LA PAGELLA DI BRESCIA di FLAVIO PASOTTI – Voto finale: 8,1

Pasotti ha dato insufficienze solo alla capacità di Brescia di fare sistema e di influire sulle scelte romane. Ma il voto più basso è andato al Brescia Calcio

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L'imprenditore Flavio Pasotti
L'imprenditore Flavio Pasotti, foto da Facebook

Promossa con una media dell’8. E’ Brescia secondo Flavio Pasotti, imprenditore, già presidente di Apindustria, guida della Fondazione Tassara e attuale presidente di Metro Brescia. Pasotti ha dato insufficienze soltanto alla capacità di Brescia di fare sistema e di influire sulle scelte romane. Ma il voto più basso (un 4) è andato al Brescia Calcio.

Le regole per chi compila sono quelle di esprimere un giudizio numerico da uno a dieci, sensa commenti, su 28 voci di giudizio indicate dalla redazione.

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LA PAGELLA DI BRESCIA DI FLAVIO PASOTTI

VOTO FINALE A BRESCIA (MEDIA): 8,1

I SINGOLI GIUDIZI:

?          Bellezza della città: 10
?          Pulizia:  9
?          Sicurezza: 8
?          Solidarietà: 10
?          Innovazione: 7
?          Scuole e università: 9
?          Ospedali e sistema sanitario: 8
?          Facilità di spostamento in auto: 10
?          Manutenzione delle strade: 8
?          Trasporti pubblici: ng
?          Ambiente e inquinamento: 7
?          Verde pubblico: 10
?          Valorizzazione femminile: 7
?          Educazione civica dei cittadini: 10
?          Partecipazione dei cittadini alla vita pubblica: 7
?          Livello di integrazione degli stranieri: 10
?          Fermento culturale: 8
?          Vitalità economica: 10
?          Capacità di fare sistema (politica, economia etc): 5
?          Capacità di influenzare le scelte di Roma e Milano: 5
?          Classe politica onestà (destra e sinistra): 9
?          Classe politica concretezza (destra e sinistra): 9
?          Classe politica competenza (destra e sinistra): 8
?          Classe imprenditoriale: 8
?          Livello di onestà diffuso: 8
?          Giornali e siti d’informazione (qualità, completezza e libertà): 6
?          Vitalità sportiva: 9
?          Brescia Calcio: 4

COMMENTO AI VOTI (EVENTUALE)  O NOTE

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43 Commenti

  1. Si può magari sapere dal presidente di Brescia Metro srl che voto dà…alla vicenda Metrobus nel trentaciquesimo anniversario della sua (infausta) ideazione ?

    • Mah, io ho appositamente evitato di dare un voto ai trasporti essendone parte. Posso dire ciò che riportano le relazioni coi numeri: la semestrale si chiude in attivo, il business plan della società concordato dai soci 5 anni fa si sta dimostrando molto veritiero e affidabile. I passeggeri trasportati superano per numero le previsioni di 20 anni fa e le indagini indipendenti sulla soddisfazione del cliente stanno su valori inimmaginabili e mai registrati per nessuna altra struttura trasportistica italiana. Merito primo dei bresciani e in quello sta il mio 10 al senso civico dei cittadini.

      • Mi piacerebbe almeno un voto dato al suo predecessore, Ettore Fermi ed alla sua personale “storia trasportistica” dal 1983 ad oggi, partendo dal miliardo di euro di denaro pubblico finito nel trenino che va su e giù con dentro i passeggeri che in gran parte prima usavano le linee in superficie e che di non poco suggeriscono di rileggersi i dati sull’utenza del Metrobus. In quanto al bagno di sangue dei costi di gestione, anzichè dire di semestrali e business plan, o indagini fuffogene sulla customer satisfaction, si sa in realtà che i pesanti debiti sono stati scaricati per i prossimi vent’anni sulle generazioni future a partire dai mutui capestro accesi con CDP. Dovremmo invece celebrare il tutto addiruttura come un fiore all’occhiello nazionale in tema di trasporti. Caspiterina…

  2. Guardi, io credo che oggi in politica e nel civil servant sia opportuno riportare un po’ di stile che per primo suggerisce di non giudicare ciò che si fa e nemmeno ciò che si fece nel passato; lo facciano i cittadini ma non chi è coinvolto. A lei non piace la Metro, non potrò io convincerla, mi limito rispondendo a Lei di dare qualche informazione in più ai lettori.
    Lei compie un errore di metodo imputando ai costi di gestione quelli di investimento. I mutui accesi dal comune nulla hanno a che fare con la gestione che, al contrario del 99% delle municipalizzate del settore, è in attivo. Ci mancherebbe altro, aggiungo, essendo quattrini di tutti: essa contabilizza nei suoi “ricavi” i biglietti, i contributi del fondo nazionale trasporti, i contributi regionali quando ci sono e i contributi del Comune. Per il trasporto pubblico, se ben ricordo, il bilancio del Comune di Brescia stanzia storicamente una quota che è la seconda o terza voce di bilancio perché ha sempre scommesso su una offerta di servizi di standard elevato, sempre migliorabile ma non seconda a nessuna città italiana di dimensioni maggiori.
    Il ragionamento sui mutui è diverso e ha a che fare con la capitalizzazione del Comune che è per solidità patrimoniale il terzo in Italia dopo Roma e Milano. Direi un premio per 140 anni di buona amministrazione. Tecnicamente qualche ragionamento si può fare: il mutuo Cassa Depositi e Prestiti è strutturato in modo discutibile, immagino che chi lo sottoscrisse avesse ottime ragioni che non conosco. Andrà ridiscusso quando si farà un po’ di ordine nella legislazione confusa e approssimativa di questi anni che oggi impedisce la sua rinegoziazione salvo pagare penali non convenienti. In ogni caso al termine del pagamento il Comune di Brescia godrà di un ulteriore rafforzamento della sua posizione patrimoniale, quindi è tutto tranne che quattrini buttati: è un investimento e, ripeto, sarebbero buttati se la gestione fosse deficitaria e invece funziona al punto che, contrariamente a quanto Lei sostiene probabilmente per scarsa conoscenza dei dati, a Brescia il numero di clienti del trasporto pubblico è sensibilmente aumentato: in due parole, la Metro non ha avuto effetto sostitutivo sul trasporto esistente ma ha catturato nuovi clienti soprattutto nelle fasce di età fino ai 45 anni.
    Escludo che Lei trovi un qualsiasi conforto in quanto le ho scritto ma credo sia dovere mio nei suoi confronti e in quelli dei cittadini bresciani fornire gli elementi perché possiate discuterne informati. Poi la valutazione va fatta sul fronte politico ma da quello io mi astengo.
    Grazie per la sua attenzione

    • Ringrazio il Sig. Pasotti per la disponibilità a interloquire con i cittadini che vogliono capire.
      Le vorrei quindi come utente dei servizi pubblici di Brescia, comprese le nuove forme tipo bicimia e automia, sottoporre alcune questioni, vista la Sua disponibilità, che ritengo siano importanti.
      La gestione corrente, come dice Lei, della metro è in attivo. Tra le fonti di finanziamento di tale gestione mi scrive che ci sono i contributi del Comune. Mi piacerebbe sapere fino al 2012 quanto stanziava il Comune per la gestione corrente dei servizi pubblici (autobus) e quanto ha stanziato e stanzia dal 2013 per metro e autobus.
      Inoltre: con un’utenza che arriva, forse, ai 20 milioni di passeggeri l’anno dopo 5 anni dall’inaugurazione, mi piacerebbe sapere l’utenza bus dall’entrata in funzione della metro ad oggi a quanto ammontava ed ammonta e vedere il saldo di nuove utenze per valutare nel merito la bontà o meno del progetto. Ricordo inoltre che si stimava un’utenza di almeno 50 milioni di utenti all’anno per giustificare un’opera del genere.
      Altro tema che vorrei sottoporre è quello relativo ai parcheggi in struttura e a pagamento. Brescia è una delle città più dotate di tale tipo di parcheggi. Mi piacerebbe sapere se, dal 2013 in poi, i vari parcheggi in struttura di Piazzale Arnaldo, Piazza Vittoria, Autosilo, Ospedale, ecc. hanno subito un calo di utenza dall’arrivo della metro, a quanto ammonta, e come sostengono la loro gestione corrente.
      Per quanto concerne invece la parte investimenti, ricordo che la solidità patrimoniale dell’ente comune, frutto, come dice Lei, di avvedute e buone scelte politiche, è stata messa molto in pericolo da questa scelta della metro e l’indebitamento che ci espone per parecchi anni, decenni, per un’opera-scommessa, non certo per una necessità, non penso che valga la contropartita di un’opera che comunque, in termini di utenza, non decolla, come dice Lei e condivido “La metro non ha avuto effetto sostitutivo sul trasporto esistente”, per di più in una città che è molto fornita di parcheggi in struttura (anche questi da mantenere) e con una mentalità che non è quella di incentivare la bicicletta o il trasporto pubblico, ma è quella di far fare la patente subito a 18 anni ai giovani, proprio per usare il mezzo privato. Quindi, anche qui non vedo un futuro verde in termini di giovani generazioni.
      L’introduzione nel 2011 dell’addizionale comunale irpef per coprire la rata annuale del mutuo e i relativi oneri (circa 13 milioni di Euro) è, per esempio, un buon modo per far pagare alla fiscalità comune il costo dell’opera, soprattutto per un comune molto solido patrimonialmente. Perché quindi il bisogno di introdurre questo tributo?
      Inoltre il tracciato, come sappiamo, è immodificabile e tocca solo una parte della città, altre ne sono completamente sprovviste; è scomoda per chi abita nelle periferie perché spesso la stazione è lontana. Molto più comodo l’autobus che l’hai sotto casa. Il tempo di percorrenza, alla fine, fra arrivare alla fermata, scendere, salire, è lo stesso e a volte superiore rispetto all’uso dell’auto.
      Può essere utile da chi viene da paese che lascia l’auto, invece dei soliti parcheggi a pagamento di Piazza Vittoria o Arnaldo, a quelli metro della Volta o Poliambulanza e viene in centro con la metro (risparmiando sul parcheggio a pagamento in struttura). Ma questo lo si poteva fare anche con l’autobus… Stessa cosa per la Valtrompia che, comunque, per chi deve arrivare a Borgo Trento allunga il percorso con l’auto e ci arriva direttamente. E magari arriva anche in S. Faustino a piedi…
      Certo, se poi mi dirà che potrà rispondere per quanto di Sua competenza, omettendo quindi molti e importanti quesiti, siamo al solito discorso di visione parziaria del problema trasporti a Brescia.

      • Grazie “considerazione” per le domande, le riflessioni la realtà che anch’io conosco da vicino e condivido in toto nei dettagli. Quanto all’incipit, va sempre ricordato che l’avviso di gara pubblico del trenino fu vinto dall’unico partecipante cioè il consorzio Ati-Ansaldo per 450 milioni di euro mentre il costo ad oggi (tutto denaro pubblico…) è di circa 1 miliardo di euro. E, chiodo fisso personale, si sa che dall’idea del 1983 alla realizzazione, dall’avviso di gara pubblico alla guida di Brescia Mobilità, dai mutui alla transazione con Ansaldo sulle “riserve” fino alla nascita ed alla Presidenza di Brescia Metro srl (benedetta non dal socio pubblico, ma dal socio privato !) tutto, ripeto tutto, è sempre stato nelle mani di Ettore Fermi, cioè nei fatti di una sola persona che, dalla inquietante vicenda di Lombardia Informatica degli anni ’90 e via via fino al recentissmo caso del “sistema-Incalza” ,almeno qualche interrogativo doveva sollevarlo nei politici succedutisi nel tempo…

  3. Buonasera, credo che compito istituzionale di un presidente non sia la gestione ma prendersi cura degli stakeholders, dei passeggeri e dei bresciani quindi cerco di rispondere alle domande sperando di rendere le scelte chiare: ogni scelta, per significato della parola, implica che ci sono inclusioni ed esclusioni e l’obbiettivo è fare in modo che le prime siano maggiori e di maggior qualità rispetto alle seconde. Non credo esistano scelte che vanno bene a tutto, credo possano esistere scelte sostenibili ragionevolmente. Fatta la premessa sono andato a scartabellare cose che avevo guardato a inizio mandato e ho ritrovato qualche numero che a memoria ricordavo, Il Business Plan della Metro prevedeva non 50 ml di passeggeri come Le sembra di ricordare ma 13,3 ml annui. Tale traguardo è stato sorpassato già da qualche esercizio e ci attestiamo tra i 16 e i 17 ml che sommati a quanti trasportati da bus e altri mezzi porta a circa 56ml complessivi. Può crescere ancora? Certo, con minore intensità rispetto al passato ma può crescere per tre buoni motivi: il primo è che sta intercettando quote crescenti di commuters in ingresso alla città, il secondo è che in prospettiva di medio periodo alcune aree urbane oggi piuttosto rarefatte si “densificheranno”, cioè aumenteranno gli abitanti e terzo, legato al precedente, perché è in atto un processo di nuovo “urbanesimo” (cioè di lento abbandono dei centri urbani della provincia per spostarsi in città o nelle immediatissime vicinanze. In effetti il numero di abitanti della città è in crescita, anche per effetto del cambiamento dei valori immobiliari oggi più accessibili che nel passato, ma soprattutto perché è facile prevedere che costanti riduzioni dei trasferimenti di risorse ai piccoli e medi comuni mettano in crisi la qualità dei servizi finora offerti mentre la città, in forza della sua capitalizzazione, e pur avendo qualche cosa da sistemare nel bilancio, ha risorse poderose rispetto alla Provincia. Un esempio: sa perché non si allungherà la Metro? Non per il costo dell’investimento, perché un investimento è comunque ricchezza, ma per i costi di gestione che a quel punto dovrebbero essere condivisi con i comuni interessati che però non ne hanno la benchè minima possibilità dato il loro bilancio. Questo processo, l’aumento dei residenti, ha trovato nella offerta di trasporto pubblico una buona risposta al punto che non vi è stato un innalzamento nella percentuale di occupazione dei parcheggi ma una sua stabilizzazione: come dire, abbiamo evitato che la crescita di residenti comportasse sia un aumento del traffico sia un aumento dell’inquinamento. In aggiunta sono profondamente cambiati e ancora sono in evoluzione i modi di utilizzo del trasporto pubblico. Non mi torna proprio, anche per esperienza personale avendo io una famiglia numerosa, che tra le nuove generazioni ci sia lo stesso feticismo verso la macchina che ho avuto io e in generale noi babyboomers: il profilo del cliente della Metro rispecchia esattamente questa modifica di gusto essendo il mezzo privilegiato dai giovani per spostarsi. Vuole una dimostrazione empirica? Davanti al polo scolastico di Via Volta passa un numero elevato di autobus con corse bis in orario scolastico. Ma se guarda le “peregrinazioni” degli studenti si renderà conto che molti preferiscono fare un pezzo di strada in più e raggiungere la Metro Poliambulanza, più scomoda ma più consona alla loro dimensione urbana. Questo è un primo passo verso una città che non solo deve fare i conti con una pesante eredità ambientale ma deve necessariamente avviarsi verso una economia Low Carbon se vuole mantenere sia la sua qualità della vita sia i suoi costi collettivi e in questo Lei troverà conforto nei numeri del cosidetto Pums, Piano Urbano di Mobilità Sostenibile che però fa suonare un campanello di allarme: nel giro di pochi anni andremo in deficit di offerta di trasporto e la domanda crescerà. Per questo si sta ragionando, e lo vedrà nei prossimi giorni, sulla elettrificazione del servizio pubblico (quindi logica low carbon) attraverso nuove linee tramviarie: esse offrono una frequenza, una qualità del servizio e una capacità di carico molto superiori agli autobus. Mi lasci dire a questo proposito che non vi è alcun dubbio sulla maggiore efficienza del trasporto Metro rispetto agli autobus per precisione, frequenza e comfort e che l’obbiettivo del Tram starà proprio nell’andare a servire con celerità quelle zone della città che non sono coperte dalla Metro, zona ovest e oltremella in primis.
    Mi fermo. Ho cercato di darle quella che credo sia una visione dello sviluppo della città sulla base di cose che stanno accadendo e ho provato ad offrirle qualche elemento di riflessione sul futuro. Questo mi premeva, far comprendere che forse nel gruppo Brescia Mobilità esistono non solo risorse tecniche ma anche intellettuali per ragionare, porsi problemi e accompagnare Brescia ad essere una città sempre più accogliente e in crescita.

  4. Da Corriere della sera Brescia del 17 novenbre 2017:
    “Buone notizie per il metrò cittadino. I ricavi da biglietti e abbonamenti sono in aumento: saranno 5,5 milioni a fine anno, contro i 4 milioni che avevano preventivato i gestori. Mentre il costo dell’energia per muovere i treni costa circa 2,2 milioni in meno di quanto preventivato (merito della congiuntura di mercato favorevole, di gare per la fornitura più convenienti e della politica di efficientamento). Anche se il costo complessivo dell’infrastruttura (inaugurata il 2 marzo 2013 e pagata quasi un miliardo di euro) resta consistente. Si tratta di 38 milioni l’anno se si considerano i due mutui ancora accesi: quello da 7,7 milioni l’anno con Cassa Depositi e Prestiti in capo a Brescia Infrastrutture e quello da 5 milioni l’anno che la Loggia ha rinegoziato con Ubi.” Bene, adesso per la direttrice est-ovest passiamo invece alle linee tramviarie: un altro appalto vinto da un ATI capitanata da Ansaldo, un altro paio di mutui con CDP e Ubi, qualche altra decina di milionate da tirar fuori ogni anno azzerando le riserve e vendendo quote ulteriori di partecipazioni anche strategiche. Ma in compenso Brescia sarà città più accogliente ed in crescita con i mezzi pubblici talmente presi d’assalto dagli utenti da rendere necessario un ulteriore potenziamento dell’offerta. Siamo al delirio…

  5. Senta, si può dissentire da una scelta, come dicevo sopra, senza dare dei deliranti a chi la sostiene perché in quel caso dovrei ugualmente sostenere che Lei non ha in mano un solo numero sulla domanda di trasporto e fa confusione da primo anno di economia domestica delle scuole avviamento tra investimenti e spese di gestione.
    La gestione come Lei conferma è in attivo e come Lei conferma il Comune non ha alcuna difficoltà a servire i mutui e non ha alienato nessuna partecipazione che lei chiama strategica e io chiamo finanziaria, dato che di strategico semmai c’è proprio il trasporto: il problema si verificherebbe se, come accade nella stragrande parte delle altre città e nel bilancio dello stato non si riuscisse a servire il debito se non con artifizi contabili e contemporaneamente lo si incrementasse con una gestione in deficit. Qui non siamo a Roma, intesa sia come Comune che come Parlamento e Governo quindi si metta a sedere e ascolti.
    Non le farò un ragionamento sofisticato come meriterebbe, e cioè non la farò riflettere sui danni che una economia non carbon free comporta e sui relativi costi economici e sociali: se si confonde parlando di investimenti figuriamoci su cose un po’ raffinate. Ma le faccio un banale ragionamento di servizio: noi abbiamo una fetta consistente di cittadini che hanno un buon servizio autobus, piuttosto costoso ma che non ne usufruiscono perché purtroppo l’autobus ha limitazioni, in primo luogo la puntualità e il comfort. Abbiamo abbattuto parte dell’inquinamento con la metanizzazione ma se vogliamo guardare al futuro a breve, e cioè all’incremento di domanda di trasporto che abbiamo già registrato (vedi i numeri superiori al previsto per la Metro e il totale dei trasportati in crescita, caso unico o quasi in Italia) qualcosa dobbiamo progettare in termini di crescita di qualità e in termini di innovazione tecnologica: dopo 35 anni in azienda qualità del prodotto e innovazione per me sono un mantra pari a quello di mio padre che era l’investimento: metta insieme le tre cose e avrà la ricetta delle aziende bresciane di successo. Se il suo modello di vita è in babbucce e guargnacca da Babbo Natale sognate davanti al caminetto sappia che non né il mio né quello dei bresciani, soprattutto i giovani che forse hanno viaggiato un po’ più di Lei e hanno una idea di città molto diversa da quelli della nostra generazione. Si guardi intorno, apra gli occhi, la città è cambiata profondamente cambierà ancora, crescerà come crescono tutte le città che al mondo offrono economie fiorenti legate ai servizi, servizi per nostra fortuna che trovano mercato in un manufatturiero forte. I processi di densificazione cresceranno e con questi le economie di scala e i volumi di servizi di ogni genere da erogare. Sostituiremo parte degli autobus con strumenti più moderni, più compatibili con l’ambiente e più efficienti e puntuali. Soprattutto non staremo di fronte al camino a fare le parole crociate …. 7 verticale, 12 lettere comincia per I e finisce per I…. chissà cosa sarà….

  6. La confusione la fa (molto eventualmente…) il giornalista del Corsera Brescia di cui riporto il “virgolettato” del 2017. Ma, visto che disinvoltamente passa gli insulti personali senza sapere chi sono io, caro arnaldino della D, le faccio alcune banalissime domande che esulano dai mantra arcinoti del terzo millennio sull’innovazione tecnologica, la digitalizzazione dei processi, la qualità del prodotto, ecc., ecc. Mi dica invece cosa legge riclassificando i bilanci degli ultimi cinque anni del Comune di Brescia secondo la nuova previsione introdotta da Monti che mirava ad assimilare i bilanci degli Enti pubblici a quelli privati. Come ci si è arrovellati per mantenere (in parte) gli equilibri patrimoniale, economico e soprattutto finanziario ? Dove si legge il dramma del “cappio al collo” del Metrobus e quali effetti ha prodotto e continuerà a produrre ? Gli immobilizzi finanziari (partecipazioni, assai strategiche, come A2A e Centrale del Latte…) e il patrimonio netto come si sono evoluti, perchè e cosa fanno pensare sul futuro ? Cosa succederà e cosa dovrà fare il povero Fabio Capra ? Buon divertimento e poi riparliamo di investimenti, di costi, di scenari trasportistici, ecc…

  7. No, zero insulti personali, sono inutili quanto gli pseudonimi. Non mi pare che il Corsera abbia riportato cose inesatte.
    I mantra arcinoti del terzo millennio, ma anche del secondo, del primo e anche prima, direi dalle due scoperte fondamentali dell’umanità della ruota e della doccia sono ciò che contraddistingue chi sta sul mercato da chi ne sta al riparo. Quindi, se permette, io le pratico e lei è libero di occuparsi delle parole crociate. Non ci crederà ma vanno oggi praticati, i mantra, anche in settori come quelli del trasporto dove di è sempre parlato di utenti e non di clienti, dove si progettavano i servizi in modo autoreferenziale sulla base di normative sindacali vetuste e dove la macchina non era un concorrente. Le cose lentamente stanno cambiando, le mentalità evolvono.
    C’è un solo problema che riguarda la Metro nel bilancio del Comune ed è la quota del contributo regionale, dovuto in termini di legge, sul quale si arrivò a un passo da una sentenza del tar che aveva già dato indicazioni in precedenza e che fu stoppato dalla Amministrazione Comunale per favorire un accordo transattivo, temporaneo nel 2018 e che deve trovare un consolidamento nel 2019 e seguenti. I quattrini in ballo non sono pochi, sarebbe opportuno che maggioranza e opposizione trovassero una quadra perché un bilancio equilibrato conviene a tutti. Se vuole un mio parere, ma è cosa del tutto personale e non implica alcuna dichiarazione di volontà “istituzionale” io non avrei dubbi nell’alienare una quota di A2A sufficiente a chiudere il mutuo UBI. Avendo patrimonio chiuderei entrambi ma come è noto quello acceso presso la CDP ha qualcosa di surreale. Ripeto, per costume non critico chi c’era prima ma devo immaginare ci siano state forti motivazioni che non conosco per accettare un profilo contrattuale di quel genere.
    Il saldo dell’operazione in linea capitale sarebbe positivo e quindi non avremmo conseguenze, anzi. Le aggiungo, e qui la mia personale posizione è arcinota ma è quella di un comune cittadino, che la partecipazione in una Centrale del Latte non solo non ha alcun significato strategico essendo cosa nata per ragioni sanitarie superate da decenni ma espone al rischio di mercato un ente pubblico. Vuole una dimostrazione? Guardi la devastante, quella sì, operazione OMB che alla fine potrà essere costata quanto una quota elevata del mutuo Metro: se si fanno le analisi di bilancio bisogna saper fare anche quelle industriali e capire non solo i principi contabili ma le conseguenze delle azioni.
    Quanto a ciò che farà l’assessore Capra devo dire che se la Regione ottemperasse ai suoi impegni forse non staremmo qui a discutere ma da sempre essa vive del triangolo Milano Varese Como, vedi la terrificante operazione su Trenord.
    Grande scuola l’Arnaldo ed eccellente la sezione D. Ma anche il Ballini non era male.

  8. Il Sig. Pasotti, presentatosi come tecnico che non vuole giudicare l’operato politico degli attuali e dei passati amministratori e quindi si esime dal dare un giudizio sui trasporti pubblici, adesso, incalzato da me e da nostradamus su precisi quesiti, diventa politico ed entra nel merito della bontà dell’opera per giustificarla, come fanno i politici, e per rilanciarla in una futuribile Brescia piena di giovani senza patente che usano solo ed esclusivamente i trasporti pubblici e la metro. Addirittura fonte di guadagni per comune e Brescia Mobilità, a quanto dà da intendere.
    Intanto il Sig. Pasotti è uno dei pochi che, ai suoi figli, non fa fare la patente perché non ne sentono il bisogno, tanto sono amanti del trasporto pubblico. Dico uno dei pochi, perché non ho ancora sentito nessun genitore e nessun giovane rinunciare all’auto. Magari, come tutti i giovani, amano le novità come la metro (io invece ne vedo moltissimi con bicimia anche se la bici non mi pare una novità), salvo poi rendersi conto che viaggiando sotto terra non si sanno poi orientare e non riescono a capire le distanze. E poi basta vedere, tanto per affermare quanto l’utenza in erba è fanatica della metro quanto è pieno di macchine di studenti il parcheggio di via Branze-viale Europa, occupato assiduamente dagli studenti di ingegneria, nonostante la fermata metro sia a poche centinaia di metri. E, a proposito di parcheggi, mi piacerebbe sapere perché, per esempio, il megagalattico parcheggio multipiano alla stazione Prealpino non si è fatto. Da quello che vedo oggi non mi sembra strapieno nemmeno quello in superficie. Però, nelle previsioni rivoluzionarie del traffico a Brescia si prevedeva, oltre alle strade vuote e sgombre dalle macchine col relativo calo dell’inquinamento, anche un parcheggio sotterraneo di tanti piani in quella stazione. Come anche la costruzione di una seconda torre di fronte a quella dell’attuale Conad all’imbocco per Nave. Mai fatta. Perché? Forse perché già quella esistente fatica poi ad essere venduta ed affittata? Come anche il nuovo supermercato Conad proprio alla fermata Casazza: vuoto, nonostante le previsioni di utenza straboccante dalla metro.
    Adesso poi, se non pioverà, e si ricomincerà a scaldare, ci sarà ancora la solita limitazione del traffico. Che c’è sempre stata sia prima, sia dopo l’entrata in funzione della metro. Quindi, grande riduzione di traffico e di inquinamento ha portato questa grandiosa opera. Ma, certo: prima veniva venduta come opera che avrebbe ridotto drasticamente il traffico cittadino e quindi l’inquinamento, adesso, visto che non è così, si parla di metanizzare gli autobus. Cosa che è già stata fatta anche nel passato e che si poteva tranquillamente incrementare, come per i bus elettrici, con costi enormemente più bassi rispetto ad un’opera come la metro. Però adesso riconoscete che la metro non abbatte l’inquinamento cittadino e non ha ridotto il traffico veicolare. Così come si potrebbe dire per il teleriscaldamento e per il tanto amato camino. Ridurranno drasticamente l’inquinamento si diceva, ancora nel 1983, ai tempi dell’inaugurazione del teleriscaldamento. Non è cambiato invece nulla. Ma la memoria corta porta a dimenticare anche questi aspetti, pur di avere opere cosiddette all’avanguardia ma che alla fine non risolvono i problemi della città, anzi. Adesso c’è il problema ulteriore di far convogliare tutto sul percorso obbligato della metro e, come diceva l’ex assessore Labolani, è tassativo farla funzionare e dimostrare che serve. Quindi un vincolo in più perchè tutto deve convogliare lì.
    Ma, stando ai numeri, che il tecnico Pasotti potrebbe fornirci ma non lo fa, mi piacerebbe sapere fino al 2012 quanto stanziava il comune per la gestione corrente dei servizi pubblici (autobus) e quanto ha stanziato e stanzia dal 2013 per metro e autobus distintamente.
    Poi sarebbe interessante sapere dal 2013 in poi se i parcheggi in struttura e a pagamento della città hanno subito un calo, a quanto ammonta, se le tariffe sono nel frattempo aumentate e come sostengono la loro gestione corrente.
    E, già che ci siamo, mi piacerebbe sapere a quanto ammontano gli investimenti in car-sharing e bicimia e dove intendono incrementare tali utili servizi che, soprattutto il primo, è ancora troppo scarso.
    Sarebbe inoltre interessante sapere quanti passeggeri mediamente ha la metro di Brescia giornalmente, visto che la Linea 5 di Milano, in poco tempo, e con una struttura e lunghezza del tutto simile alla nostra, fa una media giornaliera di 130.000 passeggeri con chissà quali utili quindi, visti quelli di Brescia per un’utenza di gran lunga inferiore.
    E dunque, visto che la gestione corrente, come dice Lei, è in attivo, perché non si toglie l’addizionale comunale all’irpef a Brescia, visto che è nata ed è stata venduta come tassa di scopo. Come anche la riduzione del biglietto non sarebbe una brutta idea, soprattutto per incentivare ulteriormente l’utilizzo del mezzo. Oppure si fa come per il teleriscaldamento che, alla fine, non ha prodotto nemmeno la riduzione delle tariffe, come invece si annunciava tanto tempo fa?
    Curioso poi come il trasporto metro sia in attivo come gestione corrente, mentre gli autobus non lo sono mai stati. O forse lo sono ora? Ricordo i tempi degli autobus Saviem durati una vita (anni Settanta, Ottanta e buona parte dei Novanta) e quanto faceva fatica l’Asm a sostituirli perché il servizio pubblico era costantemente in perdita e il prezzo del biglietto non era particolarmente basso. Ma, anche qui, siamo alla preistoria, a quei 140 anni di buona amministrazione e di buoni amministratori della città di Brescia. Peccato che, fino a non poco tempo fa primi anni Duemila, avevamo molte strade cittadine senza fogne, le convenzioni urbanistiche non sono state rispettate e la gente si ritrovava con le strade rotte e senza servizi. Come modello di città europea quindi piuttosto scarso. Ma questo è un altro capitolo di buona amministrazione bresciana…

  9. Ma incalzato de che? Ma Lei proprio non si immagina cosa significa essere incalzato, qui siamo in surplace totale anche perché le risposte sono semplici se le osservazioni sono confusionarie: ad esempio, cosa ci azzecca la patente con la macchina? Tu la patente la fai e la macchina non è detto che la usi. Signori, sveglia, credetemi il mondo è cambiato e noi babyboomers siamo invecchiati, cercate voi di farlo in modo rilassato e aperto.
    Avete avuto non solo le risposte ma una idea di quello che è lo scenario nel quale ci si muove, ho provato a spiegare, non a voi perché non pretendo di convincere uno juventino ad essere milanista, ma a chi ha una visione meno manichea e ci legge quali siano le cose sul tavolo e come si agisce avendo una visione. Poi le visioni si possono condividere o meno e vanno rispettate anche quelle minoritarie come le vostre: non significa non vi sia da imparare, se non altro a imparare l’inuitilità di insistere.
    Buone letture a tutti

    • Io le domande e le cifre le ho chieste, poi le risposte, in termini di numeri, non sono arrivate. Peccato che si sia persa un’occasione preziosa (vista la reticenza di molti esperti sull’argomento) per avere dati precisi da confrontare, valutare e salvare per il futuro. Evidentemente, figlio della generazione del babyboom e quindi del benessere che ora si sente invecchiato ma non abbastanza da lasciare posto alle avanguardie giovani patentate ma con la fissa di usare i mezzi pubblici, magari anche quando le macchine saranno tutte elettriche, non è stato incalzato abbastanza. Sono arrivate valutazioni, opinabili, su cosa ritiene Lei giusto, ma i numeri no. Che la visione che intende Lei sia maggioritaria è, anche questa, una sua opinione. Poi sa, anche le canzonette, a forza di farle sentire e di imporle, finiscono per diventare patrimonio collettivo….

      • Mancano i numeri, normale. Chiudo anch’io che, benchè pensionato da dirigente di un’azienda privata e un passato pure da amministratore pubblico che fece risparmiare qualche milionata di euro dei cittadini semplicemente imponendo avvisi di gara pubblici anzichè trattative private, lavoro ancora come consulente nonchè socio di una nota società di servizi toscana, girando per l’Italia. Questo per dire che odio le parole crociate ed ancor più i pensionati sulle panchine che danno da mangiare ai piccioni. So cosa vuol dire stare sul mercato, nel mio caso per poter raddopppiare tutti i mesi la già lauta pensione incassata totalmente con il sistema retributivo. Dismettere partecipazioni cittadine per pagare i debiti ha un inizio e…avrà pure una fine, magari considerando che partimmo da una gallina dalle uova d’oro come ASM, sulla quale si fondava prioritariamente il piano di copertura finanziaria del progetto Metrobus. E adesso vi saluto perchè solo con una paio di arbitraggi sui BTP tramite il trading on line, la pensione posso anche triplicarla, alla faccia proprio dei cosiddetti mercati che distruggono i risparmiatori. I numeri, mi raccomando Flavio, perchè sono a Roma fino a venerdì.

  10. Guardi che questo non è un colloquio per una assunzione e nemmeno la presentazione di un cv, era una occasione non per lei ma per i lettori di capire come si muove il mondo. i numeri, non fatemi ridere: sono facilissimi: aprite il sito del comune e guardate i bilanci, ci sono tutti e trovare tutte le cifre nel dettaglio perché la trasparenza è una norma: implica studiare, e vero, ma almeno poi si eviterebbe di far fare brutta figura a proprie legittime idee Le idee, anche quando sbagliate, vanno trattate bene…. A me interessa ragionare sugli obbiettivi ma mi rendo conto che i nostalgici del bel tempo passato stentano ad accettare realtà e visioni oltre che numeri. La realtà dice che ci sono stati due referendum e una serie continua di ricerche di mercato che danno indicazioni scientifiche a dispetto di chi si fida del proprio mal di calli. Le visioni è che se stiamo ancora a ragionare di Asm stiamo freschi: insisto , vi darà fastidio ma più della metà dei bresciani non sa nemmeno di cosa abbiamo discusso , per età e interessi. Buon viaggio a Roma, ci lasciai il cuore ma oggi fa letteralmente schifo.

  11. Ah, sulle assegnazioni dirette non ci provi, noi solo bandi come conferma l’esito molto positivo dell’ultima ispezione del MEF.
    Mi rendo conto che in passato non era così ..

    • E infatti ho scritto che che le milionate di euro pubblici da me fatte risparmiare, tra l’altro anche secondo logiche di libero mercato e libera concorrenza, furono frutto semplicemente di uno smantellamento di storiche relazioni clientelari e collusive che portavano alle trattative dirette e private con i soliti noti. Gli avvisi di gara pubblci fanno bene, ma la politiche le aborre. Fui così uno dei tanti martiri poltici nel segno della trasparenza e della legalità nella gestione della cosa pubblica. Orgogliosamente, peraltro…

  12. Come gira il mondo secondo pasotti, logicamente: a senso unico, il suo. Compresa anche l’arrogante presunzione di credere che più della metà dei bresciani non sa nemmeno di cosa abbiamo discusso, per età ed interessi e quindi, sempre secondo il pasotti pensiero, ha un’idea chiara di quello che è la metro. Come dire, le scelte le facciamo noi classe dirigente e pensante. Il resto del mondo le subisce. Mi sembra di ricordare il pensiero del duo martinazzoli/corsini. Ecco quindi il pasotti politico….

  13. Devo dire che se vi fermaste alle parole e non correste al giustizialismo da tastiera sarebbe più facile discutere e forse sarebbe anche interessante.
    Certo che più della metà dei bresciani non sa nemmeno di cosa parliamo: Brescia aveva 210.000 abitanti 30 anni fa, poi è calata fino a un mix di 140.000 autoctoni e 35.000 newcomers. Dopodichè è risalita agli attuali 197.000 totali ed è in crescita. Se voi che vi intendete di numeri (sorriso…) sovrapponete la curva demografica vi renderete conto, sempre che ai numeri crediate perché per adesso credete al mal di calli, che più della metà dei bresciani non sa veramente nulla del dibattito sulla Metro e semplicemente la usa soddisfatta.
    Così soddisfatta che abbiamo la metà dei passeggeri con un abbonamento e numeri ancora in crescita, come spiegavo sopra: 17ml, più i 40ml degli autobus fa 57ml e mai cosi’ tanti bresciani hanno usato il mezzo pubblico.
    Ripeto che se sono aumentati gli abitanti e sono aumentati i volumi di ingresso in città ma l’occupazione dei parcheggi in struttura è stabile ho l’impressione che il mezzo pubblico ci abbia messo positivamente lo zampino, come appunto ti dice il totale cresciuto dei passeggeri.
    Io non ero particolarmente convinto della scelta pro metro 30 anni fa. Rispetto alle vostre polemiche sull’investimento che lasciano il tempo che trovano (essendo sostenibile ed essendo un investimento) i miei dubbi nascevano dall’impatto stimato sulla riduzione di traffico che se ricordo bene io, non so voi, era stato dichiarato sul 4% e mi pareva pochino.
    Ammetto che sbagliavo perché l’impatto della infrastruttura è stato un autentico regime change sul sistema del trasporto ma ritengo personalmente non si sia ancora sfruttata a fondo la opportunità: Piazza Vittoria è certamente rinata non grazie al parcheggio che è lì da 40 anni ma grazie ai 3.000.000 di passaggi metro annui che offrono ai commercianti una garanzia. Altrove non è ancora così perché i processi di densificazione non sono stati portati a fondo. Pazienza, lo si farà.
    Si farà se il gruppo dirigente (classe è un termine marxiano e implica un conflitto, non mi piace) farà il suo dovere, cioè governare secondo una visione sottoposta prima e dopo al giudizio dei cittadini. Ma non bisogna vergognarsi di essere gruppo dirigente, bisogna sentirne il carico sulle spalle e immaginare continuità negli sforzi: forse se per me le gare sono un comportamento naturale sarà stato anche per l’operato di Nostradamus, chi lo sa. So che non in tutte le società si è così attenti ma in Bresciamobilità e credo in A2A è così al punto che a volte si è guardati come dei fastidiosi perditempo: amen, meglio perdere tempo che soldi.
    Morale: le previsioni sono state rispettate anzi superate, l’impatto sulla città positivo, l’investimento regge, la attenzione dei bresciani impressionante (i danneggiamenti in metro rispetto agli autobus sono irrisori e anche quelli degli autobus non paragonabili ad altre città), la quantità di tonnellate di Co2 risparmiata tra metro e metanizzazione è elevata, il servizio trova soddisfazione diffusa: guardate, noi siamo sottoposti al sondaggio che il Comune fa sui passeggeri ogni anno, oltre che ai parametri del contratto di servizio. Dato che io non mi “fidavo” degli esiti commissionai lo scorso anno una ricerca indipendente sul gradimento della Metro non sui passeggeri, che essendo bella e puntuale sono contenti di sicuro, ma sull’universo della popolazione bresciana, cioè anche su quelli che la non la prendono o la prendono raramente: i risultati sono sorprendentemente identici, il livello di gradimento elevatissimo con una serie di indici che secondo la società del sondaggio non sono registrati in nessuna altra città.
    Io di numeri ci vivo perché non sopporto non avere un approccio scientifico alle cose. Però cerco anche di capire, di mettere in discussione i miei convincimenti e so bene che tipo di domanda farei al Presidente della Metro se non fossi io e vi garantisco, non ci siete andati nemmeno lontanamente vicini. Eppure quella è la più rilevante. Ma siete accecati dai mutui…. (che vanno chiusi per fare altro).

  14. Il signore dice di vivere di numeri però quelli che molti cittadini chiedono, anche coloro che come dice lui non sanno nulla della metropolitana e la prendono così senza sapere quanto può costare ma che si domandano per esempio l’ascensore, le scale mobili, le luci e tutti quei confort come si possono mantenere, vista la grande differenza che constato in termini di utenza fra questa e quella di Milano (linea 5), non li dà. Guardi: io abito a Brescia da relativamente poco, devo spostarmi spesso in zona Milano e le assicuro che, anche se non sono milanese nè bresciano, qualche domanda me la sono posta sia su quella di Brescia che su quella di Milano. E la prima cosa che noto è proprio la grande differenza di utenza fra la metropolitana di Milano e quella di Brescia, oltre alla grande differenza di traffico che c’è fra le due zone. Che là giustifica l’opera. Qui no.

  15. Sì, è vero, quando Astaldi e Hitachi vogliono far vedere una loro opera non portano i clienti a Metro 5 ma a Brescia. Ovviamente il confronto non può essere fatto in valori assoluti ma sulla quota di mercato relativa tenendo presente che Milano ha 4 linee metropolitane e funziona da 40 anni, avendo modificato la città in superficie . Qui siamo agli inizi, 5 anni, ma la quota di mercato della Metro sul trasporto è pari a circa un terzo del mercato globale avendo sostituito tre linee e avendo incrementato i passeggeri. Guardate, è sempre il mercato e non i calli a dire se le cose funzionano o meno e qui funziona. Se facciamo il conto dell’impatto positivo sull’inquinamento essa so giustifica anche solo per quello. Rispetto a qualche anno fa sono molto cambiare le sensibilità dei cittadini, sono cambiati i costumi, i tempi di vita, le aspettative nei confronti dei servizi. Ragionassimo con la mentalità di anche solo 10 anni fa alcune osservazioni, solo alcune, avrebbero anche un senso. Oggi francamente….

  16. Passi pure il cittadino egotico, ma l’amministratore assolutamente no. Soprattutto per chi afferma, come Lei, che “Credo sia dovere mio nei suoi confronti e in quelli dei cittadini bresciani fornire gli elementi perché possiate discuterne informati”. Gli elementi che dice lui. Ma gli elementi che chiediamo noi non li fornisce: non li ha? Non ce li vuole fornire?

    • Non provi a darmi lezioni personali, non ne vale la pena e almeno io non mi nascondo dietro pseudonimi. Soprattutto non pensiamo che chi si occupa di cosa pubblica sia sempre inadeguato (uso un termine elegante) e chi sta dalla parte della “gente” (anche se in questo caso è piuttosto solo) abbia ragione per definizione: forse lo sono io ma se c’è una cosa che va riconosciuta alla Amministrazione è di aver scelto per i vertici delle partecipate persone indipendenti dai partiti e di elevata professionalità, caratteristica la prima anche mia più della seconda. In queste ore mi sto occupando di una cosa che credo dovrebbe interessarvi anche se vi dà torto, la risistemazione dell’area della stazione di S. Eufemia dove il parcheggio in struttura non regge più i picchi, le aree a raso sono piene e la sosta si inerpica per viottoli di campagna e boschetti. Se noi non sistemiamo rapidamente l’area qualcuno scriverà lamentandosi giustamente ma soprattutto il sistema sarà inefficiente perché dopo qualche esperienza negativa alla ricerca del parcheggio inevitabilmente riprenderà a usare l’auto per venire in città. Ricordo che quando si cominciò a parlare del parcheggio in struttura non poche furono le voci contrarie. Oggi il problema è opposto e va data una risposta a breve e una più di medio. Ci ragioneremo e si farà.
      I numeri di mia competenza ve li ho dati tutti, non solo qui ma da tempo e con continuità sulla stampa locale e in termini di servizio vi danno torto, come abbiamo già spiegato. I numeri relativi all’investimento nella parte caricata di mutuo non sono di mia competenza ma sono notissimi, i numeri del bilancio del Comune che sono quelli richiesti da Considerazione sono ancor più evidenti (come lui ben sa) essendo pubblicati sul sito del Comune, essendo stati discussi in Consiglio Comunale, essendo stati approvati sia dalla precedente maggioranza che dalla attuale e essendo stati pubblicati a più riprese dalla stampa locale, anche recentemente, a cura della Agenzia TPL: dire che non si vogliono dare è un ballon d’essay di moda ma alquanto sgonfio. Considerazione, lei assomiglia ad un ex burocrate del Comune (e per me la parola burocrate non ha in genere accentuazione negativa) che quei numeri li conosce benissimo, ma la domanda corretta che deve fare, tra l’altro non a me, è: vale la pena che la Amministrazione stanzi risorse rilevanti per il trasporto pubblico? Non è il quanto che conta ma la motivazione del quanto su cui lei e chiunque di noi cittadini può e deve discutere.
      Un passaggio sull’egotico: una discussione ha sempre una pars construens e una animata da vis polemica, ci sta e non mi scandalizza. Ma io continuo a considerare le ragioni sue e di Nostradamus come non insensate ma non corrette, alle quali ho dato per dovere e convinzione un po’ di risposte credo non scontate. Poi evidentemente se ci sono logiche radicate come le vostre è difficile cambiare idea, mi basta seminare il dubbio. Tra persone che ragionano dovrebbe essere sufficiente.

  17. A Pasotti vorrei chiedere come mai quando si è fatto il biglietto integrato della corriera che da Gardone Vt viene a Brescia, non si è mantenuto anche quello che non prevedeva l’utilizzo della metropolitana. Cosicchè io, per arrivare al Prealpino, uso la stessa corriera di prima, e basta, ma pago un biglietto più alto perchè, se vado nel comune di Brescia, mi obbligano a comperare quello che comprende anche la metro che però non uso. Quindi ho subito un aumento. Non sarebbe stato più semplice mantenere tutte e due le possibilità? Grazie

    • non mi è chiarissima la domanda, però guardi che lei non compra un biglietto per la Metro, lei compra un biglietto a tempo per qualsiasi mezzo di trasporto decida di usare. le aggiungo che il costo del biglietto a tempo è uno dei più bassi d’Europa

      • Un attimo: se prendo il biglietto fino a Brescia pago una tariffa più alta rispetto a prima. Prima, quando non c’era la metro pagavo meno. Adesso pago di più perchè, nel biglietto, è incluso, anche se non mi serve, la possibilità di utilizzare la metro. Per questo chiedevo il perchè non si sono fatti due biglietti per la città: uno per il solo utilizzo della corriera, come era prima, e l’altro, quello integrato, per l’utilizzo anche di tutti i mezzi pubblici della città (compreso la metropolitana).

  18. Anch’io ho una semplice osservazione o meglio una curiosità da trasferire a Flavio Pasotti. Riguarda la storia di Brescia Metro srl, società mista pubblico-privata nata nel 2011 in scia all’accordo tra il Comune, alora guidato dalla Giunta Paroli, ed i costruttori del Metrobus: un contenzioso sulle “riserve” risolto con una transazione e costato milioni di euro alle casse pubbliche pur di non affrontare una causa avendo il timore di poter risultare perdenti. Poi, l’acquisto nel 2013 da parte di Brescia Mobilità del 51% della srl con relativo contratto di servizio a regolarne i rapporti economici. Molti attori, dunque, con frazionamento di ruoli, incarichi, attività, compiti, resposnsablità. Ma quale è la logica o la ragione che, alla fine, giustificano il coinvolgimento sull’intero progetto Metrobus dei seguenti Enti: Comune, Brescia Mobilità, Brescia Infrastrutture, Brescia Metro ? Ripeto, semplice curiosità, nulla di più, in tempi di ottimizzazioni, semplificazione e velocizzazione quotidiana di quasi tutto.

    • Grande! Quando dicevo più sopra che eravate fuori strada e che non arrivava la domanda vera a questo (e ancora a un’altra) mi riferivo. Sì, secondo me, e lo posso dire avendo già spiegato la mia idea poco dopo l’inizio del mio mandato una volta studiato il complesso dossier, la architettura societaria studiata all’epoca dalla amministrazione a cui Lei fa riferimento non è attuale e avrebbe bisogno di una semplificazione non di poco conto perché la divisione di competenze rende tutto molto complicato e per quanto tra società partecipate ci sia una robusta predisposizione alla collaborazione a volte le cose richiedono un supplemento di sforzo francamente evitabile. Credo anche che la semplificazione contribuirebbe a rendere tutto più facilmente leggibile. Ricordo un thread di un annetto fa su FB dove per spiegare a persona non aliena di conoscenza che stava per fare una conferenza stampa sbagliata nei numeri e nelle osservazioni dovetti passare qualche ora a far ricostruire i passaggi, al termine dei quali non è che io avessi ragione ma semplicemente la realtà era quella che descrivevo. I passaggi da fare però sono abbastanza complessi e richiedono un commitment non da poco….

  19. Io vengo dalla bassa e per venire a brescia uso l’auto. Prima parcheggiavo gratis in zona carceri e subito ero in piazzale arnaldo, tebaldo brusato, e centro. Oggi dovrei usare la metro lasciando la macchina alla volta o alla poliambulanza. Ma ha senso? Come inquinamento non cambia nulla: inquinavo prima, inquinerei anche adesso arrivando ai parcheggi. Inoltre anche prima avrei potuto fare lo stesso e prendere il bus, più panoramico, capivi dove eri, ti sapevi orientare, vedevi i negozi, la vita quotidiana. Viaggiando sotto terra perdi tutte queste belle cose, perdi la cognizione delle distanze, tutto appare impersonale. Arrivi in piazza vittoria o al capolinea senza percepire le distanze. È molto brutto. Se poi devo andare in periferia, tipo a s. Eufemia o al Prealpino non mi pongo nemmeno il dubbio:vado in macchina perché più comodo anche x i bagagli, arrivo direttamente sul posto senza fare chilometri a piedi, e impiego complessivamente meno tempo.

  20. Vorrei chiedere al signor pasotti perchè mai io che abito a s. Eufemia, vecchio nucleo, dovrei prendere la metro per andare alla mia scuola in via Oberdan (abba/ballini)? Prendo l’autobus logicamente. Ma questo anche se la metro arrivasse in via oberdan. A s. Eufemia la stazione è troppo lontana dal vecchio nucleo

    • Vero, Lei abita in una zona non servita dalla Metro e quindi l’autobus è il mezzo che la aiuta di più.
      La stazione di S.Eufemia credo fu pensata per intercettare gli ingressi in città da est e non per servire il quartiere: come scrivevo sopra in effetti sta funzionando bene e dobbiamo incrementare i parcheggi di scambio intorno alla stazione: è una area quella che verrà comlpetamente ridisegnata nel giro di qualche anno. So che Brescia Mobilità nello studio per il nuovo Tram sta ragionando di attestare a Via Indipendenza il capolinea di una delle due diramazioni, nel caso questo la aiuterà certamente ma ci vorrà un po’ di tempo.

  21. Ma guardi che a me e a molti altri che abitano qui ci bastano i bus. Non c’è bisogno di fare un’altra opera, che sia il tram o quant’altro….

  22. Certo, lei è servito bene ma altre zone della città hanno bisogno di un potenziamento in termini di velocità e frequenza: vede, noi dobbiamo avviarci rapidamente ad un sistema di low carbon economy o al posto del Botticino faremo lo Zibibbo. Il trasporto pubblico è considerato un passaggio chiave per avere risultati forse ancor più importante della proibizione dei motori Diesel e se guardi al futuro devi saperlo accompagnare, non esserne trascinato. Dato che lei è uno studente le suggerirei di approfondire la materia perché sta per diventare anche un indirizzo universitario: si sa mai, magari….

    • Grazie per il suggerimento. Ne faccio uno anch’io. Perchè non sostituite tutti gli autobus esistenti e li mettete elettrici? Riduzione sicura di inquinanti. Spesa non troppo elevata. Percorsi modificabili (con il tram e con la metropolitana no), aumentate il car sharing elettrico, l’ottimo servizio bicimia anche per la zona 2. Sono cambiamenti alla portata del comune e di quelli limitrofi, veloci senza aspettare anni e senza stravolgere o investire cifre rilevanti, non trova?

      • Eh una parola, magari fosse vero, non è così purtroppo: allora, i bus elettrici sono stati valutati ma siamo ancora lontani da avere soluzioni adatte al servizio pubblico. In primo luogo sono molto, molto costosi, tre volte più di un autobus a metano, immagini circa 600.000 € l’uno più le manutenzioni alle batterie che non sono poca cosa non essendo ancora stabilizzata la loro tecnologia. Si è fatto un calcolo anche sull’inquinamento e il risparmio rispetto al metano è al momento quasi irrisorio, tenga presente che sul totale degli inquinanti quelli prodotti dal trasporto pubblico sono di per sé lo zero virgola. In cambio il servizio avrebbe un peggioramento perché per mantenere la autonomia dovremmo ridurre la capacità di carico passeggeri sia per i pesi che per gli ingombri delle batterie. Sarebbe necessario anche un rilevante investimento logistico perché l’intero centro manutenzione andrebbe sostituito e servirebbe uno sterminio di sistemi di ricarica durante la notte nonché una flotta veicoli più numerosa sia per l’esercizio che per il back up. E infine non risolverebbe i due problemi di fondo degli autobus, la puntualità e la frequenza (oltre al comfort). In sintesi, siamo lontanissimi da un livello di efficienza dell’investimento anche vagamente accettabile: mi creda, non è che chi si occupa di queste cose dorma, sono cose affrontate più volte nel passato e tenute sotto controllo ma…. Ancora non ci siamo. Le dirò di più, anche se non è nel perimetro del mio mandato perché se ne occupa e bene Brescia Trasporti, io continuo a guardare agli esperimenti che alcune case automobilistiche stanno facendo sulla guida autonoma anche per gli autobus. Siamo lontani da soluzioni che sono tecniche ma anche normative ma credo che quella sia la frontiera che cambierà il paradigma del servizio pubblico. Per ora in tutta Europa gli investimenti sono su sistemi tram/metro: più efficienti e ambientalmente compatibili.

        • Sommessamente, guardando l’elenco di decine di amministratori che a vario titolo si occupano di trasporti, viabilità, patrimonio infrastrutturale, mezzi, correlata sostenibilità ambientale, in: Comune, Brescia Mobilità, Brescia Trasporti, Brescia Infrastrutture, Brescia Metro, mi chiedevo se magari una sola società (anzichè cinque…) non risolverebbe ad un tempo decine di problematiche specifiche, velocizzando analisi, pianificazione e controllo, risparmiando una montagna di costi e duplicazioni inutili, semplificando gli iter burocratico-amministrativi. Proprio le riflessioni e le soluzioni di cui parla Pasotti, meriterebbero magari che fosse uno come lui, con “taglio” soprattutto manageriale ed imprendotoriale, a guidare un’unico Ente Pubblico controllato dal Comune tipo “Brescia Mobilità e Infrastrutture Trasportistiche”. E’ bello sognare, ogni tanto…

        • Quindi se l’inquinamento derivante dai trasporti pubblici è lo zero virgola… sul totale degli inquinanti, sostituiamoli con quelli a metano e, se anche questi troppo cari, teniamoci i nostri. Tanto non inquinano granchè. Non vedo quindi la necessità di fare tram o allungamento della metropolitana.

          • strepitoso: ma lei almeno lo sa che gli autobus di Brescia sono già tutti a metano? vede che lei afferma cose essendo completamente disinformato sia sull’elettrico sia sulla natura e sul funzionamento del servizio? Da bravo, anche per fare propaganda bisogna metterci il quid…

  23. Ha dei dati da portare che affermano che l’abbassamento di inquinamento a Brescia è dovuto al minor traffico convogliato sul mezzo metropolitana? Perchè, come sempre, quando non piove e arriva la stagione del riscaldamento, le centraline vanno alle stelle e il comune limita la circolazione delle auto.

  24. Meglio. Sinceramente non sapevo che erano già tutti a metano. Grazie x l’informazione. Quindi siamo già all’avanguardia con i bus. Guardi poi che io non faccio propaganda. Chiedo soltanto e guardo, in base anche alla mia poca esperienza.

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