Stadio, Piattaforma Civica: errore epocale chiudere le porte agli australiani

Il ragionamento: la metro costa decine di milioni ogni anno e gli investimenti in città saranno condizionati per decenni dall'opera

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Francesco Onofri, lista civica
Il leader di Piattaforma Ciciva Brescia, l'avvocato Francesco Onofri (foto da Pia.Ci)

L’ipotesi di un nuovo stadio finanziato dagli australiani? La Loggia deve trattare, perché chiudere le porte agli investitori sarebbe un “errore epocale”, tanto più alla luce del fatto che la metro costa alle casse della città decine di milioni ogni anno e del fatto che “gli investimenti per nuove opere in città saranno condizionati per decenni dalla nostra pur meravigliosa metropolitana leggera”. A dirlo è una nota pubblicata oggi su Piattaforma Civica, il movimento guidato da Francesco Onofri, che pubblichiamo di seguito in forma integrale.

IL TESTO INTEGRALE PUBBLICATO SU PIATTAFORMA CIVICA

Notizia del giorno: ieri, 30 giugno 2019, Brescia Infrastrutture (che vuol dire il Comune) ha pagato l’undicesima delle sessantaquattro rate semestrali del mutuo per la metro stipulato nel 2012 con la Cassa Depositi e prestiti.
Questi i numeri (arrotondati):

rata mutuo CDP 30/06/2019
quota interessi          € 2.975.000
quota capitale           €    888.000
totale rata                  € 3.863.000

Per la cronaca, per questo mutuo abbiamo sinora già pagato a CDP 36 milioni di interessi e poco più di 12,5 milioni di capitale e da qui al 2045, anno di scadenza, ne pagheremo ancora circa 101,5 di interessi e poco meno di 111 di capitale.
E questo è il mutuo per cui il Comune è in causa contro la CDP, che, per lasciarci recedere in anticipo e passare a un mutuo meno costoso con una qualunque banca privata, pretende una penale esorbitante (un’ottantina di milioni).
Sempre per la cronaca, questo è solo uno dei due mutui della metro ancora in essere, perché ce n’è pure un altro con UBI Banca che pesa circa la metà.

Se poi si considera che la differenza tra costi e ricavi nella gestione della metro ha un segno negativo di circa 6,5 milioni all’anno, che tenendo conto anche del canone di 23,5 milioni che il Comune versa annualmente a Brescia Infrastrutture la differenza costi/ricavi sulle spalle comunali sale a 33 milioni, IVA compresa , pur se attenuata dagli aiuti regionali (9 milioni nel 2018, solo 6,5 milioni nel 2019), allora dobbiamo ancora una volta farcene una ragione: non solo i costi dei mutui e quelli per gestire la metro sono coperti solo grazie ai dividendi di A2A, ma comunque gli investimenti per nuove opere in città saranno condizionati per decenni dalla nostra pur meravigliosa metropolitana leggera.

Fa dunque bene, anzi benissimo, il Comune a chiedere aiuto ai privati in molte iniziative: pensiamo ad esempio a Cidneon con gli Amici del Cidneo, al progetto “Oltre la Strada” con quattordici partner privati, alle ricche edizioni della Mille Miglia con AC Brescia.
Il partenariato tra pubblico e privato è divenuto pure per Brescia una necessità senza alternative.

E allora però viene da dire un’altra cosa.
Se alcuni finanziatori australiani, accompagnati dal loro ambasciatore, hanno questa ostinata idea di investire 150 milioni di euro proprio nella nostra città – perché è in posizione strategica, perché è iper-infrastrutturata, metro compresa – per costruire un nuovo stadio, non necessariamente a Mompiano, e per opere collaterali, la politica deve fare il mestiere che le spetta e cioè trattare, indirizzare, suggerire, facilitare relazioni, porre condizioni.
Ma sarebbe un errore epocale chiudergli le porte in faccia.
Non ce lo possiamo permettere: noi le prossime rate dei mutui non le possiamo saltare, gli australiani, invece, come i loro canguri, possono “saltarci” e andarsene altrove.
Un’ultima cosa: una città con la metropolitana esige mentalità da metropoli.
Attendiamo dunque le buone notizie.

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