Decreto dignità, Massi Ad Atena Brescia: tanti i punti critici

A spiegare la novità normativa e illustrarne i passaggi più delicati è stato ieri pomeriggio ad Atena (centro d'eccellenza nel settore della formazione con sede in via Codignole) Eufranio Massi, uno dei massimi esperti nazionali del campo

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Eufranio Massi ad Atena
Eufranio Massi ad Atena

Il nuovo decreto dignità varato dal governo, in attesa delle correzioni e dei decreti attuativi, presenta diversi punti critici. A spiegare la novità normativa e illustrarne i passaggi più delicati è stato ieri pomeriggio ad Atena (centro d’eccellenza nel settore della formazione con sede in via Codignole) Eufranio Massi, uno dei massimi esperti nazionali del campo.

Dopo l’introduzione di Debora Brevi, che ha illustrato le finalità dell’iniziativa (“promuovere un evento informativo che anticipasse gli ordini e fosse indirizzato ad aziende e professionisti”), ha preso la parola Massi, che ha esposto le principali novità inserite nel decreto licenziato dall’esecutivo il 2 luglio 2018, occupandosi in particolare della disciplina dei contratti a tempo determinato (ridotti da 36 a 24 mesi), della somministrazione e dell’indennità risarcitoria in materia di licenziamenti illegittimi, con l’allungamento dei ricorsi a 180 giorni e la questione delle cosiddette causali.

“Il fine dovrebbe essere quello di combattere il precariato”, ha detto nell’occasione, “ma non mancano i punti critici”. Massi, quindi, ha spiegato la disciplina in materia di proroge, soffermandosi sulla questione delle causali, che – a causa dell’eccessiva rigidità – “rischiano di produrre effetti nelle qualifiche medio basse, portando alcune realtà a ricorrere al tourn over degli assunti ogni 12 mesi per evitarle”. Inoltre, l’allungamento dei termini per il ricorso “dà un’arrma in più a sindacalisti ed avvocati, che possono minacciare il ricorso al giudizio”, visto che in caso di condanna si rischiano di pagare dalle 2 alle 12 mensilità all’anno più un’indennità omnicomprensiva da 2,5 a 12 mensilità.

C’è poi la questione delle agenzie di somministrazione, che “così come è scritta la legge faticherebbero a lavorare e rischierebbero la chiusura” visto l’obbligo della causale (e il dubbio di essere chiamate anche loro in causa dai lavoratori) e quello di uno stop and go di 10 o 20 giorni tra i contratti. Massi ha avanzato il dubbio che tale normativa sia contraria alla normativa europea, ma ha comunque riferito che è probabile l’approvazione di emendamenti al testo per cancellare alcune storture che metterebbero in forse l’esistenza di molte agenzie.

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