Il Codacons – dopo la denuncia di settimana scorsa alla Procura della Repubblica di Brescia per i reati di attentato all’incolumità pubblica nei confronti di pubblica aamministrazione e società che gestiscono il servizio idrico – scrive all’Arpa perchè intervenga al fine di effettuare i controlli sulle acque del fiume Chiese, indagando sulle cause che hanno determinato questa situazione di pericolo e degrado civico e perchè siano individuati i colpevoli di una simile situazione.
“Recenti controlli sul fiume che bagna i comuni più colpiti dalla legionella – scrive in una nota l’associazione dei consumatori – mostrano uno scenario terribile: presenza abbondante di metalli pesanti (ferro, manganese e altri), fanghi di depurazione e digestati che, uniti alle alte temperature, creano l’habitat ideale per la legionella”, batterio che potrebbe essere la causa dell’epidemia di polmonite che sta colpendo la Bassa bresciana.
“E’ fatto noto che il batterio di questa malattia stia divampando nel bresciano mettendo a rischio le vie respiratorie dei cittadini e le loro stesse vite. Questo batterio – si legge ancora – come detto, sembrerebbe trovare terreno fertile nel Chiese, dove la violenza di ben 24 discariche e quantità immani di fanghi, hanno creato la bomba biologica descritta da Alberto Zolezzi della Commissione Ambiente alla camera”.
L’Associazione chiosa: “Non sono situazioni accettabili in primis perchè da tempo abbiamo lamentato la realtà inaccettabile delle discariche bresciane, in secundis perchè un paese sviluppato come il nostro non può presentare dinamiche da terzo mondo o peggio. Sono troppe discariche e troppi i fanghi riversati nel fiume Chiese. Non serviva l’epidemia di legionella per capirlo”.