Family day senza politici bresciani

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Da il Brescia 13 maggio 2007

Dalla Leonessa sono partiti alla volta di Roma in 2500. Ma  nel popolo dei «più di un milione» che ieri ha riempito piazza San Giovanni non c’erano i nomi più noti della politica bresciana. In pochi, infatti, hanno deciso di prendere parte direttamente all’iniziativa: tutti a titolo personale, senza bandiere e con mezzi propri.
Così è per l’Udc che pure era rappresentata nella Capitale da diverse decine di militanti, fra cui il segretario provinciale  Gianmarco Quadrini. «Sono qui in quanto padre di quattro figli», chiarisce, «credo fermamente che tutelare le famiglie sia il modo migliore e più concreto per dare un futuro a questa società». Quanto all’evento, invece, Quadrini spiega che «si tratta di una festa, non di una manifestazione e tanto meno di un’iniziativa politica». Sulla stessa linea anche il senatore – e compagno di partito – Luigi Maninetti («credo nei valori di questa giornata») che sottolinea come alla manifestazione abbiano preso parte anche diversi esponenti del centrosinistra. Ma subito dopo non risparmia una  piccola stoccata agli avversari spiegando che «quando si farà una scelta sui valori la maggioranza non sarà più quella che oggi governa il Paese». E se i dirigenti provinciali di An – in testa il deputato Stefano Saglia – erano a Desenzano per un convegno sulla famiglia (proprio mentre un pullman con una cinquantina di militanti della provincia era in viaggio verso la Capitale) alcuni esponenti di Forza Italia non potevano mancare all’appuntamento. È il caso dell’assessore provinciale ai Lavori pubblici Mauro Parolini arrivato a Roma «con alcuni amici di Comunione e liberazione per affermare che la famiglia non è una questione puramente privatistica, ma una struttura fondamentale della nostra società». «La politica non c’entra», incalza il consigliere regionale Margherita Peroni. E a farle eco c’è anche Mario Sberna, ex consigliere comunale della Margherita che ha scelto di partecipare al Family day con un centinaio di famiglie bresciane “numerose” che fanno riferimento all’associazione di cui è presidente nazionale. «Vedo solo genitori e bambini in festa», commenta  Sberna dai primi posti della piazza, «siamo qui solo per testimoniare la bellezza della famiglia: non ho sentito cori contro il Governo e chi vuole dare un significato politico a questa giornata sbaglia».
Il deputato diessino Franco Tolotti – da cattolico praticante – sul punto la pensa però in maniera diversa. «Rispetto chi era al Family day», dice, «ma temo che le sacrosante ragioni di coloro che vogliono un sostegno maggiore alla famiglia tradizionale rischino di essere giocate in contrapposizione ad altri diritti. La nozione di famiglia», conclude, «nel tempo si è venuta ampliando: servono politiche di inclusione, non di contrapposizione». E a proposito di contrapposizioni, ieri, sembra essersi risolta quella – tutta interna alla Loggia – fra lo Sdi e la Margherita. I socialisti, infatti, avevano accusato l’assessore ai Servizi sociali Fabio Capra e il vicesindaco Luigi Morgano di aver tenuto una conferenza che «più di un quadro delle iniziative del Comune per la famiglia suona come un messaggio di sostegno alla manifestazione». Capra, il giorno dopo, spiega di non essere andato a Roma per scelta. «Il Family day è un’occasione importante», spiega, «ma il rischio che qualche parte politica voglia metterci sopra il cappello c’è. Ho scelto di non andare», conclude, «perché ho un ruolo politico e voglio evitare qualsiasi fraintendimento». a.t. – m.d.b.

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