Intervista a Panzera (Ds)

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Da il Brescia 7 maggio 2007 (andrea tortelli)

Traghettatore o becchino? Fra i militanti della Quercia che stanno vivendo – tra entusiasmo e travagli – il passaggio verso il Partito democratico a questa domanda si otterrebbero risposte diverse. Ma lui, il nuovo segretario Beppe Franzoni, non ha esitazioni nello scegliere perché «per il più grande partito della sinistra italiana questa non è una morte, ma una rinascita: una scommessa sul futuro». Parole non di rito, e a confermarlo è anche un percorso personale atipico rispetto a quello degli altri dirigenti diessini. Secondo segretario della Quercia bresciana a non essere mai stato iscritto al Partito comunista (il primo fu Franco Tolotti), infatti, il 50enne Franzoni ha speso la metà della sua vita nell’amministrazione comunale di Ghedi: prima (dal 1981) come consigliere comunale indipendente del Pci, poi (dal 1995) come vicesindaco. Non è mai stato uomo “d’apparato” (solo lo scorso anno si è messo in aspettativa per una collaborazione part time con la federazione provinciale) e soprattutto la prima tessera l’ha presa nel 1991, quando dalle ceneri di Gramsci è nato il Pds. Ora tocca proprio a lui guidare la nuova svolta che dovrebbe portare allo scioglimento dei Ds.
Traghettatore dunque.
Traghettatore, ed è un lavoro a cui mi preparo con entusiasmo. Anche se ovviamente si tratta di un incarico pro tempore perché quando nascerà il nuovo soggetto dovranno trovare spazio nomi nuovi e nuovi organismi dirigenti.
Ma che sfida si apre ora per i Ds?
Tanto per cominciare quella di dare vita a una forza che sappia parlare ai cittadini e interpretare i loro bisogni. Ma nel frattempo dovremo anche essere capaci di costruire un progetto valido per vincere nuovamente in città.
E con la Margherita quando inizierà il viaggio di nozze?
Questa settimana avrò il primo contatto ufficiale con il segretario Gianantonio Girelli per discutere del percorso che ci porterà alla fusione. Uno degli obiettivi che mi pongo è quello di dar vita il prima possibile – e comunque entro l’autunno – a gruppi unici in tutti i Comuni bresciani. Ovviamente senza forzature e rispettando le peculiarità dei territori.
Certo. A sinistra il rischio emorragia è forte.
Questo lo vedremo a ottobre. Spero che saranno in pochi ad andarsene, ma in qualsiasi caso mi sembra più importante capire quanto consenso otterrà il Partito democratico tra gli elettori che quanti dirigenti decideranno di restare.
Dagli Angius e da una parte del Correntone, oltretutto, durante l’ultimo congresso sono arrivati segnali incoraggianti.
Ho apprezzato il fatto che in questa fase la maggior parte degli iscritti abbia deciso di stare dentro e dare il suo contributo. E apprezzo che gli Angius abbiano deciso di costituirsi in corrente perché significa che sono intenzionati a restare in una casa comune.
I più critici però dicono che il Pd non sarà un partito di sinistra e sono pronti a fare le valigie.
Nel nuovo partito ci sarà spazio anche per la sinistra e per il contributo di tutti. L’importante è che poi si arrivi una sintesi, che la pluralità non porti alla paralisi.
Di questo deve convincere innanzi tutto i suoi giovani che a maggioranza quasi bulgara hanno scelto la mozione Mussi.
È a loro, infatti, che mi sono rivolto subito dopo l’elezione. Da sempre sono i giovani a produrre nuovi stili e nuove idee: il Partito democratico non potrà fare a meno di loro. Ecco perché spero che i ragazzi della Sinistra giovanile restino. Il loro contributo è indispensabile.
Qualcuno, tra “vecchi” e giovani, se ne andrà di sicuro. Come la mettiamo con i beni di famiglia? Si dice che la Quercia bresciana abbia un patrimonio immobiliare superiore ai dieci di milioni di euro.
Credo che la questione dei beni verrà interamente risolta a Roma, del resto è da anni che le sezioni non sono più di proprietà del partito a livello locale. Comunque sono convinto che non ci saranno problemi e auspico che le sezioni rimangano a disposizione di tutti. Sarebbe un modo concreto per tenerci uniti e favorire il dialogo.
Il primo banco di prova per l’ex famiglia diessina saranno probabilmente le elezioni amministrative del 2008. E il Correntone ha già posto come «precondizione» il fatto che in città l’alleanza venga allargata a Rifondazione comunista.
Saranno gli organi cittadini del partito, i Ds o il Pd, a deciderlo.
E il candidato? Secondo il segretario cittadino Gianbattista Ferrari per la successione di Corsini bisogna guardare anche alla cosiddetta società civile.
Il Partito democratico ha l’ambizione di coinvolgere persone che fino a ieri erano al di fuori di Ds e Margherita. E non è da escludere che si possa seguire questo percorso anche per la Loggia. In qualsiasi caso credo che per scegliere il candidato ricorreremo alle primarie.
Ma è sicuro che durante le elezioni gli ex diessini si presenteranno uniti?
Magari non tutti sotto la stessa bandiera, ma non ho alcun dubbio sul fatto che vogliamo la stessa cosa – vincere – e che lavoreremo insieme per arrivare al traguardo.

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