Addio studi di settore, Massetti: monitoreremo il nuovo sistema

Addio vecchi studi di settore, debutto (al buio) con tante speranze, ma anche qualche incognita, per i nuovi indicatori “Isa”

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ECONOMIA A BRESCIA - Eugenio Massetti (presidente Confartigianato) - diritti Andrea Tortelli
ECONOMIA A BRESCIA - Eugenio Massetti (presidente Confartigianato) - diritti Andrea Tortelli

Addio vecchi studi di settore, debutto (al buio) con tante speranze, ma anche qualche incognita, per i nuovi indicatori “Isa”. Una sorta di “pagella fiscale” per professionisti e imprese che vedrà a settembre il mese del suo debutto ufficiale. «Un cambiamento sostanziale al quale ci avviciniamo con attenzione e con la consapevolezza che siamo di fronte a due modelli di analisi completamente differenti. Monitoreremo l’avvio del nuovo sistema supportando e guidando le nostre imprese come abbiamo sempre fatto e valutando a conti fatti se il sistema si rivelerà effettivamente più equo» testimonia il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti il nuovo meccanismo che dopo ventisei anni dà l’addio agli studi di settore e apre l’era degli Isa, gli “Indici sintetici di affidabilità fiscale”. Una sorta di rivoluzione copernicana nei rapporti tra imprese e fisco che vedrà a settembre il mese del debutto degli Isa (introdotti con il Dl 59/2017). Alla base del sistema c’è il nuovo principio degli “indici” che manda in pensione la vecchia logica tanto odiata delle “comparazioni”. L’elaborazione degli Isa si basa su analisi di dati e informazioni relativi a più periodi di imposta (otto) e rappresenta la sintesi di indicatori elementari orientati a verificare la coerenza e la normalità della gestione aziendale o professionale, anche con riferimento a diverse basi imponibili. «Gli Isa esprimono su una scala da 1 a 10 il grado di affidabilità fiscale riconosciuto a ciascun contribuente per consentire, sulla base dei risultati ottenuti, di provvedere a una integrazione dei ricavi per incrementare il proprio punteggio in caso di rating basso o di accedere ad appositi regimi premiali qualora la valutazione risulti alta, sicuramente superiore a 6, meglio se più alta di 8» precisa il direttore di Upa Servizi, responsabile area fiscale di Confartigianato Brescia, Fulvio Tedoldi che prosegue: «proprio per il sistema applicativo che differenzia i vecchi studi di settore dai nuovi Isa, potrà anche succedere che una posizione ritenuta congrua dagli studi di settore riservi un punteggio negativo nella scala di affidabilità fiscale degli Isa. E viceversa». Il motivo sta nelle differenze sostanziali tra i due strumenti: se gli studi stimavano la congruità dei ricavi e dei compensi del contribuente in relazione alla definizione del sistema complessivo di gestione dell’attività, comparata con soggetti strutturalmente analoghi, gli Isa si comportano in modo diverso e stimano l’affidabilità in relazione a una serie di indici (definiti di affidabilità e di anomalia) che insieme contribuiscono all’esito di voto finale. La rivoluzione interesserà 3.5 milioni di contribuenti italiani e per tutti, almeno all’inizio, ci sarà un impatto importante. Basti pensare alle differenze che potranno emergere inizialmente e ai correttivi, su più fronti, che gli imprenditori dovranno adottare. Ma anche ai ritardi che l’Agenzia delle Entrate ha accumulato nel rilascio del software che consentirà di determinare il punteggio e della circolare operativa. Un metodo che non solo consente l’emissione della cosiddetta “pagella dell’imprenditore”, altrimenti detta “rating fiscale” del contribuente, ma che aiuta l’imprenditore ad effettuare un’analisi della propria azienda al fine, qualora si renda necessario, di migliorarla dal punto di vista della gestione e dell’organizzazione. «È dentro questo nuovo mondo, peraltro non testato sperimentalmente ma avviato subito alla fase operativa, che entreranno le imprese. Traendone suggerimenti utili per il proprio modo di operare e, al contempo, beneficiando di un sistema unanimemente definito più equo nell’assolvimento degli obblighi tributari» continua il presidente Massetti che conclude: «ci auguriamo che finalmente, con gli “studi di settore” ora in pensione, questi indici non siano più spauracchio per imprese e professionisti ma un sistema che premi i contribuenti dai comportamenti fiscali corretti. Prematuro oggi fare delle valutazioni sugli esiti, tireremo le conclusioni dopo la prima scadenza di fine settembre, nel frattempo continua la nostra assistenza a supporto delle imprese e monitoreremo l’avvio con grande attenzione».

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