I Cras, Centri di recupero per animali selvatici | ANIMALI & ANIMALI /14

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Volpe, foto generica da Pixabay

Sara Ferrari, rubrica Animalli & animalidi Sara Ferrari – Innanzitutto definiamo cos’è un CRAS perché molto probabilmente ben pochi sanno che tipologia di ente rappresenta e di cosa si occupa.

Definito come “Centro di Recupero per Animali Selvatici” (C.R.A.S.) è una struttura che ha come funzione fondante quella di detenere, curare e riabilitare soggetti appartenenti alla fauna selvatica, allo scopo di liberarli qualora ne sussistano le condizioni o di detenerli in via permanente nel caso essi risultino irrecuperabili. Oltre che per queste attività i C.R.A.S. si caratterizzano per poter svolgere le seguenti funzioni:

– educazione del pubblico alla tutela della fauna selvatica, allo scopo di sviluppare maggiori consapevolezza e sensibilizzazione rispetto ai temi della conservazione;

– sostegno all’opera di conservazione della fauna selvatica, attraverso la reintroduzione di animali e la conduzione di programmi di riproduzione per specie a rischio di estinzione;

– valutazione dell’efficacia di provvedimenti legislativi adottati in materia di caccia e di conservazione della natura;

– utilizzo degli animali selvatici come indicatori della salute e dell’integrità di un ecosistema, potendo essi fornire sia dati per un monitoraggio epidemiologico sia campioni per analisi tossicologiche;

– coinvolgimento dei soggetti detenuti dai centri in progetti di ricerca scientifica.

Nell’uso comune sono utilizzati numerosi altri acronimi per indicare le strutture di recupero; i più comuni sono C.R.R. (Centro Recupero Rapaci) e C.R.F.S. (Centro Recupero Fauna Selvatica). Acronimi che non sono da confondere con i C.R.A.E..

C.R.A.E. Cosa sono ma principalmente cosa li differenzia e accomuna dai C.R.A.S?

C.R.A.E.- Centri di recupero per gli animali esotici.

L’istituzione dei C.R.A.E. è con la Legge 150/92. I C.R.A.E. offrono all’attenzione alcune problematiche e funzioni comuni con i C.R.A.S., come l’assenza di una normativa che ne stabilisca compiti e requisiti ed il ruolo didattico su temi quali la conservazione, la biodiversità e l’applicazione della CITES (commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione). In Italia esiste un solo centro adibito esclusivamente al recupero della fauna esotica, mentre molti C.R.A.S. affiancano alle attività di recupero delle specie autoctone il ricovero di animali esotici.  La duplice competenza che spesso si trovano a dover ricoprire i CRAS comporta il rischio di esporre la fauna selvatica autoctona ricoverata a problematiche di natura sanitaria e di sottrarre spazi e finanziamenti all’attività principale. Questo rischio non sussiste per alcuni centri che hanno a disposizione risorse sufficienti e che hanno scelto autonomamente di operare nei due settori.

Il C.R.A.S si occupa di quel complesso di interventi attuati per  riportare un animale nelle condizioni di vivere autonomamente in stato di naturale libertà, consentendogli di riacquisire la capacità di relazionarsi con l’ambiente, con gli appartenenti alla stessa razza, con i predatori e di riprodursi. Il termine “recuperato” non si applica pertanto agli animali per i quali sia stata formulata una prognosi infausta, ovvero a quegli animali che non potranno vivere in uno stato di naturale libertà perché molto compromessi.  Le motivazioni su cui poggia il recupero si possono così sintetizzare:

– salvaguardia delle popolazioni e delle specie selvatiche in cattivo stato di conservazione, riconoscendo agli animali liberati un ruolo di sostegno demografico alle popolazioni viventi sul territorio;

– riconoscimento all’animale selvatico del diritto ad essere recuperato, indipendentemente dalla specie di appartenenza.

Si possono riconoscere diverse fasi, precisamente sei, per lo svolgimento del recupero: ricovero e analisi di fattibilità; cura; riabilitazione; marcatura (non in Lombardia) liberazione, monitoraggio e altre attività post-rilascio. Le fasi elencate non corrispondono ad una situazione reale, ma sono funzionali ad inquadrare in una sequenza temporale e logica le attività di un centro.

COSA SUCCEDE QUANDO SI TROVA UN ANIMALE SELVATICO?

In tal caso siamo davanti ad un ritrovamento. Per ritrovamento si intende il primo contatto delle persone coinvolte nel recupero con l’animale selvatico. Avviene in genere da parte di privati cittadini o degli addetti alla vigilanza venatoria. Al ritrovamento possono conseguire la segnalazione, la consegna od il soccorso. Si ricorda che, ai sensi della Legge 157/92 e dei relativi recepimenti regionali, il prelievo da parte di privati di uova, nidi, neonati e adulti di fauna selvatica, che non siano evidentemente esposti a grave minaccia, è vietato.

La persona che ha effettuato il ritrovamento è tenuta a segnalare il fatto entro 24 ore all’autorità competente per territorio. A seguito della segnalazione l’animale ritrovato può essere raccolto dal personale provinciale preposto e consegnato ad un centro di recupero. Più spesso, i privati che ritrovano un animale selvatico si rivolgono direttamente ad un C.R.A.S. consegnando l’animale o segnalandone la presenza e richiedendo che gli operatori del centro si rechino sul luogo a prelevare l’esemplare. A seguito di un ritrovamento effettuato da privati, la segnalazione è l’atteggiamento migliore, perché consente agli operatori del recupero, siano essi volontari di un centro o addetti alla vigilanza venatoria, di fornire le istruzioni necessarie ad evitare tentativi potenzialmente controproducenti di manipolazione e cura dell’animale. Abbastanza frequente si verifica, infatti, che gli animali ritrovati vengano detenuti per un certo periodo di tempo in ambito domestico, con il rischio di diminuire la percentuale di successo del recupero.

CONSEGNA E SOCCORSO

Quando gli animali ritrovati vengono portati al centro dalla persona che ha effettuato il ritrovamento, o dal personale provinciale che ne aveva ricevuto la segnalazione, si parla di consegna. Nel caso invece in cui sia stato il personale del centro a recarsi sul luogo del ritrovamento per prendere in carico l’animale, si utilizza il termine soccorso. L’impiego di due vocaboli differenti è stato ritenuto opportuno per evitare di utilizzare il termine “recupero”, già carico di significati, per indicare il semplice prelievo di un animale sul territorio.

RICOVERO

A seguito della consegna o recupero vi è il ricovero. Si intendono cioè tutte le procedure che devono essere espletate dal momento dell’arrivo dell’animale al centro, fino al suo avvio a strutture di alloggio idonee. Alcune di queste procedure possono essere eseguite da volontari (comunque previo un’adeguata formazione), mentre altre richiedono l’intervento di professionisti e personale qualificato (attività cliniche; analisi di fattibilità). Le tappe in cui si articola la fase di ricovero verranno ovviamente affrontate in un ordine temporale variabile a seconda delle condizioni cliniche dell’animale e della disponibilità di personale; sono varie e costituite da raccolta di schede che documentano l’ingresso dell’animale, visita medica e analisi di fattibilità. L’analisi di fattibilità dovrebbe costituire una tappa imprescindibile perché permette di comprendere quale direzione prendere (tradotto in cosa si può fare) nella gestione dell’animale, ovvero:

1. l’avvio dei processi di cura e riabilitazione al fine di liberare l’animale;

2. il mantenimento in cattività per l’intera vita di un soggetto giudicato irrecuperabile;

3. l’eutanasia (qualora lo stato di sofferenza sia molto alto da non renderlo compatibile con la sopravvivenza)

Il ricovero dovrebbe essere sempre seguito da un periodo di quarantena.

LIBERAZIONE

Prima della liberazione c’è la fase della riabilitazione che ha lo scopo di ripristinare l’integrità fisica (come la tonicità muscolare) e comportamentale (istinto predatorio, attitudine riproduttiva, comportamento alimentare) dell’animale. Alcune volte viene indicata con il termine “rieducazione”. Infine la liberazione è la fase del recupero consistente nel rilascio in natura di un animale curato e riabilitato. Dovrebbe avvenire secondo tempi, modalità e scelta del luogo di rilascio, che ne garantiscano le maggiori probabilità di successo. La liberazione (o “rilascio”) può configurarsi, a seconda delle specie e delle modalità di liberazione, come reintroduzione, introduzione o ripopolamento.

Una importante precisazione deve essere fatta per la detenzione. Dal momento che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato la detenzione di esemplari vivi di fauna selvatica è vietata a soggetti che la realizzino su iniziativa privata, in particolare per specie non cacciabili o soggette ad un regime di protezione particolare (art 2 della Legge 157/92). Ne consegue che i C.R.A.S. devono possedere una specifica autorizzazione per esercitare la loro attività che testimoni la sussistenza dei requisiti necessari. Ogni animale deve inoltre essere denunciato alla Prefettura competente per territorio e deve esserne tenuta traccia su appositi registi.

CRAS DI BRESCIA

Dopo questo inquadramento generale delle attività svolte possiamo concentrarci su Brescia. Il Centro Faunistico e C.R.A.S.  è nel Parco dell’Adamello, nasce nella primavera del 2010 da un’idea del Parco dell’Adamello e del Comune di Paspardo, anche grazie al contributo della Fondazione Cariplo, della Regione Lombardia e della Provincia di Brescia.
Dal 1 gennaio 2017 l’Associazione LontànoVerde subentra alla gestione della struttura in stretta collaborazione con il Parco e il Comune per valorizzare questo luogo speciale, dove l’incontro con alcune meravigliose espressioni della biodiversità alpina lascia un segno indelebile nella memoria.
Il Centro Faunistico del Parco dell’Adamello, è esteso su una superficie boscata recintata di oltre 7 ettari, qui è possibile effettuare emozionanti incontri con alcune delle specie Alpine (animali non più idonei al rilascio in natura), quali cervi, caprioli, poiane, gufi.

E’ dotato di un centro visitatori, completo di servizi accessibili, una ludoteca e una piccola area pic-nic.
Al suo interno, è ospitato l’unico Centro Recupero Animali Selvatici presente in provincia di Brescia, dedicato al recupero della fauna selvatica rinvenuta ferita o debilitata che pone in atto tutte le funzioni dettagliatamente indicate precedentemente.

INIZIATIVE C.R.A.S di Brescia

Diverse sono le iniziative presentate dal CRAS di Brescia in collaborazione con il Centro Faunistico del Parco Adamello. Ognuna è volta alla diffusione di informazioni sugli animali selvatici ed alla diffusione di informazioni sull’ambiente. A giugno è stato organizzato l’evento pubblico per partecipare al censimento degli animali notturni, a maggio il censimento delle farfalle. Ogni mese vi sono interessanti eventi pubblici a cui si può partecipare. La prossima data in calendario è per esempio il 27 ottobre  2019 .

Le notizie dettagliate possono essere reperite sulla pagina Facebook a seguito indicata.

Ricordiamoci sempre che rispettare gli animali e il loro habitat è rispettare noi stessi.

CONTATTI

Telefono: 392.92.76.538

Indirizzo: Centro Faunistico del Parco dell’Adamello – Loc. Flés – 25050 Paspardo BS Italia

Messenger: m.me/centrofaunistico.parcoadamello

Mail: [email protected][email protected]

Facebook: Centro Faunistico Parco Adamello

LIBROLOGIA

Fiaba Fiabe Italiane, Italo Calvino

Romanzo Il vento tra i salici, Kenneth Grahame

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CHI SONO?

Sara Ferrari Sara Ferrari… Laurea presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Brescia come educatore e specializzazione in colloqui clinici ed attività consultoriali presso l’Università Cattolica passando per il corso di perfezionamento in Psicologia Clinica perinatale. La formazione professionale improntata agli studi psico-socio-educativi è stata applicata lavorando in servizi formativi ed educativi, in particolare in centri rivolti a minori per prevenzione del disagio ed alle famiglie per interventi di riduzione dell’abbandono scolastico.La passione per il gioco con gli animali, che sono per me la dimensione della pace, insieme all’attrazione per l’osservazione e la comunicazione sono i fuochi che mi animano.

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