Ciclabile del Garda, i Cinquestelle all’attacco: opera sbagliata e pericolosa

I grillini invocano le dimissioni del sindaco di Limone del Garda per le sue dichiarazioni e chiedono l'intervento della Corte dei conti

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Il lavori di realizzazione della nuova pista ciclabile del lago di Garda, il cosidetto anello ciclabile del Garda
Il lavori di realizzazione della nuova pista ciclabile del lago di Garda, il cosidetto anello ciclabile del Garda

Un’opera sbagliata e pericolosa. Così il Movimento 5 Stelle definisce la cosiddetta pista ciclabile dei sogni, o anello ciclabile del lago di Garda, di cui poche settimane fa è stato inaugurato il primo tratto nel territorio di Limone del Garda. Un percorso a strapiombo sul lago che ha già attirato l’attenzione di migliaia di persone e della stampa mondiale. Ma che evidentemente non convince gli adepti gardesani del movimento fondato da Beppe Grillo.

Con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook dal grillino Andrea Matteotti – portavoce deel M5S di Riva del Garda – e firmato anche dai “consiglieri comunali dell’Alto Garda ed i candidati consiglieri provinciali” – infatti il movimento se la prende con il sindaco di Limone del Garda Risatti. L’oggetto della polemica è innanzitutto la recente frana caduta sulla pista che costeggia il Benaco, per cui il sindaco avrebbe parlato di un atto di vandalismo di “rivani invidiosi”. Parole che Matteotti non ha digerito, spiegando le ragioni per cui non è andata così e invocando le dimissioni del primo cittadino di Limone.

Ma le accuse si spingono ben oltre, parlando di un’opera inutile e pericolosa e “sbagliata per cui (il sindaco di Limone, ndr) ha speso 5,7 milioni di euro dei cittadini”. Infine Matteotti si dice sicuro che “il relativo fascicolo verrà passato rapidamente alla Corte dei Conti che è competente per indagare sullo sperpero dei soldi pubblici”.

IL TESTO INTEGRALE DEL POST DEL M5S

Ciclabile di Limone. Il sindaco si dimetta !!

Il sindaco di Limone nei giorni scorsi ha sentenziato che il danneggiamento della ciclabile di Limone non è dovuto ad una frana naturale ma è invece frutto di un atto deliberato di vandalismo da parte dei “rivani invidiosi” .
Con queste affermazioni siamo proprio arrivati al ridicolo!! La brevissima storia della ciclabile di Limone si è ora trasformata in una farsa anche se poteva finire in tragedia visto l’alto rischio di frane che permane.
Il sindaco di Limone giustifica le sue accuse di sabotaggio dicendo che la rete colpita dai sassi è stata piegata verso l’interno e non verso l’esterno. In realtà ci possono essere tante spiegazioni per un simile comportamento della rete e la prima fra tutte è che si tratti di un ritorno elastico. Cioè, la rete, che è in tensione, si comporta come una molla e quindi può tornare “indietro” dalla parte opposta a quella dell’urto.
Altra cosa interessante che si può rilevare dalle foto pubblicate sulla stampa (Giornale di Brescia) è la presenza di polvere sul piano della ciclabile. Un deposito di polvere è il risultato tipico di una frana o di una scarica di sassi che di solito cadendo si frantumano e creano un gran polverone. Nei giorni scorsi anche alcuni residenti a Limone hanno portato testimonianze ed evidenze che avvalorano l’ipotesi di una frana.
Il Sindaco Risatti lanciando queste accuse assurde, e chiaramente infondate, dimostra di essere in grosse difficoltà e tenta di alzare un polverone sperando di sviare l’attenzione dalle sue gravi responsabilità. Infatti non sa più che pesci pigliare per giustificare l’inutilità e la pericolosità di un opera sbagliata per cui ha speso 5,7 milioni di euro dei cittadini. Un’opera così gravemente sbagliata che è stato necessario chiuderla dopo appena 40 giorni.
Ci ha pensato madre Natura a ridimensionare l’ego smisurato degli uomini. Ma per il sindaco di Limone sono stati i rivani, invidiosi di un’opera che mette a rischio l’incolumità della gente e deturpa il paesaggio del lago di Garda.
Per il tratto trentino della ciclabile il MoVimento 5 Stelle Alto Garda assieme ad altri numerosi cittadini ed associazioni ha segnalato da tempo i gravi problemi di sicurezza e di impatto ambientale. La Provincia Autonoma di Trento che in primo tempo voleva copiare la bruttura di Limone ha radicalmente cambiato i criteri progettuali prevedendo un percorso quasi completamente coperto con una notevole riduzione dell’impatto paesaggistico anche se ci sono i margini per un ulteriore miglioramento.
Il sindaco di Limone invece insiste a difendere un’opera che nei fatti si è dimostrata non sicura e di conseguenza mette a rischio l’incolumità di chi ci passa.
Se sbagliare è umano, perseverare è diabolico e sopratutto diventa inaccettabile per un amministratore pubblico che dovrebbe per prima cosa garantire la sicurezza pubblica ed il buon uso dei soldi dei cittadini.
Per questo chiediamo al sindaco di Limone di ammettere i suoi errori oppure di dimettersi.
In ogni caso siamo contenti se verranno fatte approfondite indagini perché siamo sicuri che il relativo fascicolo verrà passato rapidamente alla Corte dei Conti che è competente per indagare sullo sperpero dei soldi pubblici.

I consiglieri comunali dell’Alto Garda
ed i candidati consiglieri provinciali

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