Vi ricordate Jonathan Bachini? Ora fa l’operaio a Livorno e chiede perdono

Ora l'ex calciatore delle Rondinelle vorrebbe iniziare una nuova vita da allenatore, ma è stato radiato perché trovato positivo alla cocaina

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Jonathan Bachini oggi e ai tempi del Brescia Calcio
Jonathan Bachini oggi e ai tempi del Brescia Calcio

Ve lo ricordate Jonathan Bachini? Per diversi anni ha calcato i campi della massima serie calcistica, vestendo anche la maglia della Juventus. Poi è passato al Brescia e ha rimediato la prima squalifica per doping. Ora, nella sua terza vita, fa l’operaio a Livorno e chiede di essere “perdonato”. Una storia di calcio e di vita la sua, raccontata da una bella intervista rilasciata alla Gazzetta dello sport e ripresa da diversi media.

Classe 1975, Bachini era una vera promessa del pallone. Dopo Lecce e Udinese fu acquistato dalla Juventus, in cui giocò 13 partite tra il 1999 e il 2001. Ma prima, nel 1998, aveva anche vestito due volte la maglia della Nazionale. Il suo cartellino finì poi al Parma nella trattativa per Gianluigi Buffon: 70 miliardi più Bachini, che all’epoca era valutato oltre 30. Seguì il passaggio al Brescia, nell’epoca di Roberto Baggio (era l’ultima stagione del Divin Codino alle rondinelle), ma nel 2004 cadde su di lui il macigno della prima squalifica per cocaina: squalifica di nove mesi e licenziamento in tronco. E nel 2005, dopo il passaggio al Siena, ci ricadde. La sentenza è stata senza appello: squalifica a vita, radiazione.

“Fu l’inizio del mio calvario – racconta Bachini alla rosea – Io ho pagato per i miei errori, ma così mi è stato tolto un pezzo di vita. E soprattutto mi hanno negato ogni aiuto. Un anno e mezzo fa ho chiesto la grazia alla Federazione. Mi hanno risposto di no. Mi sono rivolto al Coni, ma non c’è stato nulla da fare. Le regole sono cambiate e lo statuto antidoping prevede che non ci sia la grazia in caso di recidiva alla stessa sostanza”.

Da allora, nella sua vita, è cambiato tutto. Bachini fa l’operaio a Livorno e i tempi dei soldi facili e del successo sembrano lontanissimi. Ma ora chiede di riprovarci e – dopo 13 anni – di iniziare una quarta vita, da allenatore. “Non ho fatto male a nessuno tranne che a me stesso”, dice lui, “è giusto che paghi per sempre?”. Solo il presidente della Fifa Gianni Infantino può rispondere concretamente a questa domanda.

 

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