Vini, Barone Pizzini compra La Contessa di Capriano del colle

Oggi Capriano del Colle, con i suoi 68 ettari rivendicati nella vendemmia 2018, rappresenta una delle più piccole DOC italiane

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La Contessa di Capriano del Colle
La Contessa di Capriano del Colle, foto da ufficio stampa

Un barone e una contessa: ciò che li accomuna non è soltanto il richiamo ai titoli nobiliari, e nemmeno l’appartenenza alla stessa provincia, quella bresciana, bensì la storica vocazione enologica, che oggi sfocia in un’unione nobile!

Infatti, gli importanti e ben auguranti risultati della prima vendemmia sul Monte Netto, presentati oggi in anteprima alla stampa mentre l’appuntamento per gli operatori è al prossimo Vinitaly, hanno spinto il Presidente della Barone Pizzini, Ugo Colombo e l’Amministratore Delegato, Piermatteo Ghitti, a consolidare la presenza sul Monte Netto, acquisendo il ramo d’azienda della cantina La Contessa di Capriano del Colle.

Oggi Capriano del Colle, con i suoi 68 ettari rivendicati nella vendemmia 2018, rappresenta una delle più piccole DOC italiane, ma con una storia importante, infatti già Agostino Gallo citava il locale “berzemino” nelle sue 20 giornate dell’agricoltura Bresciana del 1565.

“Abbiamo, con la semplicità che contraddistingue le intese tra galantuomini, siglato un accordo che per noi rappresenta una sfida nuova, molto interessante e stimolante, anche perchè vissuta sul nostro territorio di casa. Quella del vino è una sfida sempre più affascinante e di grande suggestione imprenditoriale. All’avventura in Franciacorta abbiamo voluto affiancare anche quella del Monte Netto, una terra particolarmente vocata alla produzione di vini fermi a forte identità bresciana” afferma Piermatteo Ghitti.

“Vigne su argilla gialla circondate da foresta planiziale, nel parco del Monte Netto, presupposti per vini molto caratteristici. Si tratta di prodotti che, principalmente per il mercato territoriale, rappresentano un’icona della tradizione” commenta Silvano Brescianini, General Manager della Barone Pizzini.

La nuova tenuta, che si aggiunge alla franciacortina Barone Pizzini, alla marchigiana Pievalta e alla toscana Poderi di Ghiaccioforte, è composta da quasi 9 ettari condotti in bio grazie alla consulenza agronomica ed enologica di Angelo Divittini dello Studio SATA. Le uve, a parte i bianchi Trebbiano e Chardonnay, sono principalmente rosse: Marzemino, Sangiovese e Merlot.

A partire da fine marzo la cantina, situata all’interno della cascina Colombaroli, proprietà della famiglia Luzzago, sarà aperta tutti i sabati al mattino per visite e degustazioni per appassionati e turisti, ma soprattutto per presentare il nuovo progetto e accendere i riflettori su  una zona forse ancora poco conosciuta ma sicuramente di grande valore naturalistico, tanto che le vigne sono collocate  all’interno del parco agricolo regionale del Monte Netto.

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