Torbole, anche Legambiente in campo contro il nuovo centro del Brescia Calcio

Nel comunicato il gruppo regionale parla infatti di rischio cementificazione per un'area verde "strategica" (nel piano ci sono ristorante, foresteria e 50 mini alloggi) e dichiara di sostenere la battaglia del comitato Associazione locale “Area 467 Torbole-Casaglia

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L'ex presidente del Cagliari Massimo Cellino
Massimo Cellino

Il progetto di un nuovo centro sportivo per l’allenamento del Brescia Calcio a Torbole Casaglia continua a far discutere e a suscitare polemiche. Stavolta, a prendere posizione contro la mossa della società guidata da Massimo Cellino, è Legambiente. Nel comunicato il gruppo regionale parla infatti di rischio cementificazione per un’area verde “strategica” (nel piano ci sono ristorante, foresteria e 50 mini alloggi) e dichiara di sostenere la battaglia del comitato Associazione locale “Area 467 Torbole-Casaglia, che ha anche presentato ricorso al Tar contro il progetto.

IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO

Sono oltre 86mila metri quadri di verde, un patrimonio naturale importante per il territorio, oltre che un parco pubblico molto frequentato dagli abitanti di Torbole Casaglia e un raccordo ciclo-pedonale per i due centri abitati adiacenti. L’area verde 467, confinante con le scuole di via Donatori di Sangue, è a rischio cementificazione per un progetto che prevede la nascita del centro sportivo del Brescia Calcio.

Si parla di concessioni comunali per il progetto di un complesso con potenzialità urbanistico edilizie per 9.150 mq di superficie lorda di pavimento che comprende: 1.500 mq di ristorazione, 2.650 mq di foresteria equivalente a spazi residenziali (come circa 50 alloggi da 50 mq), uffici, depositi e impianti, campi da calcio, tennis e piscine, pur non essendo, ad oggi, né adottata né approvata la variante al P.G.T. da parte dell’amministrazione comunale.

«Siamo di fronte alla privazione di un bene comune pubblico di tipo relazionale posto in posizione strategica al centro del Comune, il Central Park di Torbole Casaglia, il cui iter per la variazione della destinazione d’uso è appena iniziato – Commenta Gabriele Pellegrini, membro del Consiglio Direttivo di Legambiente LombardiaInsomma si è venduta la pelle dell’orso. Quest’area deve rimanere verde plurifunzionale pubblico perché ha e avrà un valore ambientale enorme per i giovani e per le future generazioni, per questo ci siamo schierati a fianco dei cittadini e del Comitato».

Legambiente si schiera a fianco dell’Associazione locale “Area 467 Torbole-Casaglia”, nata proprio per difendere questa zona, con la quale è stato presentato anche un ricorso al Tar l’11 aprile scorso. Le motivazioni riguardano soprattutto la privazione dei cittadini di un bene pubblico che non sarà più fruibile, perché l’utilizzo sarà ad uso esclusivo degli utenti del centro sportivo privato e di cui non è possibile prevedere la sostituzione, poiché situato in una posizione strategica al centro del paese e a fianco del polo scolastico. Inoltre, con la costruzione del centro sportivo si andrebbe a ridurre sensibilmente la porzione di verde in rapporto al numero di abitanti (diminuzione di 5 mq/abitante delle superfici a standard, passando da 39,58 a 34,52 mq/ab, vale a dire una perdita del 12,78% di verde standard). Non è da escludere il tema dell’aumento dell’inquinamento e della congestione derivante dal traffico extra-comunale, con il conseguente incremento dei livelli di smog già critici rilevati dalle centraline posizionate dallo stesso Comune nella zona delle scuole frequentate da 600 studenti.

La decisione di vendere il terreno è stata spiegata dall’amministrazione comunale come necessaria per recuperare le risorse economiche per il rifacimento dell’attuale polisportiva, ma l’associazione ambientalista ritiene che sia assolutamente possibile ripristinare la destinazione urbanistica dell’attuale Polisportiva senza vendere l’area 467.

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