Animi davvero tesi in casa Pd, dove la collaborazione tra le varie anime del partito rischia di saltare per lasciar spazio a una guerra tutti contro tutti. Le decisioni di Matteo Renzi sulle candidature per Roma, infatti, potrebbero aprire un nuovo fronte di lotta interno in vista delle elezioni regionali.
Dopo la clamorosa esclusione di Miriam Cominelli, infatti, alcuni esponenti della cosiddetta sinistra interna avrebbero iniziato a raccogliere firme per una sua candidatura alle Regionali, e – in nottata – la deputata uscente avrebbe sciolto le riserve, chiedendo ufficialmente di poter correre per il Pirellone e rompendo così definitivamente il patto unitario che vedeva nell’uscente Gianantonio Girelli e nel segretario Michele Orlando i due candidati di punta.
E non è da escludere che ora anche Guido Galperti (addormentatosi ieri da confermato probabile e svegliatosi da escluso certo) decida di ritornare – personalmente o con uno dei suoi – nella partita per la Regione.
A questo punto, guiardando al Pd e a Brescia, c’è pure da rimarcare lo scempio della democrazia elettiva e partecipativa innescato dalla nuova legge elettorale (il cosiddetto Rosatellum bis). Tutti, da nominati da parte dei partiti, sono solo alla caccia con la bava alla bocca di una poltrona da riagguantare a tutti costi alla faccia dei cittadini, del loro consenso, dei problemi quotidiani e delle sorti di un Paese col fiato corto. Non resta che auspicare una mazzata elettorale proprio per il PD, primo responsabile di quanto sta accadendo e pure del proprio suicidio politico.
Tutta gente anonima o che ha ricoperto ruoli importanti senza comunque essere popolare e essersi occupata in prima persona e duramente delle problematiche di brescia e provincia. Chi non è nuovo non so è distinto in nulla tant’è che la gente non sa quale sia il male minore (il bene è un’utopia).