio di coalizione, anche se mi chiedo perché il PD fino a poche settimane fa ha costruito la sua strategia sul PD maggioritario e solitario. Più o meno – absit iniuria.. – come il M5S. Vallo a capire. Quindi favorendo solo il centro destra. Bene che ci siano, come col vecchio Mattarellum, collegi plurinominali e uninominali, anche se mi chiedo il senso d’un voto unico per gli uni e per gli altri (maggioritario e proporzionale erano disgiunti con il Mattarellum) che facilmente capitolerà nel ricorso alla Consulta. Un sistema, poi, che impedisce di fatto persino accordi di non belligeranza o di desistenza con MDP. Anche in questo caso…valli a capire Rosato ed il suo Rosatellum. Eppure il tempo per pensare, dalla sconfitta del Referendum del 4 dicembre a giugno, non è mancato. In quanto alla tua obiezione permettimi di dirti che se si contesta un condominio un po’ squinternato non è che non ti debba lamentare – come facciamo a Brescia – in particolare anche del fatto che ti ritrovi scippato pure un mobile – quindi un seggio – di casa tua…brg

  3. Costruire una legge elettorale “contro qualcuno” (pentastellati): piddini e compari berluscones questo volevano e questo ossessivamente hanno partorito a prescindere da tutto, veramente quasi tutto. Bisognerebbe in dettaglio analizzare e scriverne per troppo, ma forse basta e avanza l’individuazione per la Camera di 232 collegi uninominali e 386 piccoli collegi plurinominali e per il Senato rispettivamente 116 e 193. Che numeri strani, potrebbe dire ingenuamente qualcuno. In realtà, i mesi passati dalla debàcle del 4 dicembre sono stati spesi dal PD e da Forza Italia ad esplorare metro per metro il territorio elettorale nazionale mettendo in conto pure qualche sacrificio reciproco pur di arrivare con una legge elettorle ad hoc (terribile extrema ratio…) a questo risultato elettorale: 1/3 Pd e chi ci sta a sinistra, 1/3 pentastellati, 1/3 centrodestra tripartito. Tutto ciò per mostrare il (funesto) giorno dopo agli elettori italici l’unica via percorribile: Grande Coalizione per salvare l’Italia dall’ingovernabilità che porterebbe venti di tempesta sull’economia, sulla possibile ripresa dalla criisi, sui conti pubblici e sulla credibilità internazionale. Roba da “muoia Sansone con tutti i Filistei”. E così i due del Nazareno convolerebbero finalmente a nozze. Spero tanto di sbagliarmi…

  4. Stradivarius non so se ti sbagli…ma una cosa è certa sopravvaluti l’accordo a due di tutti questi studi calcolatissimi sui territori, perché l’unica cosa certa è che dalla suddivisione e dal Rosatellum si avvantaggia allo stato dell’arte il solo centro destra. Non chiedermi come ciò sia potuto accadere per il PD perché per me (che un qualcosina so di leggi elettorali) è un mistero doloroso. Cmq quel che tu lamenti per il M5S vale anche per il PD perché se gli alleati del PD sono Alfano-Bonino-Pisapia la differenza temo purtroppo la si noterebbe non sommandoli tra loro tre, ma… moltiplicandoli.

  5. Il Pd suicida o masochista, a seconda delle letture, personalmente non mi convince. troppo E avrebbe davvero del clamoroso, con tanto di verniciatura pesante di dissenatezza politica tale da rendere ancora più preoccupanti gli scenari post elettorali. Credo invece che il cocciuto ducetto toscano abbia una riserva di ossigeno per il suo super-io ipetrofico proprio sulla sponda forzista.

  6. Suicidio nò-e-poi-nò! Ma non sarei altrettanto sicuro ad escludere il…masochismo. So che per te s&b ha dell’incredibile, ma proprio su quel punto lì il PD un impareggiabile collaudo se l’è fatto già da tempo, con testardo impegno e brillanti risultati.

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