Candidato col fucile: il Comune di Brescia lo riammette al voto

La Questura, evidentemente, ha fatto i suoi accertamenti e la commissione di valutazione di Palazzo Loggia non ha potuto che prenderne atto

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Talat Chaudhry Doga in una foto da Facebook (con il consenso dell'interessato)
Talat Chaudhry Doga in una foto da Facebook (con il consenso dell'interessato)

La Questura, evidentemente, ha fatto i suoi accertamenti e la commissione di valutazione di Palazzo Loggia – secondo indiscrezioni – non ha potuto che prenderne atto. Talat Chaudhry Boga – il candidato finito al centro delle polemiche per una veccchia foto di Facebook in cui abbraccia un fucile Ak 47 – potrà candidarsi nelle prossime votazioni di quartiere per il consiglio di Porta Cremona.

Una vittoria, dunque, per l’imprenditore di origine pakistana, che nei giorni scorsi ha dovuto far fronte con polemiche nazionali (soprattutto di marca leghista) e anche con l’invito del sindaco di Brescia Emilio Del Bono a non candidarsi. Agli appelli era quindi seguita la decisione della commissione di sospenderlo, investendo la Questura di approfondimenti. Ma Talat Chaudhry Boga ha tenuto duro, respingendo qualsiasi collegamento con il terrorismo, sottolineando che si trattava di una foto fatta anni prima al matrimonio del fratello (con un’arma detenuta legalmente), ricordando il suo percorso di integrazione (è sposato con una donna italiana) e promettendo ricorsi legali in caso di esclusione dalla competizione.

Non ce n’è stato bisogno: secondo le istituzioni non ci sono ragioni legali e formali per cui la sua candiatura possa essere dichiarata decaduta. E Talat tira un respiro di sollievo. “Sono contento”, dice, “che il Comune e la Questura di Brescia, al termine dei loro approfondimenti, abbiano accertato che sono una persona pulita. Ora”, continua, “spero di poter aiutare la mia comunità e il mio quartiere”.

Il candidato nella foto comparsa su Facebook
Il candidato nella foto comparsa su Facebook
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1 COMMENT

  1. Si tratta di un’arma da guerra, l’ultima versione del mitico kalashnikov sovietico, e quindi il fatto che possa essere detenuto in casa legalmente nel Paese di orgine del Sig.Doga, fa comunque pensare. Resta poi il fatto che farsi immortale in una fotografia con un fucile mitragliatore non depone probabilmente per una naturale predisposizione al quieto vivere e men che meno all’occuparsi di gestione della cosa pubblica…

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