di Elio Marniga – Quando, a novembre dell’anno passato, sollecitato dalla lettura di uno scritto di un autorevole esponente della cultura bresciana, tentai pure io di avere “un battito d’ali per un’idea immaginifica, un progetto capace di indicare il nuovo orizzonte” e dissi alla nostra città di abolire la povertà, due dei tre amici che mi avevano sentito mi accusarono di essere un provocatore. Il tempo ha dato loro torto: le mie parole non hanno proprio provocato un bel niente e lo dimostra il fatto che la nostra città ha continuato ad operare, sul tema della povertà, come ha sempre fatto: bene, ma non a sufficienza e quindi ha fallito.
Faccio questa affermazione dopo aver letto i dati riguardanti l’applicazione, per i primi quattro mesi, della legge sul reddito di cittadinanza nella nostra Brescia: 4.222 cittadini ritengono di averne diritto e il fatto che solo (solo?) a 2.492 di loro è stato concesso non costituisce una medaglia di merito per la nostra città.
La domanda che mi pongo è semplice: fino ad oggi come hanno vissuto queste 2.492 persone? Un po’ di lavoro nero, come Paolo che “fissava il vuoto in una trance che di agonistico non aveva nulla”? Un po’ di pane al camper di via Da Vinci? Un piatto di pasta sul piazzale della stazione, consumato subito, sedendo per terra? Con un aiuto, magari costante, di una qualche organizzazione che fa capo alla Chiesa Cattolica, che così trova una valida giustificazione alla sua esistenza? Con l’aiuto del Comune? Grazie a tante altre benefiche iniziative che non conosco?
Tutte belle e meritevoli iniziative che tuttavia si sono dimostrate insufficienti. Benvenuto quindi reddito di cittadinanza a tappare la falla nella barca della solidarietà attiva ma tu Sindaco Del Bono e tu Assessore Fenaroli siete certi di non poter far nulla di più di quanto fatto? Non ditemi che il problema è complesso perché se non lo fosse neppure vi solleciterei ad affrontarlo. Lo faccio perché è da voi che la città attende quella “idea immaginifica”.