Occuparsi degli animali: mai sentito parlare di IAA? | ANIMALI & ANIMALI /15

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Pony, foto generica da Pixabay

Sara Ferrari, rubrica Animalli & animalidi Sara Ferrari – Cosa fare se si vuole occuparsi di animali? Una possibilità è rappresentata anche dall’attività comunemente chiamata pet therapy il cui nome corretto è: I.A.A., interventi assistiti con gli animali.  Un percorso di formazione che accompagna chi ha una formazione psicologica o sanitaria e vuole poterla applicare con una nuova metodologia che vede l’animale come co-terapeuta.

In questa pratica sono utilizzati: cani, gatti, conigli, cavalli, asini.

Il nulla osta in riferimento all’utilizzo dell’animale di una di queste tipologie è dato dal veterinario. Questa figura ha la responsabilità di valutare che il quattrozampe oltre che ad avere un quadro clinico di salute abbia a livello comportamentale le caratteristiche che gli permettano di poter essere impiegato in tale percorso. In tal senso poiché in questa rubrica si cerca di dare voce ad animali abbandonati è bene sapere che cani e gatti provenienti da canili-gattili, se risultano idoneei possono far parte di un progetto di IAA. Ovviamente quegli animali con un passato di violenze non potranno essere impiegati per evitare che carezze o abbracci “insistenti” dei pazienti possano innervosirli creando una forte situazione di stress per l’animale stesso oltre che per il paziente/utente. Un aspetto fondamentale che va sottolineato in questa pratica è che al primo posto vi è il benessere dell’animale quanto quello della persona a cui è destinato l’intervento.

Nello specifico gli Interventi Assistiti con gli Animali  (IAA) sono uno strumento terapeutico di supporto in cui la relazione con l’animale rappresenta una opportunità di offrire alle persone fragili stimoli e contributi al cambiamento, attraverso l’approccio multidisciplinare di operatori con diverse qualifiche.

Il rapporto con gli animali, progettato e guidato sulla base dei bisogni della persona e delle caratteristiche dell’animale, si è rivelato efficace nel miglioramento delle funzioni cognitive, dei rapporti e delle interazioni sociali, con effetti positivi sul comportamento e sull’affettività.

Nella relazione uomo-animale l’apporto dell’animale assolve a funzioni psicologiche importanti attraverso lo scambio affettivo, la vicinanza, la sicurezza, il sentirsi importanti per un altro essere, la possibilità di prendersi cura, il contatto tattile, la comunicazione non verbale, lo spazio di gioco, la de-tensione dello stress.

Chi lo vuole intraprendere può facilmente reperire informazioni ma deve essere consapevole che si tratta di un percorso dettagliato con una durata di 4 anni.

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CHI SONO?

Sara Ferrari Sara Ferrari… Laurea presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Brescia come educatore e specializzazione in colloqui clinici ed attività consultoriali presso l’Università Cattolica passando per il corso di perfezionamento in Psicologia Clinica perinatale. La formazione professionale improntata agli studi psico-socio-educativi è stata applicata lavorando in servizi formativi ed educativi, in particolare in centri rivolti a minori per prevenzione del disagio ed alle famiglie per interventi di riduzione dell’abbandono scolastico.La passione per il gioco con gli animali, che sono per me la dimensione della pace, insieme all’attrazione per l’osservazione e la comunicazione sono i fuochi che mi animano.

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