Noto gallerista in carcere: è accusato di aver violentato una prostituta

Il gallerista accusato di stupro era già finito nei guai per bancarotta fraudolenta: nella sua abitazione era stato trovato anche un quadro da 25 milioni

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Sono scattate le manette per un notissimo gallerista di Cremona, che – nella serata di mercoledì – è stato arrestato dalle forze dell’ordine in esecuzione di una ordinanza del Tribunale di Brescia.

VIOLENZA SESSUALE AI DANNI DI UNA PROSTITUTA

Pesanti sono le accuse a suo carico mosse dai giudici: violenza sessuale e rapina. I fatti risalgono al mese di luglio. Secondo quanto ipotizzato dai giudici, infatti, l’uomo – di origine iraniana – si è recato in trasferta a Brescia e ha fatto salire sulla sua auto una prostituta per consumare un rapporto. A quel punto, però, il gallerista avrebbe minacciato la donna, costringendola ad avere un rapporto sessuale non protetto. Infine le avrebbe rubato il cellulare (forse per impedirle di chiamare i carabinieri) e si sarebbe dato alla fuga. La denuncia della presunta vittima era scattata pochi giorni dopo. E nelle scorse ore – dopo una lunga indagine – la Procura di Brescia ha ordinato l’arresto. Ora si trova nel carcere Nerio Fischione (Canton Mombello). Ma le accuse sono ancora tutte da dimostrare.

I PRECEDENTI: BANCAROTTA E RICETTAZIONE DI UN QUADRO MILIONARIO

Il gallerista accusato di stupro, peraltro, era già noto alle forze dell’ordine e alla magistratura. In passato, infatti, era già finito nei guai per altre vicende. Nelle sue disponibilità, per inciso, erano stati trovati un quadro di Rubens (Venere e Adone) del valore di circa 25 milioni di euro e una preziosa tela di Guido Reni: Giuseppe che trattiene la moglie di Putifarre.

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