La Cgil vara la nuova segreteria e promuove Del Bono

Silvia Spera, Subentra a Damiano Galletti, segretario della Camera del Lavoro dal 2010, che ha raggiunto i requisiti per andare in pensione

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Damiano Galletti con Silvia Spera, Cgil Brescia
Damiano Galletti con Silvia Spera, Cgil Brescia

Silvia Spera, eletta oggi dall’assemblea generale della Camera del Lavoro, è ufficialmente la nuova segretaria generale della Cgil di Brescia. Subentra a Damiano Galletti, segretario della Camera del Lavoro dal 2010, il quale ha raggiunto i requisiti per andare in pensione.

L’assemblea generale ha eletto anche la nuova segreteria: oltre a Silvia Spera, della nuova segreteria fanno parte  Oliviero Girelli (confermato), Federica Trapletti (confermata) e Flavio Squassina, 53 anni, un lungo percorso nella Fillea Cgil (gli edili) e dal 2015 in Camera del Lavoro come responsabile del settore artigiano.  «Una segreteria che passa da 5 a 4 componenti – ha detto Silvia Spera -, nell’ottica di una gestione unitaria della Camera del Lavoro in previsione anche dell’appuntamento congressuale che tutti ci auspichiamo unitario».

Nel suo intervento Silvia Spera ha puntato l’attenzione sulle profonde trasformazioni in atto nel mondo produttivo e sociale. Quindi ha lanciato la proposta – all’Associazione Industriale Bresciana e a Cisl e Uil – «di  costituzione di un ambito di analisi, ricerca e proposta condiviso, aperto alle diverse realtà istituzionali e non», per indirizzare e sperimentare percorsi di politiche attive, politiche industriali utili ad attrarre investitori e investimenti, per sostenere ricerca e innovazione. Tale proposta «chiama in causa anche i rapporti unitari tra le tre organizzazioni sindacali, in un momento in cui lo stato dei rapporti è sfilacciato dopo le divisioni aperte nel confronto sulle pensioni».

«Quanto accaduto – ha osservato – ripropone con forza il tema della rappresentanza e la necessità di  precise regole democratiche, dove nella definizione delle piattaforme e degli accordi diventa vincolante il voto delle lavoratrici e dei lavoratori. Damiano Galletti in questi anni ha tessuto e favorito la crescita dei rapporti unitari, alcuni passi  sono stati fatti, altri hanno registrato un freno. Noi proseguiremo nel confronto, tenendo come riferimento il merito delle questioni, non possiamo e non dobbiamo  però nasconderci che il tema del lavoro e delle sue complessità sono un terreno dove l’unità sindacale registra molte difficoltà». Perché l’unità è un fattore importante, «ma l’unità come somma delle tre organizzazioni non dà conto del peso, della rappresentanza, della linea sindacale che si esprime e forse è arrivato il momento di pensare all’unità di azione e quindi cominciare a immaginare un sindacato unico, dentro un quadro preciso di regole di democrazia e di rappresentanza».

Il rapporto con la politica proseguirà improntato all’autonomia di pensiero ed azione, così come è sempre stato nella pratica sindacale. Ed è proprio partendo «dall’autonomia che ci contraddistingue che non possiamo non dare un giudizio complessivamente positivo sulla giunta uscente: Brescia è cambiata, è cambiata in meglio, il lavoro di ricomposizione sociale inclusivo, a cui anche noi abbiamo contribuito, è stato esercitato nel solco della tradizione democratica e antifascista che contraddistingue la nostra città».

LE BIOGRAFIE

Silvia Spera

Cinquantaquattro anni, sposata con due figli, Silvia Spera è componente della segreteria della Camera del Lavoro di Brescia dal 2011. Dipendente del Comune di Brescia in aspettativa, nel 1992 viene chiamata a ricoprire il ruolo di funzionaria sindacale in Fiom-Cgil. Segue le zone della città, del Garda, della Val Trompia, della bassa bresciana. Dal 2001 al 2003 entra a far parte della segreteria Fiom guidata da Osvaldo Squassina. Successivamente responsabile dell’ufficio Fallimenti e dell’ufficio Vertenze della Fiom, nel gennaio 2011 entra a far parte della segreteria Cgil guidata da Damiano Galletti con il ruolo di responsabile della contrattazione nazionale, articolata e decentrata delle categorie.

Flavio Squassina

Cinquantatre anni, ha iniziato ha lavorare in edilizia dal 1981. nel corso degli anni ottanta ha svolto l’attività di delegato sindacale alla Soce. Nel giugno del 1991 inizia la collaborazione in Fillea Cgil come funzionario sindacale. Dal 2001 al 2003 è funzionario in Fiom Cgil, rientra successivamente in Fillea dove vi resta fino alla fine del 2014, prima come funzionario e successivamente come componente della segreteria. Dal 2015 è responsabile sindacale del settore artigiano della Camera del Lavoro.

Federica Trapletti

Quarantotto anni, sposata con due figli, Federica Trapletti ha iniziato a lavorare nel 1991 all’Italpresse Industria Srl di Capriano del Colle come impiegata. Delegata Fiom Cgil nella stessa azienda dal 1998, dal 2004 diventa funzionario Fiom responsabile della zona Ovest della provincia, dal 2012 entra a far parte della segreteria Fiom con delega all’organizzazione e al coordinamento della zona di Manerbio.

Oliviero Girelli

Cinquantasei anni, operaio metalmeccanico, dal 1992 in Fiom Cgil (prima come funzionario e poi come segretario organizzativo), in Camera del Lavoro da fine 2010, di cui è segretario organizzativo dal dicembre 2012.

La nuova segreteria della Cgil di Brescia
La nuova segreteria della Cgil di Brescia
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3 Commenti

  1. La neo eletta è dipendente comunale in aspettativa dal 1992 e quindi da venticinque anni di mestiere fa solo la sindacalista. Beata lei, altro che un metalmeccanico con altrettanti venticinque anni di fonderia sulle spalle…

  2. Non solo, ma anche gli altri hanno evitato il lavoro in fabbrica o in ufficio per svolgere mansioni che non conoscevano e, quasi sicuramente, da impreparati, come la politica. Sappiamo che il sindacato è formato da gente incompetente, presa soltanto perchè sostiene le scelte dall’alto ed è brava a venderle come favole ai lavoratori ingenui o costretti a fare la tessera altrimenti, nelle grandi aziende, isolati e ghettizzati. E i risultati di queste lotte “di interesse” si vedono quotidianamente: difesa degli stranieri per ottenere tutele dallo stato, non dalle aziende, perchè sono gli unici che fanno le tessere, diminuzione drastica delle tutele ai lavoratori italiani proprio perchè lasciati soli dal sindacato, spinta per le cooperative che assumono solo stranieri a paghe da fame con tessera obbligatoria che ingrassa questi signori, mondo del lavoro sempre più precario, schiavizzato e senza regole. In compenso loro hanno i rimborsi chilometrici, i convegni pagati in lussuosi alberghi, retribuzioni che un lavoratore di cooperativa nemmeno si sogna (ma non deve chiedere altrimenti ti tolgono ogni loro attenzione), telefonini cambiati ogni anno e pagati dal sindacato. Bella la vita vero?

    • Tutto drammaticamente vero e condivisibile. E non mi dispiace che i pentastellati, nel loro programma di governo che tutti possono già leggersi in rete, dedichino alcune pagine proprio al cambiamento delle regole, delle strutture e delle relazioni sindacali. Non a caso, la Camusso e gli altri boss dei sindacati nazionali si sono infuriati con Di Maio che ricordava anche all’opinione pubblica come nel lungo elenco delle cose da cambiare radicalmente in Italia ci siano proprio i sindacati.

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