Bresciano morto in Cina

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    L’hanno trovato la sorella Marigrazia e il cognato, riverso al suolo privo di vita: è morto, probabilmente a causa di un malore, nel suo appartamento di Hangzhou l’imprenditore bresciano Giovanni Pietro Tomasi, originario di Roncadelle. Nulla lasciava presagire ad un epilogo del genere per Giovanni, quarant’anni vissuti sempre in maniera attiva, spesso praticando basket, il suo sport preferito fin dai tempi della scuola.
    L’imprenditore si era trasferito in Cina tre anni fa, per cavalcare la tigre dell’espansione a ritmi vertiginosi del commercio e del tenore di vita del paese. Non era un semplice pendolare di largo raggio tra Cina e Italia: lui a differenza di molti altri agenti di commercio aveva deciso di trasferirsi stabilmente ad Hangzhou, un cambio di vita dettato non solo da esigenze lavorative. Poco dopo la sua partenza l’avevano raggiunto la sorella ed il cognato, le persone che lo hanno trovato privo di vita nel suo appartamento. A casa, a Roncadelle, la madre vedova da anni aspetta la salma; le operazioni per il rimpatrio dovrebbero essere non troppo agevoli: c’è la concreta possibilità che il corpo possa lasciare la Cina solo dopo essere stato cremato.

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