Le accuse erano corruzione, riciclaggio, omessa denuncia, abuso d’ufficio, falso ideologico e altri reati: di questo, a vario titolo, erano chiamati rispondere i soggetti coinvolti nel procedimento penale riguardante una serie di richieste fraudolente in cui sono compaiono da un lato funzionari dell’Agenzia delle entrate di Brescia, dall’altro imprenditori, magistrati e altri individui.
Ieri i giudici hanno deciso tre condanne e dodici assoluzioni, con sedici rinvii a giudizio e diversi non luogo a procedere.
L’inchiesta, condotta dalla procura di Brescia è partita da un’indagine parallela in cui erano impegnate le Fiamme Gialle, ha fatto emergere un quadro allarmante, con 42 persone coinvolte. Da controlli più approfonditi era stato possibile scoprire un giro di elargizioni a funzionari dell’Agenzia delle Entrate in cambio di favori, per aggirare alcune operazioni, ritoccare contratti di locazione, modificare le dichiarazioni di reddito.
Ora, per i sedici che sono stati rinviati a giudizio l’appuntamento in aula è fissato per il 23 gennaio.