Salvini bruciato al posto della vecchia, Morelli: rito offensivo, ma verso le donne

"Il rogo della vecchia è la riproposizione di un rito antico che oggi non ha più ragione d'essere. È anacronistico ed offensivo nei confronti delle donne: di tutte, ma in particolar modo di quelle anziane, sterili e di nessuna utilità per la società"

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Roberta Morelli, foto da Facebook
Roberta Morelli, foto da Facebook

“Il rogo della vecchia è la riproposizione di un rito antico che oggi non ha più ragione d’essere. È anacronistico ed offensivo nei confronti delle donne: di tutte, ma in particolar modo di quelle anziane, sterili e di nessuna utilità per la società ( questa la definizione pervenutami anni fa per la Festa del Fuoco). Inoltre, in questi tempi poi in cui alcuni uomini uccidono o tentano di uccidere le donne con il fuoco, questo messaggio è ancor più incomprensibile.”. A dirlo è, con un post su Facebook, l’assessore alle Pari opportunità di Palazzo Loggia, che si inserisce così sulla questione dell’effigie del ministro Matteo Salvini bruciata al Carmine al posto della “vecia”, oggetto di diverse polemiche nelle scorse ore e di qualche opinione dissonante (come quella di Claudio Bragaglio).

“Mi sono sempre rifiutata, anche in presenza di un invito ufficiale, di assistere a questa ‘festa’ che di divertente non ha nulla”, continua Morelli, “E non mi si ripeta che appartiene ai riti del passato: non tutto ciò che arriva dalle tradizioni è buono e giusto e in tal senso ci sono tanti esempi.  Un fantoccio che, non ha solo sembianze femminili, ma è anche chiamato ‘La vecia’, trasmette un messaggio di svalutazione, di ridicolizzazione e di violenza nei confronti delle donne”.

L’assessore, infine, punta il dito contro il fatto che le polemiche sono nate quando ad essere bruciato è stato un uomo. “Fino ad ora, a parte il mio dissenso, non ho mai sentito prese di posizione contro questa insensata tradizione”, scrive ancora, “Però il quadro è cambiato quanto la rappresentazione è stata declinata al maschile, come accaduto l’altro giorno in Centro storico. Un’ ulteriore dimostrazione che il percorso delle donne è ancora in salita e che anche da queste cose ci si rende conto che la parità è solo nei sogni. Dopo questo fatto l’auspicio è, che almeno nel nostro territorio, la vecia o il vecio vengano finalmente risparmiati dal fuoco e per invocare il favore della provvidenza ed eliminare le sventure, si pensi ad altro”.

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1 COMMENT

  1. Certo che viviamo in tempi davvero strani. Stavolta è la Sig.ra Morelli a impermalosirsi per un rito che affonda le sue origini in un passato lontanissimo. Si bruciava, in modo propiziatorio verso la primavera, la brutta stagione cioè l’inverno poichè sinonimo di tempo sfavorevole per il cllma, per la scarsezza di frutti della natura, per i disagi recati alle cose ed alle persone. Quanto tutto ciò sia uno sfregio sprezzante all’umanità al femminile è un problema della Sig.ra Morelli, sì, proprio un problema. Personalmente ne ho visti a decine di questi falò e li ricordo come bellissmi momenti di convivialità e allegra socializzazione nonchè occasioni appunto per girare pagina dall’inverno alla primavera. Bellisssimi ricordi, altro che “insensate tradizioni”.

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