Il lago di Garda salva il Veneto dalla piena, ma ora si teme per l’ambiente

Lo scolmatore - aperto dalla mezzanotte di martedì fino a giovedì sera - ha scaricato nel più grande lago italiano 350 metri cubi al secondo di acqua

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Il Basso Trentino e l’Alto Garda sono salvi ed hanno evitato allagamenti che avrebbero potuto fare stragi. Ma le condizioni del Garda preoccupano molti. Dopo le grandi piogge e il vento dei giorni scorsi, infatti, le autorità che gestiscono il bacino idrico hanno deciso di riaprire lo scolmatore artificiale di Torbole, in provincia di Trento.

Lo scolmatore – aperto dalla mezzanotte di martedì fino a giovedì sera – ha scaricato nel più grande lago italiano 350 metri cubi al secondo di acqua. Il risultato è un aumento significativo dei livelli del lago e una “marea” di detriti che si sono riversati nelle acque del Benaco: rami, rifiuti, fango, foglie, tronchi e quant’altro (alcune fonti non escludono anche la presenza di sostanze inquinanti), portati dalle acque del fiume Adige in piena. Come era avvenuto – in forma minore – anche sul lago di Iseo.

Una misura eccezionale, i cui effetti ora potrebbero vedersi anche nel Bresciano. Anche perché pure il fiume Sarca ha scaricato il suo abbondante carico di detriti nel Garda. La raccolta nei porti e sulle spiagge è già iniziata, ma il grosso – inesorabilmente – finirà col tempo sui fondali. Nel frattempo il livelli del lago sono saliti di oltre 30 centimetri, coprendo alcune spiagge.

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