Vaccini, Beccalossi alla Regione: linea dura sulle autocertificazioni

Il consigliere regionale interviene in merito alle problematiche sui vaccini obbligatori, sorte in questi giorni in vista della ripresa delle attività scolastiche

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“Martedì prossimo in Consiglio regionale si parlerà di vaccini: ho chiesto all’assessore al welfare Gallera di riferire in aula sulla situazione, data la grandissima confusione generata nelle famiglie con messaggi fuorvianti e pericolosi come quello del cosiddetto ‘obbligo flessibile’ e con le autocertificazioni con cui si vuole depotenziare la giusta Legge sull’obbligo vaccinale proposta dall’ex ministro Lorenzin”.

Lo dichiara Viviana Beccalossi –consigliere regionale del Gruppo Misto- intervenendo in merito alle problematiche in tema di vaccinazioni obbligatorie, sorte in questi giorni in vista della ripresa delle attività scolastiche. Un tema su cui negli scorsi giorni si era espresso anche Gianantonio Girelli (Pd), spingendosi ancora oltre nella richiesta.

“Bene ha fatto il Comune di Brescia– prosegue Viviana Beccalossi – ad annunciare nei giorni scorsi la ‘linea dura’ che pretende il pieno rispetto della legge, perchè un argomento così sensibile non può essere lasciato in balìa di egoisti, scienziati diplomati su internet o perfino di chi approfitta della situazione per speculare politicamente”.

Nell’interrogazione urgente presentata all’assessore Gallera, Viviana Beccalossi chiederà anche conto delle iniziative eventualmente messe in campo dalla Regione per evitare altri casi come quello scoppiato quest’estate dopo la notizia relativa alla donna di Esine che su Facebook si vantava di avere facilmente aggirato i controlli per poter fare ammettere la figlia non vaccinata a scuola.

“In attesa che chi di dovere faccia la giusta chiarezza sul singolo episodio – conclude Viviana Beccalossi- è giusto sapere se e quanti casi simili possono essersi eventualmente verificati. Dagli ultimi dati, poi, emerge che il 40% delle scuole lombarde non hanno risposto alla richiesta della Regione di incrociare i propri dati con quelli dell’anagrafe vaccinale regionale. Questa procedura, se estesa a tutti gli istituti, permetterebbe di individuare facilmente qualsiasi comportamento non rispettoso della Legge”.

 

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