Fondazione Provincia di Brescia, Bontempi: noi ponte tra Comuni e Broletto

Il braccio operativo della Provincia è riuscito a mettere in cantiere numerose iniziative di rilievo nonostante i fondi del governo per gli enti locali siano sempre meno

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(a.t.) Il mandato degli amministratori scadrà prima di fine anno, in concomitanza con quello dei vertici del Broletto, ma il bilancio con cui la Fondazione Provincia di Brescia chiuderà il 2018 – in attesa dell’autunno – si annuncia già particolarmente “ricco”. Un rendiconto fatto di eventi e di “applausi” prima ancora che di numeri, visto che il braccio operativo della Provincia è riuscito a mettere in cantiere numerose iniziative di rilievo nonostante i fondi del governo per gli enti locali siano sempre meno.

Ne abbiamo parlato con la presidente Nicoletta Bontempi, che guida la Fondazione dal 2015.

DOMANDA: In un’intervista a BsNews.it, aveva annunciato nuove iniziative per valorizzare Palazzo Martinengo. Promessa mantenuta.

RISPOSTA: L’intento era quello di far vivere il Palazzo per tutto l’anno, dando continuità alle iniziative degli Amici di Palazzo Martinengo e facendolo diventare una vetrina stabile del territorio bresciano. Penso che ci siamo riusciti. Per il 2018 abbiamo organizzato una serie di proposte che hanno toccato diversi versanti: penso al Premio Nocivelli, appena concluso, all’esposizione degli scatti di Virginio Gilberti che ritraggono le opere dello scultore bresciano Domenico Lusetti al Castello di Padernello (11 agosto), alla mostra Brescia sotto le bombe (al via il 13 ottobre) e per concludere la mostra dedicata al pittore Saleri organizzata dalla fondazione Dolci.

Avete anche scelto di sostenere anche progetti originali, come quello del duo –  Ch’él chì chèl lé – formato da Enrico Fappani e Robi Capo, che racconta la storia e la cultura bresciana in dialetto. Come mai?

Ci sono piaciuti da subito per la loro capacità di promuovere il territorio con approfondimenti che – pur non dimenticando l’essenza della brescianità – riescono a raggiungere un pubblico vasto, avvicinandolo alle bellezze della nostra provincia. All’inizio il progetto di Ch’él Chì chèl lé si concentrava esclusivamente sulla città. Così abbiamo pensato di “esportarli”, chiedendo ai Comuni che abbiamo coinvolto nella Festa dell’opera di condividere i costi dell’iniziativa. Fappani e Capo sono già stati a Padernello e Toscolano Maderno. Presto nuovi video – come quello dedicato a Sirmione – arriveranno nei loro canali social.

State guardando anche voi sempre di più all’on line?

La comunicazione deve essere trasversale e toccare i diversi media. Di certo su proposte come queste, che portano valore aggiunto, noi siamo a disposizione del territorio.

I vostri cavalli di battaglia restano comunque la Festa dell’Opera ed Etica Festival. Quali saranno le novità?

Per Etica la novità principale è che il nostro direttore artistico, Vittorio Pedrali, ha inserito nel calendario alcuni eventi dedicati allo sport, un tema che tocca mondi ed età diversi e che ben si lega agli altri appuntamenti in programma, fatti come sempre di incontri su temi etici ed eventi teatrali. L’altra novità è che un numero sempre crescente di Comuni ci ha chiesto di essere coinvolto nel progetto: siamo partiti con otto municipi e ora siamo arrivati a 18: per noi questo è un grande motivo di soddisfazione. Per quanto riguarda la Festa dell’Opera, invece – in vista dell’evento principale di settembre – abbiamo deciso di creare appuntamenti sul tema anche nei Comuni. Penso a Sirmione, Toscolano, Idro, Ponte di Legno e ad altre importanti realtà turistiche bresciane.

Nel 2017 – per guardare a quanto già fatto – abbiamo realizzato Cantus, una rassegna concorso dedicata al canto corale della provincia, che ha visto la partecipazione di 13 cori che si sono esibiti in alcune belle pievi del nostro territorio. Lo scorso mese di giugno, invece, abbiamo dedicato una serata al centenario della Grande Guerra con uno spettacolo al Teatro Grande intitolato TAPUM, che ha coinvolto le due corali femminili vincitrici della prima edizione di Cantus, due cori alpini e l’attore bresciano Luciano Bertoli.

Ha parlato di turismo. Questo è uno degli ambiti su cui volete puntare, magari in collaborazione con BresciaTourism?

Con BresciaTourism e l’Universita Statale collaboriamo già, ciascuno ovviamente per il proprio ambito d’azione. Da parte nostra cerchiamo di portare i progetti a cui diamo vita anche in luoghi ad alta valenza turistica, per approfittare di questi palcoscenici e valorizzarli ulteriormente con iniziative di livello.

Il suo mandato è in fase di chiusura, qual è il suo bilancio?

Tra gli eventi che replicheremo prima della fine dell’anno – in collaborazione con la Fondazione  torinese Fitzcarraldo – c’è anche il “cultural day”. Si tratta di un’iniziativa finalizzata a fare incontrare le principali realtà culturali della città e della provincia con i Comuni, rafforzando le competenze progettuali degli operatori culturali che operano nelle amministrazioni locali. Si tratta di un’iniziativa che ben riassume lo spirito di ciò che facciamo: la mia soddisfazione principale sarebbe quella di aver fatto passare l’idea che la Fondazione è davvero uno strumento uitle per fare da interfaccia tra città, Provincia e Comuni.

Ovviamente non abbiamo fatto tutto da soli. Insieme alla Vice Presidente Michela Faustini e ai consiglieri Domenico Pedroni e Emanuele Rossi, infaticabili, ci tengo molto a ringraziare i media che ci hanno supportato, le amministrazioni locali che hanno creduto in noi, Eliana Valenti (che è stata indispensabile nel gestire la segreteria organizzativa), e la struttura dell’amministrazione provinciale. Ma soprattutto il presidente Pier Luigi Mottinelli e il capo di gabinetto Ambrogio Paiardi, perché senza la loro fiducia e la loro lungimiranza non avremmo potuto realizzare i nostri programmi.

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