Polmonite: i casi verso quota 600, ma la causa non si trova

L'unica nota positiva arriva dall'andamento dei casi di contagio, che - stando a dati ufficiosi - sembrano da giorni in continuo calo

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L’epidemia di polmonite che sta colpendo ormai da settimane la provincia di Brescia, a partire dalla zona della Bassa, continua a fare paura. L’Ats, da tempo, ha deciso di smettere di comunicare i dati dei contagi, ma – secondo indiscrezioni – le persone colpite sarebbero quasi 600. In un caso su dieci la causa sarebbe la legionella, il cui batterio è stato individuato in particolare nel fiume Chiese e nelle torri di raffreddamento di alcune azionde. Ma questi dati non bastano a spiegare quanto sta accadendo e anche dalla politica continuano ad arrivare appelli affinché si faccia di più.

POLMONITE, COSA STA SUCCEDENDO

I tecnici sono al lavoro da tempo per monitorare la situazione e individuare le cause. Nel contempo anche la magistratura ha aperto un fascicolo per individuare eventuali responsabilità. Ma sul registro non ci sono nomi. Tra le risposte che ancora mancano – ma che arriveranno a breve dall’autopsia – c’è anche quella sulle cause della morte di un 49enne, morto nei giorni scorsi a Desenzano del Garda. L’unica nota positiva arriva dall’andamento dei casi di contagio, che – stando a dati ufficiosi – sembrano da giorni in continuo calo.

POLMONITE, ALLERTA MASSIMA NELLA BASSA

Nel Bresciano l’allerta resta alta, in particolare nei comuni della Bassa. Proprio oggi la questione sarà oggetto di approfondimento del consiglio comunale di Remedello alla presenza del direttore sanitario dell’Ats Fabrizio Speziani.

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