Buon compleanno Albereta, il relais extralusso di Erbusco compie 25 anni

Il relais rappresenta una delle eccellenze bresciane nell'accoglienzaa, in cui è centrale il dialogo con il territorio, l’identificazione tra la famiglia Moretti e la Franciacorta, terra d’elezione

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L'Albereta di Erbusco, la photogallery
L'Albereta di Erbusco, la photogallery

L’Albereta di Erbusco – uno dei relais più noti della provincia di Brescia e d’Europa – compie 25 anni. Una storia in cui è centrale il dialogo con il territorio, l’identificazione tra la famiglia Moretti e la Franciacorta, terra d’elezione.  Ma anche il contributo di Gualtiero Marchesi – scomparso nel dicembre dello scorso anno – che con le sue pietanze (a partire dal famoso risotto con la foglia d’oro) ha contribuito al successo mondiale dell’Albereta (che per un po’ ha deciso di fare cucina con il lutto al braccio, in onore del maestro).

L’ALBERETA DI ERBUSCO OGGI

Oggi a guidare l’Albereta (che con il Lefay di Gargnano rappresenza l’apice dell’accoglienza bresciana sul fronte del lusso) è Carmen Moretti, figlia di Vittorio, presidente del Gruppo Terra Moretti, cui fanno oggi capo 11 aziende che operano nei più svariati ambiti, edilizia, enologia, ospitalità. Un grande albero il cui ramo hospitality si è sviluppato proprio su impulso di Carmen, amministratore delegato della divisione alberghiera, responsabile delle strategie di comunicazione e vice presidente della Holding. La struttura  – immersa nel verde della Franciacorta – si occupa di alimentazione e wellness, con ospiti di fama anche internazionale. Tra i nomi più noti passati recentemente da Erbusco ci sono infatti la tennista Serena Williams e il cantante Renato Zero.

L'Albereta di Erbusco, la photogallery
L’Albereta di Erbusco, la photogallery

L’ALBERETA DI ERBUSCO, UNA FOTOGRAFIA

L’originale Villa patronale circondata dai suoi edifici, la Torre Bellavista, la Torre Contadi Castaldi, la Casa Colonica con il suo loggiato e la Torre del Lago, si inserisce in un contesto di rara bellezza, con i vigneti a perdita d’occhio, coltivati secondo metodi antichi, il parco di 61mila ettari che ospita sculture e opere d’arte contemporanee, il profilo dolce delle colline, lo specchio del lago d’Iseo, meta di escursioni e gite in barca.

Entrata nel novero dei Relais & Châteaux nel 1999, L’Albereta ospita 57 camere, di cui 19 suite, unite dalla combinazione di amore per il bello e attenzione per il massimo del comfort. La più originale è forse la 404: premendo un pulsante il tetto si apre verso l’infinito, mostrando la notte stellata, da contemplare adagiati sul letto a baldacchino.

La ristorazione è rimasta un elemento caratterizzante dell’identità del luogo, attraverso il Leone Felice, affidato allo chef Fabio Abbattista, il VistaLago Bistrò, il ristorante benessere dell’Espace Chenot, il Greeneige Lounge e il chiosco La Filiale con Franco Pepe.

All’Espace Chenot, fiore all’occhiello, è stato assegnato lo ‘Smartest Detox Escape’ della Condé Nast Traveller Spa Guide 2018, conquistata dalla location, dal senso di equilibrio e bellezza che si respira nella villa novecentesca di grande pregio architettonico, circondata da terrazze fiorite. Al rigoroso metodo Chenot sono stati affiancati, in questi anni, innovativi test diagnostici per offrire un programma anti-age e detox tra i più all’avanguardia al mondo.

L'Albereta di Erbusco, la photogalleryL'Albereta di Erbusco, la photogallery
L’Albereta di Erbusco, la photogallery

LE ORIGINI DELL’ALBERETA

“Il sogno di realizzare un mio Relais & Châteaux l’ho coltivato sin da piccola, quando accompagnavo i miei genitori e le mie sorelle in giro per il mondo, con la guida Relais & Châteaux sotto il braccio” racconta Carmen Moretti. “Immaginavo un luogo dall’atmosfera familiare e ricca di calore, una dimora di charme dove la qualità dell’ospitalità sposasse un’idea di vero lusso, che per me coincide con il fattore umano, l’accoglienza, e con la possibilità di riappropriarsi del proprio tempo, coltivare l’otium, esplorare il concetto di arte di vivere. Una visione che ho mantenuto intatta”.

Fin dalla seconda metà degli anni ’70 Vittorio Moretti gettò le basi di un progetto di valorizzazione del territorio di Franciacorta: nel 1977 fondò la cantina Bellavista, oggi leader di mercato. “Ben presto– ricorda Carmen – mio padre ha organizzato una serie di attività turistico-alberghiere per attirare un turismo d’élite interessato al territorio”. Poi l’acquisto de L’Albereta, a pochi passi dalla casa di famiglia e dalla cantina. “Una villa di fine Ottocento, un luogo ricco di storia, che all’inizio del secolo scorso era un salotto importante per la cultura, frequentato da artisti internazionali”.

Tra i nomi chiave del successo non è possibile non citare figure come Antonio Marson, Gualtiero Marchesi, Henri e Dominique Chenot, Fabio Abbattista, Franco Pepe.

Antonio Marson, l’allora direttore dell’hotel Splendido di Portofino, è il primo mentore – dopo il padre Vittorio – di Carmen Moretti, che svolge un apprendistato presso la sua struttura. Poi arriva il Maestro: “Io e mio padre incontrammo Gualtiero Marchesi durante una cena con il comune amico Gianni Brera. Il nostro entusiasmo, ma soprattutto il fascino della villa, che venne a visitare, lo convinsero a inaugurare con noi questo nuovo progetto. Si trasferì qui, e il 23 settembre 1993 inaugurammo insieme L’Albereta, con il suo ristorante gastronomico e le prime 9 stanze, nella casa Leone e nella Torre Bellavista”.

Un luogo come L’Albereta doveva avere una Spa all’altezza della situazione. Serviva un progetto audace, segno di personalità. “L’incontro con Henri Chenot, fondatore della biontologia e ideatore della fitocosmesi, e con sua moglie Dominique Chenot, è stato decisivo: la mia idea di coinvolgerli, dando un’impronta medicale forte alla Spa, era controcorrente, ma è stata decisamente premiante”. E così nel 2003 all’interno del Resort viene inaugurato il secondo centro medicale Henri Chenot, dopo quello di Merano.

Al centro, un metodo rigoroso, che declina i principi della medicina cinese nelle più evolute tecnologie della medicina occidentale. Quanto a Dominique Chenot, moglie di Henri, ha curato, con un’equipe di esperti e l’executive chef Emanuele Giorgione, il ristorante benessere legato all’Espace Chenot.

Un altro incontro “fatale”, e sotto molti aspetti, è quello con Martino de Rosa. “Mio marito ha portato la sua esperienza di broker navale in un settore apparentemente distante come quello dell’ospitalità: la sua cultura d’impresa ha un mordente e una personalità decisa, che ha dato nuova linfa al progetto. Con lui si avvia una decisa internazionalizzazione, nasce la holding di gruppo, si affinano strategie e start-up. E prende vita atCarmen, società attiva nel campo della ristorazione, dell’hôtellerie, del vino, dell’organizzazione di eventi a cui L’Albereta è particolarmente legata”.

Pochi anni fa, la riorganizzazione dell’identità gastronomica, a partire dall’incontro con il talento dello chef Fabio Abbattista, che ha raccolto e rinnovato un’importante eredità al ristorante Leone Felice, e da Franco Pepe, alla guida della migliore pizzeria d’Italia – prima classificata nel 2017 e nel 2018 secondo l’autorevole guida 50 Top Pizza – oggi anima del Chiosco La Filiale.

LA FOTOGALLERY DELL’ALBERETA CHATEAUX RELAIS

Di seguito alcune immagini degli esterni e degli esterni del prestigioso contesto dell’Albereta di Erbusco. Non solo un hotel o un ristorante.

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