Goletta dei Laghi: due punti “fortemente inquinati” sul Garda bresciano

Sono risultati fortemente inquinati i punti sulla foce del torrente nei pressi del porto di Padenghe sul Garda e lo scarico nei pressi della Spiaggia d'Oro a Desenzano del Garda

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Per il quattordicesimo anno consecutivo la Goletta dei Laghi ha effettuato il monitoraggio microbiologico delle acque del lago di Garda e due punti sono risultati fortemente inquinati.

È questo, in estrema sintesi, il bilancio del monitoraggio microbiologico realizzato dai tecnici della Goletta dei Laghi nei giorni scorsi, in occasione dell’arrivo sulla sponda lombarda del Lago di Garda della campagna di Legambiente, realizzata in collaborazione con il CONOU (Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati) e Novamont.

Da 14 anni la Goletta dei Laghi rileva le principali fonti di criticità per gli ecosistemi lacustri: gli scarichi non depurati e inquinanti, la cementificazione delle coste, la captazione delle acque, l’incuria e l’emergenza rifiuti, in particolare l’invasione della plastica, che non riguarda soltanto mari e oceani, ma anche fiumi e laghi.

I risultati del monitoraggio sono stati presentati stamane a Gardone Riviera nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, Paola Fagioli, responsabile di Legambiente Turismo, Giada Caiello, responsabile del campionamento microbiologico della Goletta dei Laghi e Paolo Bonsignori, presidente di Legambiente “Per il Garda”.

Il lavoro dei tecnici si è concentrato principalmente su due fronti di indagine: quello delle microplastiche in acqua e quello dell’inquinamento microbiologico.

Quello di Legambiente è un campionamento puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.

La qualità delle acque del Lago di Garda è un elemento imprescindibile per lo sviluppo del territorio, soprattutto per quanto riguarda la vocazione turistica. Nelle analisi della Goletta dei Laghi vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che si trovano lungo le rive dei laghi, punti spesso segnalati dai cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta all’insufficiente depurazione che, attraverso scarichi e corsi d’acqua, arriva nel lago.

In questi giorni sono stati cinque i punti monitorati sulla sponda lombarda del Lago di Garda, tutti in provincia di Brescia. Sono risultati fortemente inquinati i punti sulla foce del torrente nei pressi del porto di Padenghe sul Garda e lo scarico nei pressi della Spiaggia d’Oro a Desenzano del Garda. Sempre a Desenzano del Garda, il campione prelevato di fronte allo scarico a sud della Lega Navale, che al momento del campionamento non sfociava in lago, è risultato entro i limiti, mentre il punto prelevato nel canale – sempre sullo scarico a sud della Lega Navale – è invece risultato “fortemente inquinato”. Entro i limiti di legge la foce del torrente Barbarano e la foce del canale nei pressi della spiaggia in località Le Rive, entrambi i punti nel territorio comunale di Salò.

“Alla luce delle criticità che ancora insistono sul Garda, è urgente mettere mano all’intera infrastruttura di collettamento dei reflui che oggi presenta troppe falle – ha affermato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Non vorremmo che tutto il dibattito sul nuovo impianto di depurazione mettesse in secondo piano invece i problemi più contingenti. Servono risposte urgenti ai problemi più immediati e un dibattito aperto sulle prospettive future”.

“Come era prevedibile i risultati delle analisi della Goletta dei Laghi ci rimandano un quadro ancora inquietante  per il basso lago – affermano da Legambiente “Per il Garda” – grazie alle segnalazioni dei cittadini e all’esperienza di questi 14 anni di monitoraggi, abbiamo concentrato le nostre analisi soprattutto nel basso lago, dove l’accesso all’acqua è più immediato e, nei mesi scorsi, sono stati segnalati episodi di svernamenti di reflui non trattati”.

Forti le preoccupazioni degli ambientalisti: “Dopo tutti questi anni e, nonostante varie segnalazioni, che non si sia ancora provveduto a sistemare una situazione che ormai sembra cronicizzata, ci pare imbarazzante – continuano gli attivisti – Chiediamo agli enti competenti e ai Comuni interessati di spiegare quali siano le motivazioni del mancato intervento del risanamento delle acque. Fortunatamente le analisi effettuate a Salò ci rimandano una situazione positiva che persiste da qualche anno. È indubbio infine, che devono essere tolti tutti gli scarichi a lago, sfioratori compresi, per salvaguardare l’intero ecosistema lacustre”.

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