Adescava baby sitter e le trasformava in prostitute, condannata donna nigeriana

Una donna nigeriana accusata di riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione è stata condannata a 10 anni dalla Corte d'Assise di Brescia

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Si sono prese per i capelli e, nella colluttazione, sarebbe spuntato anche un coltello. La zona industriale di Boario Terme è sempre più calda: ieri pomeriggio, una rissa tra due prostitute nigeriane nell’area dei capannoni tra Angone ed Erbanno, ha rischiato di finire in tragedia dopo che, durante una lite a schiaffi e calci, una delle due è stata ferita leggermente con un coltello. Sull’accaduto indagano i carabinieri della stazione di Darfo e gli agenti della Polizia Locale intervenuti sul posto dopo l’allarme lanciato da alcuni passanti. Secondo una prima ricostruzione, la causa della lite sarebbe collegata a questioni di battuage «esclusivo» sul territorio dove si registra un viavai di clienti a tutte le ore del giorno e della notte.
Prostitute nigeriane, foto generica d'archivio

Convinta di essere stata presa come baby sitter, è finita in strada, a fare la prostituta.

È la storia di una delle vittime di una donna nigeriana accusata di riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione condannata ora a 10 anni dalla Corte d’Assise di Brescia (condanna scontata di un terzo, perchè il processo si è celebrato con rito abbreviato).

Secondo le testimonianze rese, le vittime venivano adescate con la promessa di un lavoro e una vita onesti, poi però finivano in mezzo alla strada e tutti i soldi guadagnati andavano nelle tasche della nigeriana.

Durante il processo – il caso è riportato da Bresciaoggi – la difesa della donna ha sottolineato che le ragazze avevano libertà di movimento e che non è dimostrato che la nigeriana incassasse i proventi dell’attività delle prostitute. Intanto una vittima avrebbe fatto riferimento anche a riti voodoo praticati dalla donna nei suoi confronti, con lo scopo forse di obbligarla a consegnare il denaro guadagnato in strada.

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