Tutto esaurito al teatro San Barnaba per Paolo Crepet con ‘What’s next?’. Sociologo, psichiatra, scrittore, e noto frequentatore dei salotti televisivi, Crepet ha radunato un pubblico numerosissimo e appassionato nell’ambito della decennale manifestazione LeXGiornate di cui era stato già ospite nelle scorse edizioni. Il dottor Silvestro Specchia introduce il dibattito che connette la solidità del mondo reale alla leggerezza del web con il quesito: “Cosa succederà, come sarà il mondo tra cinque o dieci anni?”.
“La tecnologia – afferma Crepet – ci sta fregando. Abbiamo un cellulare che può esaudire tutti i nostri desideri. È come avere un cameriere che svolge ogni azione quotidiana al nostro posto: questo ci rende stupidi perché, non avendo più stimoli per migliorare, non siamo più capaci di fare nulla”. I social, secondo il noto sociologo, minano la libertà individuale, riempiono la giornata ma non ci fanno pensare a noi stessi, a ciò che realmente ci rende felici. A proposito della felicità, tutto parte dalla ricerca di essa e la sua nasce a partire dall’infanzia e, in particolare, nella casa dei nonni, definita da Crepet “un’accademia di felicità”.
“Dove andremo a finire? Mi piacerebbe che non si andasse lontano da quel mondo fatto di emozioni, sensazioni, creatività e fantasia”. Dunque qual è la chiave per uscire da questo tunnel, dalla schiavitù dei social network?
“Dio il settimo giorno ha creato la nausea, molte persone stanno cominciando a stufarsi di questa tecnologia invasiva. D’altronde essa ha bisogno di assenso, bisogna disobbedire alla privazione della nostra libertà”. (rossella papale)